Più di 7 punti di Pil in fumo| Le previsioni della Regione - Live Sicilia

Più di 7 punti di Pil in fumo| Le previsioni della Regione

L'assessore Gaetano Armao

Relazione dell'assessore Gaetano Armao. Numeri da brividi

CORONAVIRUS
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4 min di lettura

PALERMO – La Sicilia va verso un crollo di più di sette punti percentuali di Pil quest’anno. È questa ‘aspettativa della Regione secondo quanto relazionato dall’assessore all’Economia Gaetano Armao all’Ars. Una prospettiva di devastazione economica che richiede una nuova finanziaria emergenziale, come ieri ha confermato il presidente della Regione. Armao ribadisce ai deputati la necessità di votare presto il bilancio. Ma adesso tocca al governo presentare presto la nuova manovra, sulla quale al momento non sembra si sia a buon punto.

Recessione
Armao, dopo una lunga premesse che inquadra il contesto mondiale e italiano determinato dalla pandemia, mette a fuoco la situazione siciliana. “Nell’economia regionale i settori particolarmente colpiti risultano i trasporti, il turismo, il settore alberghiero ed il commercio al dettaglio, ma il perdurare delle misure di contrasto al virus stanno progressivamente, estendendo a tutti i settori sottoposti al vincolo di chiusura gli effetti recessivi”. I numeri sono da brividi: “Se le previsioni sull’andamento dell’economia nazionale sono quelle illustrate esse non potranno che determinare effetti peggiorativi su quello regionale, superando la dinamica regressiva e spingendo la contrazione oltre il 7%”, scrive l’assessore all’Economia.

Presto il bilancio
“Questa prospettiva – prosegue Armao – impone da un lato di approvare in tempi brevi un bilancio ed una legge di stabilità proiettata all’emergenza, ma sopratutto di approntare a livello regionale e concordare a livello nazionale massicce misure di supporto alla domanda e di iniezione di liquidità”. Un invito alla rapidità che però il vicepresidente della Regione deve rivolgere in primis alla sua stessa giunta, perché approvi al più presto la nuova legge di stabilità. Armao ha riassunto alcune delle misure adottate da subito: “Nell’immediatezza dell’inizio della crisi sono state assunte alcune iniziative sul piano economico per il sostegno alle imprese (la moratoria sui mutui d’intesa con l’ABI-Sicilia, estesa a Crias, Ircac ed Irfis; la misura straordinaria di liquidità affidata ad Irfis, con l’impiego di 30 milioni € per contributi in conto interessi a finanziamenti da 100.000 € alle imprese al fine di rafforzare il capitale circolante; il bando sui tranched-cover per 25 milioni € con l’obiettivo di garantire finanziamenti per 250 milioni€, l’incremento di ulteriori 100 milioni € per la garanzia sui crediti”.

La partita con lo Stato
Ma per avere qualche margine di manovra, la Sicilia ha bisogno che lo Stato allenti la morsa finanziaria. Altrimenti, la leva della spesa regionale per mettere in campo misure anticicliche potrà essere poca cosa. Armao si sofferma sulla necessità di ridurre le somme dovute dalla Regione allo Stato a titolo di compartecipazione alla spesa sanitaria e di contributo al risanamento della finanza pubblica. Questo permetterebbe di lasciare nelle casse della Regione diverse centinaia di milioni di euro. Fin qui le osservazioni dell’assessore. Su cui però le opposizioni a margine commentano che per questi obiettivi serve una proficua interlocuzione con lo Stato, con cui invece in queste settimane il presidente della Regione ha polemizzato spesso e volentieri, con tanto di siparietti mediatici in tv.

I fondi europei
Una leva di spesa, l’unica consistente a disposizione, è quella rappresentata dai fondi europei. Che la Sicilia vuole tenersi stretti, temendo uno scippo. “Le risorse del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), le risorse del Fondo Sociale Europeo (FSE) ed i fondi destinati all’agricoltura ed alla pesca, oltre che quelle di programmi complementari e del Fondo sviluppo e coesione, pur in questa tremenda congiuntura sanitaria, sociale ed economica debbono mantenere la loro allocazione regionale e la funzione addizionale rispetto a misure straordinarie che lo Stato è chiamato a finanziare con la fiscalità generale, spingendo auspicabilmente il finanziamento in deficit sino a 100 miliardi di euro”. I soldi dell’Europa, auspica Armao, devono restare qui e devono aggiungersi a quelli statali, non sostituirli in un furbesco gioco delle tre carte: “La Regione siciliana ha voluto precisare al Governo che la riprogrammazione dei fondi europei e di coesione non può destinare, evidentemente, iniziative al di fuori dei territori ai quali sono state assegnate. Ma il Governo nazionale deve pure chiarire che nei territori meridionali, le risorse europee scaturenti dalla riprogrammazione si aggiungeranno agli interventi statali di contrasto agli effetti economici della pandemia (addizionalità) per rafforzare la spinte nelle aree economicamente e socialmente più deboli, evitando alcuna perniciosa sostituzione”.

Il richiamo all’unità
C’è anche un passaggio squisitamente politico nella relazione. Con un richiamo all’unità delle forze politiche nel momento dell’emergenza. Armao cita una frase del siciliano Vittorio Emanuele Orlando riferita all’emergenza dell’epidemia di spagnola, nel dicembre del 1919: “L’ora impone ardui doveri ed esige lavoro austero e fecondo. Si potrà affermare la più radicale diversità di concezioni politiche ed escogitare la più opposta varietà di mezzi” richiedendo ai parlamentari “la più concorde e sincera volontà di costruire le nuove e più grandi fortune del nostro popolo”. Una citazione quanto mai attuale. Anche per gli amici politici dell’assessore.


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