La Regione e il Coronavirus | Un vaccino contro la recessione - Live Sicilia

La Regione e il Coronavirus | Un vaccino contro la recessione

La situazione dei bilanci regionali impone di concentrare le risorse in pochi strumenti. Ecco quali

DIRITTI E DOVERI
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L’emergenza sanitaria causata dall’epidemia influenzale attualmente in atto e le misure dirette a contenerne la diffusione stanno provocando una preoccupante recessione, che rischia di tradursi in drammatici cali del fatturato delle attività produttive e dei PIL nazionali.

L’epidemia e la recessione hanno ormai assunto una dimensione globale poiché interessano numerosi Paesi di diversi continenti, e di conseguenza per contrastarne gli effetti si sovrappongono strategie ed interventi sovranazionali e nazionali.

L’Unione europea sta per varare un programma di investimenti da 37 miliardi di euro, si avvia verso la revisione della disciplina sugli aiuti di Stato e la sospensione delle regole del Patto di stabilità che limitano la possibilità degli Stati di approntare risorse per contrastare la recessione e finanziare i sistemi sanitari, la Banca centrale europea ha annunciato un programma di acquisti di titoli pubblici e privati da 750 miliardi di euro ed una nuova strategia monetaria che, concedendo più flessibilità alle banche, dovrebbe liberare 1.800 miliardi di euro per nuovi crediti a famiglie e imprese, ed il Governo italiano ha adottato nei giorni scorsi un eterogeneo complesso di misure a sostegno dell’economia e della società (rinvio di adempimenti fiscali e contributivi, voucher, bonus una tantum, crediti di imposta a favore di diverse categorie di beneficiari, estensione del regime degli ammortizzatori sociali, congedo parentale ecc).

Tuttavia difficilmente le risorse stanziate basteranno a riparare integralmente il danno prodotto dall’emergenza sanitaria, ed in ogni caso la distribuzione degli aiuti finanziari tra gli Stati membri dell’Unione e all’interno dei rispettivi territori sarà plausibilmente preceduta da lunghe e complesse negoziazioni, agitate dagli egoismi nazionali e territoriali.

Inoltre in un contesto come quello italiano, connotato da notevoli differenze economico-sociali tra le diverse aree del Paese e da una eterogenea distribuzione e composizione delle attività produttive; la ripartizione delle risorse tra settori produttivi e aree territoriali rischia di penalizzarne alcuni rispetto ad altri.

Di conseguenza per affrontare le difficoltà dei sistemi territoriali risulta essenziale l’intervento delle Regioni.

La difficile situazione dei bilanci regionali impone di concentrare le risorse disponibili in pochi strumenti in grado di conseguire gli obiettivi prefissati, privilegiando le misure capaci di produrre il c.d. effetto moltiplicatore, di amplificare cioè gli effetti delle risorse pubbliche impegnate attivando un circolo virtuoso.

Secondo le stime diffuse dal CERVED e dall’osservatorio di Cribis le imprese siciliane potrebbero subire un calo di fatturato compreso tra i 6 e i 24 miliardi nel biennio 2020-21, ed hanno urgente necessità di circa 1,2 miliardi di liquidità per garantire la continuità aziendale.

In attesa della definizione della distribuzione territoriale delle risorse stanziate dal Governo la Giunta regionale intende stanziare circa 200 milioni di euro per il fondo di garanzia che agevola il finanziamento delle attività produttive, ha promosso la moratoria dei mutui delle imprese, ha richiesto alle banche di accelerare le procedure per la concessione dei finanziamenti, di sospendere le richieste di rientro immediato dei prestiti concessi alle aziende siciliane e di estendere la moratoria sui mutui alle famiglie, ha stanziato 25 milioni per i c.d. tranched cover, che garantiscono il rientro delle somme prestate dagli istituti finanziari e 30 milioni da erogare attraverso l’Irfis come contributo sugli oneri per interessi e le spese di istruttoria per i finanziamenti.

L’evoluzione dell’emergenza finanziaria e le previsioni delle associazioni delle categorie produttive e degli istituti di ricerca specializzati inducono a ritenere che simili misure dovranno essere tempestivamente integrate con ulteriori interventi in grado di fornire un sostegno efficace alle categorie sociali e produttive in difficoltà. Anche per evitare che la recessione generata dall’epidemia possa incrementare il gap della Sicilia rispetto al resto del Paese, ed in particolare rispetto alle regioni che grazie ad una maggiore disponibilità di risorse sono in grado di finanziare interventi di forte impatto finanziario a favore dei rispettivi sistemi produttivi.

In un simile contesto risulterà decisiva la capacità di liberare risorse da destinare alle politiche in grado arginare gli effetti della crisi rinunciando a spese non essenziali, utilizzando efficacemente la potestà tributaria, canalizzando le poche risorse disponibili verso gli strumenti in grado di produrre benefici concreti e misurabili.

Al riguardo potrebbero rivelarsi molto utili anche provvedimenti ad impatto zero sul bilancio o che comportano stanziamenti di risorse molto ridotti, come le misure di semplificazione e di alleggerimento degli iter burocratici di attribuzione delle risorse, la riduzione dei tempi di pagamento dei debiti commerciali, che libererebbe risorse fondamentali per il mondo imprenditoriale, lo snellimento delle procedure di gestione dei fondi europei e di quelle di affidamento dei contratti pubblici, l’anticipazione dell’erogazione di contributi già stanziati in bilancio e la redistribuzione di risorse alla luce delle nuove esigenze.


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