“Modello Genova per tutta l’Italia | In Sicilia no a muro contro muro” - Live Sicilia

“Modello Genova per tutta l’Italia | In Sicilia no a muro contro muro”

Il viceministro Giancarlo Cancelleri (M5S)

Intervista a Giancarlo Cancelleri. “Opere più veloci, ecco la nostra proposta, vale 100 miliardi”.

Movimento 5 Stelle
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Viceministro Giancarlo Cancelleri, abbiamo visto le immagini del nuovo ponte di Genova. Una situazione a cui si è rimediato in un anno e mezzo. Per i genovesi ci ha fatto pure piacere. Ma che speranze abbiamo in Sicilia dove il viadotto della Palermo-Catania è chiuso da cinque anni?

“Chi di speranza vive, disperato muore. Io voglio avere certezze, non speranze. E per questo mi sto battendo con ogni energia per fare approvare la proposta del Movimento 5 Stelle di far diventare il modello Genova il modello Italia. Genova ha raccontato al mondo che l’Italia è in grado di realizzare grandi opere senza ritardi burocratici. Qualcuno può dirmi: ‘ma non ci sei tu al governo?’. Sì, ma è innegabile che in quel ponte Himera da sei mesi i lavori siano andati avanti, senza fermarsi. Ma il problema non è quello. È che non abbiamo strade, non abbiamo risposte coerenti. Se vogliamo sentirci italiani dobbiamo avere le stesse possibilità. Io volevo un commissariamento della Ragusa-Catania e mi sono battuto perché lo facesse il presidente della Regione siciliana il commissario, questo deve avvenire su tante altre cose”.

Le opere da attivare non mancano.

“In Sicilia ci sono 16 miliardi di opere pubbliche da realizzare, già finanziate: 11,7 miliardi di opere ferroviarie e 4,8 di opere stradali. Queste cose debbono essere messe in atto immediatamente. C’è attivo in questo momento solo mezzo cantiere sulla Cefalù-Castelbuono e un altro sulla Bicocca-Catania”.

Si era parlato di un grande pian di investimenti in infrastrutture per fare ripartire l’economia. Al Sud lo aspettiamo più che altrove. Non ne sentiamo più parlare, perché?

“Non è vero che non se ne parla più. C’è una discussione politica dentro la maggioranza. Noi de Movimento 5 stelle vorremmo l’Italia come Genova”.

E qualcun altro non lo vuole?

“La domanda è perché qualcuno non lo vuole. La proposta del Pd e del ministro De Micheli, lo dico con assoluto rispetto, è decidere di commissariare una ventina di opere i tutta Italia. La nostra proposta prevede 100 miliardi di euro da mettere a terra e parlo di opere già finanziate che aspettano autorizzazioni e altro. Loro propongono un piano da 15 miliardi. Il presidente Conte è stato tranciante, quando salendo sul palco a Genova ha detto ‘qui è bellissimo, il modello Genova deve essere replicato n tutta Italia’. Per noi del Movimento non può non essere cosi. Dobbiamo dare dignità ai territori, alla Sicilia, alla Sardegna , alla Calabria. Io mi unisco al coro dei cittadini gridando ‘vergogna’ davanti al viadotto Himera”.

Le sembrano adeguate le misure economiche varate dal suo governo? I ritardi sulla cassa integrazione in deroga sono gravi in questo contesto, quanto ai prestiti agevolati, il premier è passato dal parlare di “potenza di fuoco” a chiedere alle banche “un atto di amore”. Non è il caso di rivedere la strategia?

“Che ci siano stati dei problemi è innegabile. Ma credo che noi abbiamo fatto tanto in questo momento. I 600 euro alle partite Iva, ad esempio. Abbiamo messo in campo in dieci giorni qualcosa che prima richiedeva tre o quattro mesi. A questi porteremo la cifra a 800 euro, con un contributo per due mesi. I prestiti? Quello che ha chiesto il presidente del Consiglio è smettetela di guardare soltanto al vostro. Ci sono banche che erogano i soldi in due giorni, perché ci sono le garanzie dello Stato al 100 per cento. Altri istituti no. Ci vuole uno spirito di collaborazione nazionale. È chiaro che la responsabilità non la ribaltiamo sugli istituti bancari, al governo ci siamo noi. Anche per la cassa integrazione in deroga, abbiamo fatto tutto velocemente, ci sono regioni che hanno fatto i compiti a casa, altre meno. A stamattina (ieri per chi legge, ndr), la Sicilia ha caricato 715 domande, regioni come la Campania 20mila, il Lazio 30mila. Ho visto che il presidente della Regione si è scusato: quando arrivi a un certo punto la polemica deve finire. Noi però li avevamo avvisati per tempo”.

Ma non sarebbe il caso di pensare a fondi a fondo perduto per le imprese, piuttosto che mandarle in banca a farsi prestare i soldi?

“Stiamo studiando. La misura che sta valutando il ministro Patuanelli sarebbe nell’ordine fino a cinquemila euro per le aziende con pochi dipendenti. La coperta è quella. E un’altra idea è che introdurremo la possibilità di scambiare in banca il proprio credito di imposta, anticipandolo, come ci ha permesso la Commissione europea. Purtroppo poi i media e i cittadini fanno i paragoni con gli altri Paesi. Ma se conosci qualcuno in quegli altri Paesi e lo chiami ti racconta che anche lì ci sono persone che non hanno ricevuto i soldi”.

Il governo nazionale non ha ancora dato risposte alla Sicilia sul miliardi di euro di contributo al risanamento dei conti pubblici che la Regione chiede di trattenere per utilizzarli per i siciliani in questo momento di emergenza. Le sembra una richiesta sensata?

“La Sicilia ha parecchie partite aperte con il governo nazionale, anche il mutuo spalmato in dieci anni per il rientro dal disavanzo. La partita non può essere affrontata solo con le cose che ci convengono. Credo che oggi ci siano le condizioni e la volontà per trovare le soluzioni migliori. Nessuno vuole fregare l’altro, io faccio parte del governo nazionale ma sono fieramente siciliano. Mi sembra che da questo punto di vista ci sia un buon clima”.

Cosa sta succedendo nel vostro gruppo all’Ars? È scattata la prima epurazione, ne seguiranno altre?

“Credo che in questo momento si stiano scontrando due anime. Una che vuole incarnare lo spirito originario del Movimento, quella aperta alle buone proposte, non di destra o sinistra. C’è un’area che ha posizioni più intransigenti, con un no a prescindere. Sono due punti di vista che non si stanno incontrando. Sono tutti bravissime persone e io faccio loro un appello a ragionare. La divisione avvantaggia semplicemente gli altri. Quello che era un gruppo coeso è diventato un muro con varie crepe. Ho letto con grande dispiacere che una delle persone alle quali sono affezionato è stata espulsa, Sergio Tancredi, per non avere restituito parte dello stipendio. Ma credo che lui abbia una situazione contingente che glielo impedisca. Il comitato di garanzia può rivedere questa decisione e ho chiesto a Tancredi di avviare la rendicontazione, a quel punto si potrebbe fare una riflessione per farlo rientrare. Poi però dobbiamo lavorare su questo gruppo parlamentare che non può essere così, vanno superati rancori e antipatie personali. Non è il momento di fare muro contro muro contro il governo regionale. Lo dico a Salvini per il governo nazionale e non posso avere due pesi e due misure in Sicilia. È il momento non di vestire la maglia del partito ma i colori della Sicilia”.

 


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