Versamento contributi di febbraio |"Cortocircuito tra governo e Inps" - Live Sicilia

Versamento contributi di febbraio |”Cortocircuito tra governo e Inps”

Il caso sollevato dal vicepresidente vicario di Sicindustria Albanese. La replica dell'Inps

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PALERMO – “I datori di lavoro devono o non devono versare i contributi a carico del lavoratore già trattenuti sugli stipendi erogati a febbraio? Mentre il Governo annuncia a gran voce la sospensione dei termini per il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, l’Inps fa esattamente l’opposto”.

Lo dice Alessandro Albanese, vicepresidente vicario di Sicindustria, che aggiunge: “In un momento di enorme incertezza e difficoltà, le imprese non possono subire anche il cortocircuito tra gli organi dello Stato. Inps e Governo si mettano d’accordo”. Il riferimento è, nello specifico, alla circolare n.37 del 12 marzo pubblicata dall’Istituto di previdenza sociale che prevede che “il datore di lavoro o il committente che sospende il versamento della contribuzione, ma che contemporaneamente opera la ritenuta a carico del lavoratore, sia tenuto a versare quest’ultima alle ordinarie scadenze legali”.

“È urgente e indispensabile – aggiunge Albanese – che l’Inps si allinei velocemente alle indicazioni governative, per evitare che al danno si aggiunga per le aziende anche la beffa di non vedersi rinnovato il Durc, il Documento unico di regolarità contributiva, con tutto ciò che ne consegue. Non è tempo di giocare sulla pelle di imprenditori e lavoratori”.

LA REPLICA DELLA DIREZIONE REGIONALE DELL’INPS. 

In riferimento alle dichiarazioni del vicepresidente di Sicindustria, Alessandro Albanese, rilasciate a diverse agenzie di stampa, secondo cui “è urgente e indispensabile che l’INPS si allinei velocemente alle indicazioni governative” in materia di sospensione dei versamenti contributivi, è opportuno precisare quanto segue.

La circolare INPS n. 37 del 12 marzo scorso – cui Albanese fa riferimento – non fa che dare applicazione alle norme contenute nel decreto-legge n. 9/2020, che prevedono, in favore di alcune categorie imprenditoriali, la sospensione del versamento dei contributi previdenziali e assistenziali. La circolare chiarisce che tale sospensione opera sia per la quota a carico del datore di lavoro, sia per la quota a carico del lavoratore. In quest’ultimo caso si tratta, è bene ricordare, di un obbligo contributivo distinto posto direttamente a carico del lavoratore, che di regola viene assolto mediante trattenuta in busta paga da parte del datore di lavoro e poi riversata da questi all’ente previdenziale. Ebbene, qualora il datore di lavoro usufruisca del beneficio della sospensione, verrà sospeso il versamento anche della quota a carico del lavoratore.

Tuttavia, non è consentito al datore di lavoro – precisa la circolare INPS – da un lato operare la trattenuta al lavoratore, dall’altro e rimandarne il versamento beneficiando della sospensione: ciò equivarrebbe, infatti, ad una temporanea appropriazione di somme di pertinenza dei lavoratori, condotta che nel nostro ordinamento – come è ben noto ai tecnici della materia – costituisce un illecito di natura amministrativa o, in certi casi, addirittura penale.

Nessun contrasto, dunque, con le norme emanate dal Governo, ma semplice applicazione di principi generali sempre osservati in ogni tipo di situazione emergenziale e ormai consolidati nel tempo, già a partire dalla circolare INPS n. 106/2008, nella quale furono espressi per la prima volta.


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