"Basta, il governo ci vuole morti| La Sicilia non è La Lombardia" - Live Sicilia

“Basta, il governo ci vuole morti| La Sicilia non è La Lombardia”

Secondo Patrizia Di Dio di Confcommercio Palermo, si rischia la rivoluzione

PALERMO- “Eh no, così non si può andare avanti. Il governo ci vuole morti”, Patrizia Di Dio non ha alcuna voglia di girarci intorno. Non è più tempo del politicamente corretto. La presidentessa di Confcommercio Palermo lancia un appello “ai politici siciliani, ai prefetti, ai sindaci: dobbiamo riaprire le nostre attività”.

Insomma, il nuovo decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte non le piace proprio
“Vedo solo irrazionalità. Basta guardare i dati, in Sicilia non c’è un allarme sanitario. Non possiamo tenere chiuse le nostre aziende se non ci sono motivazioni forti. Ci saremmo aspettati una gradualità. Ed invece la gradualità c’è stata per tutti, tranne che per noi. Non c’è alcuna proporzionalità. La Sicilia non può essere considerata come le altre regioni a rischio”.

Non si può andare avanti con delle scelte uguali per tutti. La Sicilia non è la Lombardia, ho capito bene?
“La premessa sono i numeri dell’emergenza sanitaria. Tutti abbiamo fatto la nostra parte e con grande senso civico abbiamo rispettato chiusure e divieti. Oggi una massificazione dei provvedimenti è inaccettabile. La non gradualità inverte la proporzionalità. Succede che le zone rosse dove il contagio è ancora forte, dove si contano a centinaia di morti, stanno ripartendo meglio delle regioni del Sud. Il premier Conte parla di aprire subito solo industrie e cantieri”.

Sta parlando al Nord industrializzato
“Esatto, al Sud turismo, professioni e commercio sono gli unici settori che fanno reddito. Per questo le dico che il provvedimento è un’assurdità. Dicono che in Italia ripartiamo tutti insieme. Ed invece riparte solo una parte del Paese mentre si tiene chiusa l’unica fonte economica del Sud”.

Che è già in ginocchio
“In ginocchio? Qui ci stanno spianando. La task force del governo ha letto i dati sui contagi? Mi aspettavo che in Sicilia ci facessero ripartire addirittura prima che altrove. Altro che il 4 maggio, ed invece il commercio deve restare ancora chiuso. È il commercio che tiene in piedi la fragilissima economia siciliana. Qui abbiamo tutti ben chiaro dal primo istante che l’emergenza sarebbe stata più sociale ed economica che sanitaria”.

Però nessuno può escludere, anzi è il contrario, che la chiusura abbia evitato morti e contagi
“Siamo d’accordo e siamo felici che hanno funzionato”

Cosa propone?
“Non vedo perché non si possano applicare per i negozi la stessa logica, ad esempio, utilizzata nei supermercati per la sicurezza e il distanziamento. Ed invece siamo diventati i martiri di un sistema distorto. Vogliono mettere il Sud in ginocchio e premiare le lobbies del Nord. Diciamolo con franchezza: questa è un’ingiustizia verso il Sud”.

La politica siciliana, il governatore Nello Musumeci, le sembra pronta ad accogliere il suo appello?
“Me lo auguro. Siamo a statuto speciale, usiamole una buona volta le nostre prerogative al servizio della gente e contro un sistema centrale che ci vuole morti”.

E se la politica restasse sorda?
“Non possiamo restare fermi. Così si rischia una rivoluzione che non potremo più contenere. Siamo stati responsabili, non vogliamo diventare martiri di un sistema distorto. Cosa serve per farlo capire, i Vespri siciliani del 2020?”

 


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