Dopo le proteste a Partinico| "Identificare medici e infermieri" - Live Sicilia

Dopo le proteste a Partinico| “Identificare medici e infermieri”

L'ospedale di Partinico

La nota della dirigente. Nominato il consulente scientifico

PALERMO – Ha lasciato profondi strascichi la protesta di medici e infermieri dell’ospedale di Partinico. Ieri si sono radunati nel piazzale antistante il pronto soccorso: non si sentono né adeguatamente formati né equipaggiati per affrontare l’emergenza Coronavirus e hanno espresso forti criticità sulla struttura. I lavori di riconversione in Covid hospital sono ancora in corso.

Daniela Faraoni, dirigente generale dell’Asp 6 di Palermo, da cui dipende la struttura, ha inviato una nota ai direttori, medico e amministrativo, affinché procedano “immediatamente ognuno per la propria competenza alla identificazione degli operatori che hanno abbandonato la postazione di lavoro per impegnarsi nell’attività di protesta”.

Ed ancora: “Risulta altresì doveroso verificare per i giorni a seguire l’opportunità di mantenere nell’organizzazione soggetti che possono essere ostativi a promuovere un clima di massima collaborazione e proficuo lavoro”.

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Insomma non saranno più tollerate proteste in un momento in cui bisogna occuparsi dell’emergenza sanitaria. Affinché la situazione venga tenuta sotto controllo Faraoni aggiunge nella nota che “i direttori di struttura sono tenuti ad assicurare per la durata del turno notturno la propria presenza al fine di poter esprimere attraverso la propria leadership la forza necessaria a mantenere la coesione e la piena attività nella struttura”.

Contestualmente, nell’attesa che i lavori di riconversione siano completati e possano essere accolti i pazienti, la dirigente ha nominato il direttore scientifico dell’ospedale dedicato alle cure per il Covid-19. La scelta è caduta su una vecchia conoscenza di Faraoni e cioè su Salvatore Di Rosa, medico in pensione, ed ex direttore generale dell’ospedale Villa Sofia, quando Faraoni ne era direttrice amministrativa. Il compenso di Di Rosa è di 25 mila euro omnicomprensivi per tre mesi, rinnovabili.

La nota della Fials
“Con il personale sanitario dell’ospedale di Partinico serve il dialogo e il confronto, no i diktat. Non si può richiedere a direttori di strutture complesse, professionisti, medici, infermieri e Oss di scavare la trincea se gli stessi sono convinti che quella sarà la loro fossa”. Lo scrive la Fials Palermo che chiede “il ritiro della nota dell’Asp ritenuta punitiva contro i lavoratori che hanno manifestato ieri, al fine di ristabilire un dialogo democratico e di confronto, utile primariamente ai cittadini per ricevere assistenza attraverso il lavoro del personale sanitario medico da svolgere convintamente e in serenità”. In una nota infatti i vertici dell’Asp hanno chiesto ai direttori di struttura di segnalare i dipendenti che hanno protestato e di valutare addirittura la possibilità di rimuovere il personale che dovesse risultare ostativo agli ordini.
“I lavoratori sanitari del Civico di Partinico – dice Enzo Munafò, segretario provinciale della Fials-Confsal Palermo – siamo certi, sono pronti a compiere il proprio dovere, un attimo dopo avere ottenuto disposizioni e regolamenti circa l’accesso dei malati Covid positivi, l’accesso dei malati Covid negativi, individuando le attività da svolgere da parte del personale sanitario all’interno dei due percorsi definiti, spogliatoi per la vestizione con il pulito e svestizione per lo sporco garantendo le distanze minime di sicurezza per evitare il contagio, dispositivi di protezione individuali quali guanti, camici, mascherine FFp3 o FFp2 e caschi protettivi per il trattamento di utenti contagiati dal COVID-19, contenitori per biancheria sporca. Queste sono le richieste che hanno animato gli operatori che hanno sentito forte il bisogno di sicurezza, ma a tutto questo, nessuna risposta certa, nessuna disposizione scritta oltre alle parole, che desse certezza che recandosi in trincea avrebbero avuto garantito il diritto alla salute da lavoratori, bensì toni quasi di sfida per indurre i lavoratori a lavorare alle condizioni imposte, quasi come Maria Antonietta quando disse: “il popolo chiede il pane, dategli le brioches”.


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