Pubblicato il Decreto Rilancio| Ecco tutte le misure fiscali - Live Sicilia

Pubblicato il Decreto Rilancio| Ecco tutte le misure fiscali

Rinvii, bonus, cartelle: tutto quello che c'è da sapere.

Si chiamava Decreto di Aprile, poi gli è stato dato il nome di Maggio, ma alla fine, visto il ritardo con cui è stato varato, gli è stato dato un altro nome, molto più risonante di tutti quelli emanati prima: “Decreto Rilancio”. Parliamo del Decreto Legge n. 34 del 19 maggio 2020, pubblicato lo stesso giorno, prima dello scoccare della mezzanotte, nella Gazzetta Ufficiale n. 128.

Sicuramente i suo nome è di grandissimo effetto e di ottimo auspicio. Ma, nonostante i suoi 266 articoli distribuiti in 268 pagine di testo, disposizioni tutte da interpretare con tantissima pazienza, non sappiamo se basterà a rilanciare veramente l’economia del nostro Paese. I problemi che ha causato la pandemia da Covid-19, sommati ai tanti errori del passato ed a quelli più recenti, sono stati tanti e tali che, probabilmente, come avvenuto nel dopoguerra, ci vorranno anni per rimettere in sesto la nostra povera Italia.

E quando si dice “povera”, si intende proprio senza soldi, perché era da molti anni che eravamo a debito, ma a questo debito, tanto vituperato, specialmente dall’Unione Europea e dalle Nazioni europee più forti, ormai è stata data la stura, con miliardi e miliardi di denaro che, se non arriveranno gli aiuti economici promessi (o semplicemente assicurati), non sappiamo quanto povera l’Italia sarà destinata a restare.

Intanto, dopo il Decreto “Cura Italia” ed il Decreto Liquidità”, ora abbiamo lo sperato “Rilancio”. Un ennesimo decreto legge che questa volta mette in campo, dopo i 25 miliardi del Decreto “Cura Italia”, ben 55 miliardi di Euro, una somma che vale almeno due finanziarie. E se si pensa quanta fatica (politica e non) è stata necessaria ogni anno per racimolare 25 o 30 miliardi di una finanziaria, possiamo bene immaginare qual è il sacrificio che, anche con tutta la auspicata “benevolenza” dell’Europa, dovremo affrontare in futuro.

Non c’è dubbio che le nuove disposizioni costituiscono un discreto ristoro per le persone rimaste senza liquidità, ma difficilmente l’enorme somma che lo Stato si accinge a spendere senza una correlativa certa aspettativa di un futuro “ritorno” economico-finanziario potrà essere di grande aiuto alla “ricostruzione”. I veri incentivi per la ricostruzione economica del Paese, infatti, sono abbastanza pochi.

Tra questi vanno segnalati, comunque, i bonus riguardanti l’edilizia ed in particolare il bonus per lavori di efficientamento energetico e di adeguamento sismico che è pari al 110 % della spesa, una somma, quindi, che non solo copre tutto il costo dell’opera, ma che può essere addirittura ceduta al prestatore del servizio per cui, in definitiva, i lavori potrebbero non costare nulla.

Questo bonus non esclude tutti quelli già esistenti. Peccato, però, che un simile intervento fiscale non sia stato esteso a tanti altri lavori che fanno parte del settore dell’edilizia che, come l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza dal punto d vista sismico, rappresentano pure un settore trainante dell’economia. Non si sarebbero dovute trascurare, per esempio, come pare sia accaduto, le ristrutturazioni del patrimonio storico di appartenenza privata, patrimonio che, spesso in degrado, con una adeguata riqualificazione è in grado non solo di spingere l’economia, ma anche di favorire altri settori, tra i quali, principalmente, quello del turismo.

Comunque, conoscendo le capacità degli Italiani, e ricordando anche la ripresa economica del dopoguerra, dobbiamo essere ottimisti.

Ma vediamo ora quali sono le novità più importanti di quest’ultimo Decreto Legge. La nuova “data magica” è il 16 settembre 2020.

Finalmente, c’è stata la tanto attesa abolizione delle famose clausole di salvaguardia IVA , quelle norme che, da ben nove anni, minacciavano l’aumento delle aliquote IVA se non fossero state trovate le coperture che non si era riuscito a trovare con le leggi finanziarie di quel periodo.

Rinviati, poi, al 16 settembre 2020 tutte le scadenze previste dal Decreto “Liquidità”, ossia il Decreto Legge n. 23 dell’8 aprile 2020.

Gli adempimenti a partire da giugno , invece, nonostante le aspettative di cittadini, imprese e professionisti, torneranno a seguire i termini ordinari.

In pratica, pur mantenendo in piedi gli originali requisiti, soggettivi ed oggettivi, previsti dai precedenti decreti, è stato ulteriormente prorogato a metà settembre il termine per il recupero delle somme (tasse e contributi) non versate enti nei mesi di marzo, aprile e maggio. Ora il pagamento potrà avvenire entro la data prima citata, oppure in quattro rate mensili, la prima delle quali con scadenza 16 dicembre 2020.

Importante intervento fiscale del Governo, volto ad evitare il versamento del saldo 2019 e dell’acconto 2020 dell’IRAP ordinariamente dovuta dalle imprese e lavoratori autonomi soggetti o a tale imposta con ricavi fino a 250 milioni di Euro.

Accolta la richiesta di rinviare, pure al 16 settembre 2020, anche per i pagamenti degli “avvisi bonari” (36 bis e 36 ter D.P.,R. 600/73) scaduti nel periodo che va dall’8 marzo 2020 alla data di entrata in vigore del nuovo decreto legge. Anche in questo caso si potrà pagare ratealmente e, più precisamente, in quattro rate.

Rinviato pure al 16 settembre, con possibilità della dilazione in quattro rate, il pagamento delle ritenute d’acconto relative al periodo 17 marzo – 31 maggio 2020, non effettuate dai sostituti d’imposta nei confronti dei contribuenti con ricavi o compensi fino a 400.000 Euro.

Gli accertamenti e gli altri atti tributari che erano nel programma dell’Agenzia delle Entrate quest’anno (33 milioni), compresi quelli (otto milioni) che erano in scadenza al prossimo 31 dicembre 2020 dovranno essere emessi entro il 31 dicembre 2020, ma saranno notificati nel 2021, entro il 31 dicembre di quell’anno.

Ferma, fino a tutto il mese di agosto, l’attività dell’Agente della Riscossione. Sono stati rinviati, infatti, al 1^ Settembre 2020 sia la notifica delle cartelle di pagamento, sia l’adozione delle misure cautelari, sia i pagamenti delle cartelle già notificate. Gli enti impositori, comunque, potranno continuare ad effettuare le iscrizioni a ruolo. Rinviato al 10 dicembre 2020 il pagamento delle rate per la “rottamazione ter” ed il “saldo e stralcio”.

Gli ISA, gli Indici di Affidabilità Fiscale, non sono stati eliminati. Saranno solo adeguati alla situazione legata alla pandemia.

Sono prorogati al 16 settembre i termini di versamento delle somme da pagare a seguito di atti deflattivi del contenzioso in scadenza tra il 9 marzo e il 31 maggio. Contemporaneamente è stato rinviato pure al 16 settembre 2020 il termine per la proposizione del ricorso in primo grado contro i cennati atti definibili attraverso gli strumenti deflattivi del contenzioso e notificati durante lo stesso periodo.

Una norma molto attesa è stata quella che consente, in questo periodo di emergenza, di sospendere il “pignoramento presso terzi” su stipendi e pensioni, adottata dall’agente della riscossione, nonché quella che sospende nel 2020 il pagamento del debito di una Pubblica Amministrazione se, contemporaneamente, risulta iscritta a ruolo una somma d’importo superiore a 5 mila Euro.

Altra importante disposizione finalizzata a dare liquidità ai contribuenti, è quella che eleva da 700.000 a un milione di mila Euro il limite per potere effettuare le compensazioni

Rinviata al 1^ gennaio 2021 la “plastic tax” e la “sugar tax”

Concesso un “Super bonus”, pari al 110% della somma pagata al prestatore del servizio, recuperabile in dieci anni, per lavori di efficientamento energetico e di adeguamento sismico. Il credito fiscale è cedibile all’esecutore dei lavori il quale decurterà la somma dall’importo complessivo della fattura recuperandola attraverso la compensazione in cinque rate annuali

Concesso un Bonus affitti pari al 60% del canone pagato per l’affitto di immobili non abitativi nei mesi di marzo, aprile e maggio, ed a condizione che il conduttore non abbia superato nel 2019 ricavi di 5 milioni di Euro e che in ciascuno dei mesi interessati il fatturato abbia avuto una riduzione di almeno il 50% rispetto al corrispondente mese dell’anno precedente.

Restano fermi gli altri bonus attualmente previsti (ristrutturazioni edilizie 50%, verde e giardini 36%, mobili ed elettrodomestici 50%, sismabonus 85%, bonus facciate 90%)

Previsti pure un credito d’imposta per l’ adeguamento misure di sicurezza anti COVID ed un Bonus vacanze di 500 Euro ai cittadini con un reddito non superiore a 40 mila Euro

Prevista l’esenzione IVA per cessioni di dispositivi di protezione, dei gel e dei disinfettanti. Tali beni, comunque, dal 1^ gennaio 2021 sconteranno l’IVA con l’aliquota del 5% al posto del 22%.

Ancora confusione in materia di fiscalità locale. Il problema, infatti, è come conciliare la consistente riduzione del gettito “locale” con le necessità di spesa dei comuni. E’ ai sindaci che, sostanzialmente, viene affidato il compito di trovare la soluzione più adeguata alle esigenze di liquidità dei cittadini e del comune.

Viene ridotta la TARI agli imprenditori in proporzione ai giorni di chiusura dell’attività. Eliminata anche la TOSAP per gli spazi all’aperto. L’IMU viene cancellata solo per alberghi, pensioni, stabilimenti balneari ,ma solo a partire dal 16 giugno.

Novità anche in materia di contenzioso tributario.

E’ consentito, oltre alle parti, anche ai Giudici ed al personale di segreteria di intervenire nel processo “da remoto” .

Per le attese semplificazioni dovremo attendere ancora. Il Governo, infatti, ha annunciato l’emanazione di un ennesimo decreto legge che dovrebbe ridimensionare la burocrazia del nostro Paese. Si parla, per esempio, di una sola autocertificazione che dovrebbe sostituire tutta la documentazione necessaria per il riconoscimento dei benefici economici concessi. Già inasprite, però, giustamente, le sanzioni in caso di dichiarazioni mendaci, anche con la restituzione non solo delle somme indebitamente ottenute, ma anche con una sanzione del 50% (150%).

L’Agenzia delle Entrate, da parte sua, ha esteso l’ambito dei servizi da rendere ai cittadini in modo “agile”. Così come spiega nel suo comunicato stampa del 13 maggio scorso e con l’apposita GUIDA recentemente pubblicata nel proprio sito istituzionale, il contribuente può ottenere il rilascio di un certificato o del codice fiscale, richiedere dei rimborsi, registrare un atto in modalità semplificata e senza bisogno di recarsi allo sportello. Basta abilitarsi ai servizi telematici, sfruttare i servizi online senza registrazione, usare la app o contattare il contact center.

Sempre con riguardo alla semplificazione tributaria, non si può non ricordare che diverse volte il Garante del Contribuente per la Sicilia ha sottolineato che solo con la chiarezza delle disposizioni e con la semplicità degli adempimenti è possibile ottenere la fiducia dei cittadini verso le istituzioni fiscali, quella fiducia da cui scaturisce la “tax compliance” che, così come è ormai unanimemente riconosciuto, rappresenta lo strumento più importante per combattere l’evasione fiscale.

Le difficoltà interpretative delle numerosissime disposizioni tributarie emanate, i troppi adempimenti imposti ai contribuenti con il dichiarato intento di frenare i comportamenti elusivi se non addirittura fraudolenti (non dimentichiamo le troppe truffe in materia di rimborsi IVA e di compensazioni), spesso hanno un effetto contrario a quello desiderato.

La confusione e la mancanza di chiarezza determinano sempre una zona grigia nella quale non solo l’evasione fiscale, ma tutto il malaffare, più in generale, alloggiano.

Invece, così come peraltro previsto dallo Statuto dei Diritti del Contribuente, avere chiarezza della disposizione, riuscire ad adempiere in modo semplice e senza correre il rischio di sbagliare andando incontro a sanzioni, subire accertamenti assolutamente non coerenti con la capacità contributiva posseduta, sono condizioni che spingono a comportamenti virtuosi, favorendo l’emersione di tanti soggetti, imprenditori artisti e professionisti di modeste dimensioni, finora sconosciuti al fisco, che, magari unitamente ad una riduzione del carico fiscale, sarebbero ben disponibili a regolarizzare la propria posizione diventando non solo contribuenti regolari, ma anche contribuenti che vanno a far parte della categoria dei “noti” inseriti nella banca dati dell’Agenzia delle Entrate, quella che dovrebbe consentire di distinguere i buoni dai cattivi.

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