"Restiamo uniti e ce la faremo" | Una voce dalla zona rossa - Live Sicilia

“Restiamo uniti e ce la faremo” | Una voce dalla zona rossa

Come si vive a Villafrati, paese del Palermitano, in quarantena forzata. Il racconto di un avvocato

“Umanamente è un momento difficile, ma siamo tutti uniti e ce la faremo”. Filippo Liberto, avvocato penalista, vive a Villafrati, paese di 3.300 abitanti che affronta la dimensione imprevedibile della “Zona rossa”.

Dal paese non si entra e non si esce, tranne che nei casi essenziali, da quando il Coronavirus ha colpito pazienti e operatori della residenza per anziani Villa delle Palme.

Il primo pensiero va agli anziani e chi lavora a Villa delle Palme: “La casa di riposo è da anni una grande risorsa per il territorio, dà lavoro a tante persone. È una struttura di eccellenza con operatori di eccellenza. Agli anziani e al personale va tutto il nostro affetto”.

Rispettare le restrizioni è l’imperativo categorico: “La gente sta rispondendo bene. Non spetta a noi chiederci in questo momento come e perché sia accaduto il diffondersi del contagio. Poteva succedere e succede purtroppo in ogni parte d’Italia. La cosa che conta è rispettare alla lettera le indicazioni del presidente del Consiglio Conte e del presidente della Regione Musumeci. Si esce solo per le cose essenziali, i cittadini sono ordinati davanti alle attività rimaste aperte. Di machine in giro non ce ne sono, lo so perché il rumore non si sente. Silenzio assoluto. Surreale ma necessario”.

Per una piccola comunità dove si conoscono tutti, dove il rapporto umano è da sempre il collante, è un cambiamento profondo, “radicale direi – prosegue Liberto –, ma sentiamo la grande solidarietà che arriva da fuori. Mi hanno chiamato tanti colleghi, il presidente della camera penale di Termini Imerese Rocco Chinnici e dell’ordine Pietro Siragusa. Nelle case dei cittadini giungono le telefonate di chi vive fuori per lavoro, ma ha il cuore a Villafrati. Per fortuna la tecnologia e i social ci aiutano. Umanamente è difficile. I miei affetti, i miei genitori non vivono in paese. Ci video chiamiamo”.

E il lavoro? “È un momento complicatissimo per tutti, per noi professionisti, per la gente che ha chiuso le attività”.

L’ultimo pensiero va “all’amministrazione comunale, agli uffici del settore sociale, alle forze dell’ordine, alla protezione civile. Stanno facendo tutti un grande lavoro per cercare di raggiungere una sorta di normalizzazione dell’emergenza. Restiamo uniti e ce la faremo”. Filippo Liberto torna a studiare i fascicoli dei processi che spera di trattare presto. Gli avvocati provano ad andare avanti fra mille difficoltà. Nelle pause Liberto suona la chitarra. E lo fa anche molto bene.


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