State a casa, ma state zitti | Circola il virus del protagonismo - Live Sicilia

State a casa, ma state zitti | Circola il virus del protagonismo

Non cospargete più il veleno dell’ignoranza che si fa verità, non avvelenate rete e social.

DALI' A QUI
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2 min di lettura

State a casa e state zitti. Non postate, non commentate, non mettete like, non trollate, niente audio, spegnete whatsapp, oscurate Instagram, tacetevi.

Silenzio!

Nessuno vi ha chiesto un parere, a nessuno serve che voi diate la notizia, non importa a nessuno delle vostre elucubrazioni anti sistema, né dei vostri “governo ladro” ad ogni provvedimento che esce e ad ogni misura che ne consegue. L’amico medico che vi dà dritte di prima mano, il parente fuori che vi testimonia ciò che accade lì, l’infetto che avete la “fortuna” di conoscere personalmente non vi rendono migliori, sperti, utili.

Fate solo confusione, fate rumore. Fate solo danno.

Perché se questo virus è un castigo di Dio, Dio l’ha mandato nell’epoca peggiore: quella in cui la strisciante propensione al protagonismo, l’intima avidità di presenzialismo, l’incontrollato impulso che ci spinge alla tuttologia han trovato nei social la loro migliore valvola di sfogo. E forse Dio l’ha fatto a posta, forse è questa la nostra punizione, cioè essere doppiamente vittime: del Coronavirus e di quel morboso bisogno di comunicare che ha trasformato la nostra società, rendendola chiassosa, parolaia, qualunquista. Una società che non sa stare in silenzio.

Silenzio.

Riscopriamo tutti il valore del silenzio. E dell’ascolto. Ascoltiamo gli esperti, chi ci governa, chi ci deve organizzare, chi ci deve curare, chi ci deve salvare. E non cospargete più il veleno dell’ignoranza che si fa verità, non ingarbugliate la rete con le vostre ripetute, pervicaci fake-trame futili, inutili, pericolose. Pericolose, sì.

Perché se una persona grida “al lupo” nessuno ci crede, ma se le urla diventano tante si finisce per scappare via, anche se dietro l’albero non c’è il lupo affamato di bambini, ma un maledetto virus che si sconfigge solo con la verità. La verità degli esperti. La verità di chi prende decisioni. La verità delle autorità (che ci piaccia o no) e dell’autorevolezza. La verità della cautela, dello scrupolo, del senso civico, del rispetto delle regole. Non della psicosi. Quella ci trasformerà tutti in lupi untori e passerà tanto, troppo tempo prima che le fauci bavose possano tornare ad essere sorrisi innocui. Prima che una stretta di mano torni ad essere il banale tocco della concordia, della fratellanza, della pace. Prima che un abbraccio torni ad essere il normale gesto di condivisione. Prima che quel metro di distanza torni ad essere il freddo calcolo tra le cose e non tra le persone.

Perciò, restiamo a casa, osserviamo le regole e stiamo tutti zitti.

Silenzio.

Il silenzio è d’oro, specie se al di là di esso c’è un cicaleccio continuo di vitamina b che fa miracoli, di vademecum alla carlona, di reportage d’insopportabili pubblicisti, di militari che ci assediano e di barzellette o gag o audio fuori luogo. E se proprio non ce la fate (e, sono sicuro, non ce la fate), postate speranza, arcobaleni, frammenti di vita casalinga, sorrisi, il tricolore, preghiere, lamentele e banalità delle più disparate. Ma per il resto, tutti zitti. E tutti a casa.


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