Una manovra fondata 'sulla fiducia' | Cosa prevede la Finanziaria - Live Sicilia

Una manovra fondata ‘sulla fiducia’ | Cosa prevede la Finanziaria

Le risorse arriveranno dal Fondo pensioni e da nuove intese con Roma o saranno lacrime e sangue

PALERMO – Vale 202,2 milioni di euro ma per 193,8 la spesa è congelata e dipenderà da un minore contributo alla finanza statale che Roma dovrebbe concedere alla Regione. Gli 8,3 milioni rimanenti saranno destinati alla ricapitalizzazione delle partecipazioni regionali. La legge di stabilità approvata dal governo regionale è stata presentata all’Ars, dove gli uffici della presidenza stanno valutando la coerenza dei 66 articoli di cui si compone il testo di legge. Quella che arriva a Palazzo dei Normanni è una finanziaria omnibus che si occupa di concessioni governative, di Comuni, dei numerosi enti regionali e che propone alcune misure in favore della crescita e lo sviluppo economico.

Proprio fra le misure per la crescita il governo torna a mettere in campo quello che già l’anno scorso era stato definito come ‘modello Portogallo’: un’esenzione per nove anni dell’addizionale Irpef per chi si trasferisce in un comune siciliano con meno di 20mila abitanti. Le esenzioni dell’addizionale regionale dell’imposta sui redditi delle persone fisiche riguarderanno anche i soggetti beneficiari dei finanziamenti ‘Resto al Sud’. In questo caso l’incentivo vale tre anni. Le agevolazioni alle imprese che si trasferiranno nelle Zes varranno invece per due anni.

Fra le misure a favore dei Comuni c’è la ripartizione di 10 milioni per quegli enti locali con una popolazione inferiore ai cinquemila abitanti. La misura viene introdotta come compensazione per un “riequilibrio” delle assegnazioni regionali in base ai cittadini amministrati. La legge di stabilità prevede poi il contributo quinquennale per le stabilizzazioni del personale precario, la possibilità di ricontrattualizzare personale a tempo determinato non riconfermato in altri enti e un contributo per le partorienti nelle isole minori.

Il disegno di legge propone la nascita di nuovi enti come l’Agenzia regionale per la promozione turistica e l’Agenzia regionale per le aree protette (Arap). Infine si prevede la nascita di una Fondazione in memoria di Sebastiano Tusa e la fruizione gratuita del patrimonio culturale della Regione nel giorno della sua morte. E ancora, previste iniziative in favore dello sport e delle società sportive, il rifinanziamento dei festival cinematografici di alto livello e di rassegne e premi vari, interventi per la valorizzazione delle sugherete demaniali, la creazione di un fondo di rotazione per la definizione delle pratiche per il condono edilizi e la stipula di una polizza assicurativa contro danni da responsabilità civile.

Come detto, però, ogni norma che prevede spesa ha come contraltare una riduzione di uscite dello stesso importo. La spesa è quindi congelata e sottoposta alla condizione che il contributo regionale alla finanza statale sia ridotto. Così se lo Stato non dovesse concedere la revisione del prelievo forzoso, che al momento vale oltre un miliardo, le uniche risorse che verrebbero spese sarebbero quelle per rimpinguare i capitali sociali delle Partecipate: 8,3 milioni.

Anche la bozza di bilancio varata dal governo è scritta “nelle more”. E quindi l’intera manovra si basa ‘sulla fiducia’ che avvengano alcune condizioni. Stando all’articolo uno del ddl di bilancio, alla Regione mancano circa trecento milioni di euro che vengono trovati principalmente attraverso tagli lineari ai Comuni per 205 milioni su 339 milioni di euro stanziati, 11 milioni di tagli al fondo per i forestali, 42 milioni di sforbiciata dal fondo per garantire i percorsi di stabilizzazione e 23 milioni di spese in meno per il trasporto pubblico locale.

Da questi quattro grandi capitoli provengono, infatti, le risorse che il governo propone di accantonare per garantire l’equilibrio di bilancio. I conti sono alterati per via del disavanzo accertato lo scorso dicembre e delle minori entrate che si prevede si realizzeranno quest’anno e così occorre garantire la stabilità della Regione con risorse certe. Al momento sono solo tagli ma la ricetta è già contenuta nella legge: gli accantonamenti saranno scongiurati se si realizzeranno tre condizioni.

La prima è la cessione al Fondo pensioni dei regionali della partecipazione del Fiprs per un totale di 50,4 milioni. Alla fine dell’anno la Regione ha avviato il processo di cessione previsto durante il governo Crocetta e nei primi mesi del 2020 è stata nominata la commissione di valutazione degli immobili. Il valore base della partecipazione è stato calcolato in circa 23 milioni e alla commissione è stato lasciato il compito di trovare il valore reale che al momento è stimato a circa il doppio.

Altri 132 milioni dovrebbero arrivare da un nuovo accordo con lo Stato per un minore concorso da parte della Regione agli obiettivi di finanza pubblica e in particolare allo split payment. Infine, ulteriori cento milioni dovrebbero essere ricavati dalla minore compartecipazione al credito d’imposta da parte della Regione. I tagli ci sono, quindi, ma la volontà è quella di scongelarli grazie a nuovi accordi con il governo centrale. “A seguito del perfezionamento dei processi”, si legge infatti,nel testo di legge, la giunta provvederà al ripristino delle autorizzazioni di spesa.

Le more sotto cui giace il bilancio, non sono però terminate. Nell’attesa della parifica sul rendiconto 2019, saranno congelati altri cento milioni di spesa: 58,9 milioni destinati ai forestali e oltre 41 milioni fra quelli destinati al Trasporto pubblico locale. In questo secondo caso le risorse sono congelate in attesa. L’accantonamento in questo caso è pensato per dare copertura all’eventuale nuovo disavanzo che dovesse risultare dalla nuova parifica.

Infine c’è un accantonamento di 50 milioni provenienti dalle risorse per i forestali saranno imputati per coprire la spesa legata alle cause della Regione. Per liberare queste risorse il segretario generale e l’avvocato generale della Regione dovranno fare una ricognizione del contenzioso e accertare in quali c’è il rischio di soccombenza. Anche in questo caso, se le risorse accantonate non serviranno allora il governo regionale potrà ristabilire la spesa.

Il cammino della manovra è però appena iniziato e quelle che verranno saranno settimane di trattativa. C’è ancora un mese prima dello scadere dei novanta giorni previsti dall’accordo fra lo Stato e la Regione con cui è arrivato l’ok alla spalmatura del disavanzo in dieci anni. Le trattative sono in corso ma gli esiti sono tutti da verificare.

 


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