"Reset, lavoratori in cassa| Nessun confronto coi sindacati" - Live Sicilia

“Reset, lavoratori in cassa| Nessun confronto coi sindacati”

Barone: "No ad ulteriori sacrifici, altrimenti meglio chiudere"

PALERMO – “Apprendiamo con stupore, considerato che da settimane chiediamo come organizzazioni sindacali un incontro, della situazione economico-finanziaria, nonché organizzativa, nella quale versa la Reset. Non si può apprendere della volontà di porre 400 lavoratori in cassa per 12 settimane senza essere passati da un percorso concertato con l’amministrazione comunale, senza un confronto degno di corrette relazioni sindacali, solo perché questa cassa in deroga non prevede la sottoscrizione di un accordo sindacale di merito”. Lo dice Salvo Barone del sindacato Asia.

“Che non fosse il momento di parlare di mobilità orizzontale e altri percorsi migliorativi già concordati non c’era bisogno che ce lo spiegasse qualcuno, ma se questo comportamento è il giusto modo di ricompensare gli enormi sacrifici fatti da tutti i lavoratori messisi a disposizione dei cittadini per affrontare questo momento drastico del Coronavirus, inventandosi sanificatori, lavorando in notturno, significa veramente che forse hanno veramente ragione quelli che pensano che il “lavoro” deve essere pagato fuori dallo stipendio – continua Barone – Dichiarazioni rese in una seduta presso la commissione consiliare, dove notoriamente il Consiglio Comunale ha demandato interamente alla Giunta la gestione del Contratto di servizio con Reset. Siamo stanchi di vedere i bilanci in pareggio di questa azienda, solo con i sacrifici dei dipendenti, con accordi ai quali non viene dato seguito e con gestioni che sanno più di operazioni di pareggio di bilancio che di visione di sviluppo e lavoro. La dimostrazione è la cifra richiesta di 4 milioni che servirebbero per chiudere il bilancio a zero, senza tenere in considerazione le somme necessarie previste e concordate, nonché quelle necessarie per portare i dipendenti a 40 ore, visto che ormai da 8 anni i lavoratori e le loro famiglie, soffrono costantemente. Basta con questa sorta di elemosine: se vogliono mandare 400 persone in cassa, è meglio chiudere questa azienda e smettere di illuderli ancora. Ci chiediamo che intenzioni abbiano il sindaco e la giunta, considerato che anche a loro da settimane chiediamo un incontro, e vorremmo che almeno una volta quanto previsto dall’amministrazione corrisponda con il pensiero dei vertici aziendali. No ad ogni forma di ulteriore sacrificio dei lavoratori, anche di un solo lavoratore, altrimenti meglio chiudere”.


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