Ti piace l'iris fritta? | L'ha inventata mio nonno - Live Sicilia

Ti piace l’iris fritta? | L’ha inventata mio nonno

La storia di un dolce segreto familiare.

Manovra a Tinaglia
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2 min di lettura

Mio nonno, nonno materno, morì quando io avevo cinque anni. Lo so con certezza perché se ne andò il giorno del mio compleanno, l’8 agosto del 1960. Curioso, vero? La sola cosa che ricordo di mio nonno, oltre ai suoi folti capelli bianchi, ma bianchi proprio come la neve, è che una volta mi ritrovai accanto a lui nel suo letto, mentre beveva una tazza di latte. Chissà com’è che c’ero finito.

Punto. I miei ricordi non vanno oltre. Però, ci penso spesso, a mio nonno. Praticamente ogni volta che, a cadenza periodica ( per esempio su Balarm di qualche giorno fa), nel web e nei social si parla di lui. E’ diventato una sorta di leggenda metropolitana che ogni volta si arricchisce di particolari anche non veri. Tipo che era stato insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro da Vittorio Emanuele lll. Ma il bello delle leggende è proprio questo. Lui, in realtà, era solo un pasticciere. Aveva il suo laboratorio in Via Lampionelli. E fu proprio lì, in quel laboratorio, che mio nonno, Antonio Lo Verso, il pasticciere Antonio Lo Verso, inventò la Iris.

Si, avete capito bene. La Iris fritta, quel dolce maestoso che tutti conosciamo e che è saldamente conficcato nella coscienza collettiva di noi palermitani. Era il 1901. A Palermo c’era la prima della famosa ed omonima opera di Mascagni, e lui creò questo dolce al quale diede proprio il nome Iris. Ed Iris, divenne pure il nome della sua prestigiosa pasticceria di Via Roma, punto di riferimento per l’aristocrazia e la borghesia palermitana. Deve aver fatto soldi a palate con quella pasticceria dal nome esotico. Chissà che fine hanno fatto. Potevo chiederlo a mia madre, ma non ci ho mai pensato, ed ora sono fuori tempo massimo.

Se lo chiedono anche i miei cugini. Siamo in tanti i diretti discendenti di Antonio Lo Verso, tutti felicemente orgogliosi di un nonno che tanto ha dato alla storia della nostra città. Io non ne porto il cognome, ma questo è solo un dettaglio. A volte, quando al bar vedo le persone che addentano (fateci caso, tutte socchiudono gli occhi mentre lo fanno) una Iris, mi verrebbe tanto la voglia di dirglielo. “Buona, vero? Lo sa, l’ha creata Antonio Lo Verso.  Era mio nonno”.


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