In gioco la dignità dei penalisti | Governo, stop all'improvvisazione - Live Sicilia

In gioco la dignità dei penalisti | Governo, stop all’improvvisazione

Fermiamoci e diamo l’esempio che il ruolo impone

A chi giovi questa contrapposizione tra Magistrati ed Avvocati su temi di giustizia e sulla praticabilità stessa delle attività giurisdizionali e fino a quando (e quanto) potrà rimanere su binari rispettosi della corretta dialettica tra soggetti-riferimento, per la opinione pubblica nazionale? Domanda che impone una risposta adeguata ed immediata. Anche il silenzio potrebbe essere eloquente ed efficace, purche’ seguito da atti condivisi e coerenti. Appare evidente che il susseguirsi  di decreti governativi  che ad horas hanno subito modifiche clamorose e contraddittorie, ha alimentato le prese di posizione di parte, ciascuna con le motivazioni (di fatto e di diritto) che ha ritenuto prevalenti.

Un dato, e su ciò sono convenute autorevoli e prestigiose voci di entrambi i campi: il dibattimento non e’ compatibile, sotto tutti i profili, organizzativo e giuridico, con il sistema da remoto, improvvidamente previsto nel decreto legge n. 18/2020 cd. “Cura Italia”, convertito in l. n. 27 del 24.04.2020 (art. 83, in materia penale). Resta, ed e’ indiscutibile, la questione sanitaria, sovrastante ogni altra esigenza. Altro aspetto che appare palmare è la improvvisazione che in materia di giustizia caratterizza l’azione di governo. I temi sono all’ordine del giorno. E mi rifiuto di mettere altra carne su di un fuoco che brucia innanzitutto la nostra dignità. Ripeto, che l’assetto politico mostri limiti clamorosi e livelli di inefficienza e persino di incultura giuridica in materia di giustizia, appare plateale al mondo intero, ma che a questo guazzabuglio partecipino anche i protagonisti istituzionali, Magistrati ed Avvocati, no, questo no! Fermiamoci e diamo l’esempio che il ruolo impone.

A maggior ragione che la vicenda e’ determinata da una esigenza incontrovertibile: la salubrita’ degli edifici giudiziari, ambiti che quotidianamente ospitano migliaia di persone, interne ed esterne al Palazzo e che interagiscono inevitabilmente a distanza ravvicinata. I locali sono stati adeguatamente sanificati e dotati degli indispensabili presidi, materiali ed organizzativi per garantire un livello di sicurezza appropriato? Sono stati predisposti e forniti gli strumenti materiali e le risorse finanziarie sufficienti a mettere in sicurezza i palazzi di giustizia? Sono in atto pronte ed operative le maestranze addette alla sanificazione dei locali, secondo protocolli di sanita’ che garantiscano la igiene e la salute di chi li frequenta quotidianamente e occasionalmente? Come si vede si tratta di aspetti talmente pratici ed elementari da apparire persino banali . Chiediamo che vengano risolti, in tempi immediati ed in maniera sicura. E su ciò siamo tutti d’accordo, magistrati, avvocati, personale di cancelleria, tutti. I temi sacri del diritto lasciamoli per le occasioni degne di tale livello. Diversamente rischiamo (e sarebbe imperdonabile) di fornire un alibi formidabile a chi deve occuparsi della giustizia e non lo sa fare.


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