"Dipendente Almaviva positiva"| Ricoverata all'ospedale 'Cervello' - Live Sicilia

“Dipendente Almaviva positiva”| Ricoverata all’ospedale ‘Cervello’

Si attende la conferma dell'Asp, allertata dai sanitari dell'ospedale

PALERMO – Una dipendente del call center Almaviva di Palermo sarebbe risultata positiva al test sul Coronavirus. Si tratta di una operatrice addetta al servizio 1500 che fornisce ai cittadini informazioni sull’attuale emergenza sanitaria. La dipendente Il 2 marzo ha partecipato alla formazione. Trecentocinquanta dei quasi tremila operatori sono stati distaccati per il nuovo servizio e la formazione si è svolta in aule con 20 persone. Il suo suo ultimo giorno di lavoro è stato il 5 marzo.

L’azienda ha attivato la procedura sanitaria. La dipendente si trova nel reparto Malattie infettive dell’ospedale Cervello. Il tampone avrebbe dato esito positivo, ma si attende che sia l’Asp a confermarlo dopo essere stata allertata dai sanitari dell’ospedale. Nel frattempo si sta ricostruendo la rete dei contatti dell’operatrice a partire dai colleghi che erano in aula con lei.

Almaviva ha eseguito una sanificazione straordinaria dei locali di via Filippo Cordova e di tutte le attrezzature. L’attività non si ferma. E cresce la preoccupazione fra i lavoratori. I sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl, Ugl Tlc e Uilcom Uil lanciano l’allarme perché servono garanzie per gli operatori, e chiedono “informazioni chiare e dettagliate sulla attuale situazione che il sito di Palermo sta vivendo nelle ultime ore. Alla luce degli ultimi eventi – proseguono – ampiamente dibattuti nelle scorse settimane e sicuramente non gestiti nel migliore dei modi, oggi le comunicazioni aziendali ufficiali poco chiare, per non dire inesistenti, hanno generato ulteriormente panico nonché terrore all’interno del sito”.

“Veniamo inoltre a conoscenza che sta avvenendo una sanificazione dei locali in presenza dei lavoratori – scrivono ancora le sigle – che se confermata sarebbe molto grave. Diffidiamo da subito l’azienda per le mancate informazioni ufficiali, nonché per le azioni unilaterali intraprese e non condivise. Rispetto al caso di ormai dominio pubblico sul presunto lavoratore positivo al Covid-19, come da protocolli governativi sarebbe indispensabile che l’azienda si attivasse immediatamente a informare tutti i colleghi presenti giorno 2 marzo nella stessa aula di formazione con il lavoratore, ma che soprattutto verificasse chi era in servizio giorno 5 marzo e chiunque sia stato in contatto con il lavoratore positivo al Covid-19. Riteniamo – concludono – che tutti i lavoratori che hanno avuto contatti con chi affetto da Covid-19 devono avere la possibilità di interfacciarsi con il proprio medico di base, per avviare tutti i protocolli governativi previsti in materia di quarantena. Davanti a un caso quasi certo non ci si può ancora nascondere e sottovalutare la gravità della questione”.


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