Le convalide degli arresti si fanno telematicamente. Così come i processi. La giustizia si adegua alle restrizioni per l’emergenza Coronavirus. I carabinieri della stazione di Monreale hanno arrestato un diciottenne per spaccio di droga e denunciato il cliente che è entrato e uscito frettolosamente dalla casa del pusher, in zona Altarello. Nell’abitazione c’erano un bilancino di precisione, 52 dosi di marijuana, 4 di hashish e 80 euro.
La convalida è avvenuta nel corso di una video conferenza che ha messo in collegamento la caserma dei carabinieri e gli uffici del Tribunale.
Oltre alle videoconferenze, da qui alla fine dell’emergenza, tutti gli atti giudiziari saranno spediti con posta elettronica certificata, come già accade nel processo civile. L’obiettivo è evitare il più possibile ogni contatto in aula fra magistrati, avvocati, forze dell’ordine e personale amministrativo.
Fisicamente in aula sono presenti solo il giudice e il cancelliere. Le altre parti processuali sono collegate da remoto. Anche il fermato non è in aula, ma in una camera di sicurezza allestita dalle forze dell’ordine nelle caserme e nei commissariati. Al contempo si ripetono le operazioni di sanificazione delle aule che vengono utilizzate.