Livelli di "affidabilità fiscale" |Non era meglio sospendere? - Live Sicilia

Livelli di “affidabilità fiscale” |Non era meglio sospendere?

In un momento come questo, il legislatore avrebbe dovuto stoppare i nuovi studi di settore.

E’ stato emanato dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate, in data 30 aprile 2020, il Provvedimento n.183037, avente per oggetto l’Individuazione dei livelli di affidabilità fiscale (gli ISA) relativi al periodo d’imposta 2019.

Gli ISA, è bene ricordarlo, sono i nuovi coefficienti che hanno sostituito gli “studi di settore”. Stabiliti nel 2017, con prima applicazione per l’annualità 2018, partendo da un concetto diverso da quello degli “studi” (semplice “presunzione di congruità o non congruità” dei ricavi o dei compensi dichiarati), nell’ottica, dichiarata, di facilitare l’adesione spontanea, rilasciano dei voti di attendibilità di quanto dichiarato dai contribuenti, voti ai quali sono legate alcune agevolazione oppure, con un voto al di sotto del 7, l’inserimento in una black list che, se non conduce automaticamente al controllo, espone sicuramente i contribuenti lì inseriti ad una probabile particolare attenzione del fisco.

In pratica, il punteggio degli ISA esprime un giudizio di sintesi sull’affidabilità dei comportamenti fiscali del soggetto, attribuendo al contribuente un valore di sintesi, da 1 a 10, dei singoli indicatori: più basso sarà il valore dell’indice, minore sarà l’affidabilità fiscale del soggetto, più alto sarà il valore, più alta sarà l’attendibilità fiscale del soggetto.

Più in particolare, con un punteggio da 8 a 10 si accede al regime premiale; nessuna conseguenza in caso di punteggio pari a 7; con un punteggio da 1 a 6, invece, il contribuente potrà essere selezionato per una serie di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate e dalla Guardi di Finanza;

Quello emanato il 30 aprile scorso è un provvedimento composto da ben undici pagine, con il quale il Direttore delle Entrate, nell’evidenziare in modo molto puntuale i diversi benefici premiali connessi all’ottenimento dei punteggi superiori al 7 e previsti dal comma 1 dell’articolo 9 bis del D.L. 24/4/2017 n.50, modula in maniera leggermente diversa dall’anno scorso i livelli di affidabilità fiscale che si avranno dopo l’elaborazione dei dati riguardanti il 2019.

C’è da dire, in verità, che il Direttore dell’Agenzia delle Entrate non poteva sottrarsi da questa rimodulazione degli ISA prevista dalla legge, così come non poteva sospenderne l’applicazione durante l’attuale fase di emergenza dipendente dalla pandemia.

Il fatto è che, dopo le numerosissime critiche che sono state rivolte agli Isa l’anno scorso (per quelli relativi all’annualità 2018), dopo l’intervento (rimasto inascoltato dal MEF) di tutte le categorie professionali del settore ed addirittura dei Garanti del Contribuente, che ne chiedevano uno slittamento a causa dell’arrivo delle previste istruzioni con troppo ritardo e comunque non nel rispetto del termini previsti dallo Statuto dei Diritti del Contribuente, un provvedimento del genere, come già detto di ben undici pagine, giuridicamente corretto, emanato nel pieno della crisi economica che l’intero Paese sta vivendo, appare obiettivamente inopportuno, se non addirittura ridicolo.

Non credo che interessi molto il fatto che gli ISA – introdotti nell’ordinamento dall’art. 9¬ bis del dl n. 50/2017 – sono gli indici che l’Amministrazione finanziaria ha messo a punto, con la collaborazione delle categorie interessate, al fine di favorire l’emersione spontanea delle basi imponibili, stimolare l’assolvimento degli obblighi tributari da parte dei contribuenti esercenti attività di impresa, arti o professioni e rafforzare la collaborazione tra questi e l’Agenzia delle Entrate.

Non credo suoni bene alle tantissime partire IVA che dall’inizio di marzo sono state costrette a sospendere (probabilmente chiudere) l’attività, per disposizione governativa o per mancanza di mercato, sapere che sia sufficiente un punteggio leggermente inferiore a quello dell’anno scorso per sfuggire alla presunzione di “società non operativa”, per ottenere più facilmente l’autorizzazione alla compensazione o il rimborso dell’IVA, oppure la riduzione di un anno del termine a disposizione dell’Amministrazione Finanziaria per notificare gli accertamenti.

Non credo sia molto logico parlare di coefficienti di affidabilità fiscale in presenza di un PIL che ufficialmente sta per scendere di oltre 10 punti.

Se l‘Agenzia delle Entrate, infatti, fa il suo lavoro, dall’altro il Legislatore dovrebbe sempre avere i “piedi per terra” evitando che, insieme ai tantissimi altri provvedimenti che la necessità di provvedere a risolvere i numerosissimi problemi che la drammatica situazione sanitaria ed economica sta comportando, possano venir fuori anche provvedimenti che chiamare “impopolari” è veramente un eufemismo.

Intanto, però, il nuovo Provvedimento esiste già e lo si può consultare nel sito dell’Agenzia delle Entrate.

Chi vuole, può prendere atto che per ottenere l’esonero dall’apposizione del visto di conformità e per la riduzione di un anno del termine di decadenza è sufficiente avere il punteggio di 8; per ottenere l’esclusione degli accertamenti basati su sistemi analitico-induttivi è sufficiente avere 8,5; per guadagnare l’esclusione dell’applicazione della disciplina delle società non operative e l’esclusione della determinazione sintetica del reddito attraverso il “redditometro” di cui all’articolo 38 del D.P.R. 600/73, è sufficiente avere 9.

Quello che ci si aspettava (e ci si aspetta ancora), invece, non dall’Agenzia ma dal Legislatore, era l’immediata completa sospensione degli ISA, sospensione che se era già abbastanza giustificata l’anno scorso soltanto per il ritardo con cui le istruzioni e la modulistica erano state messe a disposizione dei contribuenti, più che giustificata ed assolutamente indispensabile appare oggi, visto che è impensabile che in questo periodo, seppure con riferimento ai periodi d’imposta 2018 e 2019, possano essere applicate molte delle regole di accertamento attualmente in vigore alle quali anche le disposizioni sugli ISA fanno riferimento, utilizzando, per esempio, accertamenti attraverso il redditometro o con altri sistemi induttivi, oppure richiedendo ulteriori adempimenti per sbloccare compensazioni o rimborsi che, nell’attuale crisi di liquidità, potrebbero, invece, dare una mano ai cittadini.

E’ quindi l’intero sistema fiscale che deve essere al più presto essere rivisto, cercando di cogliere questa “brutta occasione” per resettare le tantissime storture della nostra legislazione tributaria, puntando, più che ad un obiettivo di repressione delle violazioni commesse (che sono certamente tante), ad un obiettivo di ripresa economica. Una ripresa che, con gli strumenti giusti, potrebbe essere molto utile non solo ai cittadini nella fase della ripresa della loro attività, ma anche all’Erario nella fase della ripresa economica dell’intero Paese.

Ricordiamoci che Winston Churchill ebbe a dire: “Mai sprecare una buona crisi”.

 

 


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