Doping, soffiate e minacce| La mafia nelle corse dei cavalli - Live Sicilia

Doping, soffiate e minacce| La mafia nelle corse dei cavalli

Così il clan dell'Acquasanta truccava le corse in diversi ippodromi italiani

PALERMO – Soffiate per le scommesse, fantini e drivers corrotti, cavalli dopati. L’inchiesta della Dda di Palermo offre uno spaccato desolante del mondo delle corse.

Tre anni fa le infiltrazioni della mafia nell’ippodromo della Favorita portarono alla chiusura forzata. Archiviata la vecchia gestione il Comune ha aggiudicato il bando a una società toscana e si attende il cronoprogramma per la riapertura.

Le indagini del Nucleo speciale di Polizia valutaria della finanza fanno emergere che sarebbero state truccate alcune corse a Torino, Villanova d’Albenga, Siracusa, Milano e Modena. E c’è il mondo delle scommesse. Se si hanno i canali giusti arriva la soffiata su quale cavallo scommettere.

Giovanni Ferrante, uno degli arrestati del blitz di oggi, è tornato in libertà nel gennaio 2016. Per sei mesi in affidamento ai servizi sociali e poi, nel successivo luglio, ha finito di scontare la condanna. Si è rimesso subito a gestire gli interessi economici della famiglia dell’Acquasanta, mandamento mafioso di Resuttana. Per la verità ha continuato a farlo anche mentre era in carcere.

Ferrante, 43 anni, ha capito che si potevano fare soldi anche truccando le corse dei cavalli. Nell’estate 2017 ha creato una sua scuderia con sette cavalli formalmente intestati alla compagna Letizia Cinà.

È il 23 maggio del 2016 quando parla con Santo Pace. Il primo cavallo che cerca di comprare è “Sonny Side”. Pace gli dà dei consigli: “… per esempio compri due tre cavalli e li mandiamo a Taranto… è una piazza scarsa… ci fai tre, quattro primi… li devi vendere e nell’arco di sei mesi guadagni ventimila, quindicimila, di questo si tratta…”.

E mentre discutono viene fuori un altro dettaglio. È sempre Pace a parlare: “… stavo parlando al telefono con quello… mi ha dato un cavallo a Trieste… la terza corsa il numero cinque a quota fissa…”. Ed in effetti quel giorno vinse il cavallo che gli stato suggerito, “Rivarolo”.

Per “Sonny Side” i proprietari chiedono 5 mila euro. Troppi, secondo Ferrante che valuta l’acquisto di “Ungherese Jet”. E mentre ne discute con Pace arrivano nuove soffiate. Il 3 giugno 2016 Pace spiega: “Tre cavalli mi ha dato e tre primi ho fatto, ieri sera… ho fatto un multiplo di cinquanta euro, duecentosessanta euro, hanno vinto tutti e tre, oggi…”. Erano “Poggio”, “Unvero Killer Gar” e “Under the Sun”. Le telefonate continuano ad arrivare.

Il 10 agosto 2016 è Ferrante a comunicare ad Andrea Ciampalleria su quali cavalli scommettere a Siracusa: “… segnati questi cavalli e mi fai il multiplo”. Si tratta di “Try Again”, “Usa di Ruggero”, “Picasso Rivarco” e lo stesso “Ungherese Jet” da giocare “piazzati”. Ed in effetti i cavalli segnalati si piazzano tutti sul podio, tranne “Ungherese Jet” che ha rotto il passo in dirittura di arrivo.

Cosa sia successo lo spiega proprio Ferrante: “Già secondo me hanno messo mano ai ferri perché il cavallo dà molti morsi… appena lo vuoi toccare per accarezzarlo ti vuole dare morsi…già la benzina se la calò”. L’ipotesi è che fosse stato dopato e in quel frangente l’animale non aveva retto. Sarebbe andata meglio il successivo 28 agosto. Dopo “Ungherese Jet” Ferrante compra altri cavalli, a cominciare da “Sonny Side” che era stato il suo primo desiderio.

È l’indotto delle scommesse che fa gola al mafioso. Il 15 novembre Ferrante è all’ippodromo di Taranto. Chiede a Ciampallari di scommettere alla Snai su “Ungherese Jet… perché si deve ritirare un cavallo e riaggiornano di nuovo le quote…”. Anche il ritiro è frutto di un patto sporco: “Gioca il cavallo vincente qualche cinquecento euro per tutti e due… spicciati che hanno ritirato il cavallo…”. “Ungherese Jet” è il vincitore della corsa numero 2. Ferrante è eccitato e svela un altro retroscena: “… gli hanno fatto rammollire le gambe a Minopoli… che giocavano tutti Minopoli”. Mario Minopoli è uno dei fantini della gara, ma il cui cavallo è stato squalificato per “rottura del passo”.

Scene analoghe sui ripetono per negli ippodromi di Torino, Aversa e Agnano. Ciamapallari fa il resoconto via Sms dei premi percepiti dal solo “Ungherese Jet” in due mesi: “1920 € agosto 290 € settembre = 2210€ levare il 4% = 2120€”

Le corse sui truccano con l’accordo dei fantini. “Gli diamo cinquecento euro l’uno… cinque, cinque e cinque”, dice Santino Pace riferendosi a Mimmo Zanca, Cosimo Cangelosi ed Elvis Vessichelli. Zanca è il driver su cui il clan fa più affidamento. Sulla sua PostePay vengono eseguiti accrediti per circa 13 mila euro.

Non è detto che tutti i fantini siano disponibili. Lo dimostra la telefonata che Ferrante fa a Tommaso Gambino: “… senza battere a quello con il sei”. Gambino non ci sta: “… io già mi sono giocato sul mio cavallo trecento euro… gliel’ho fatto giocare magari a mio padre…”. Ferrante è irremovibile: “… non mi interessa… ciao… non lo battere.. ti giuro sui miei figli, non lo battere. Ciao”.

E se qualcosa va storto per colpa di qualcuno, quel qualcuno rischia grosso. Due fratelli drivers di cavalli da trotto furono minacciati. Dovevano restituire i soldi del premio vinto: “… domani mattina portate i soldi, portate i soldi… vi sotterro pure i bambini piccoli che avete a casa, vi butto… il cemento rapido di sopra in un’ora così siete asciutti”.

 


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