Avvocati in fila per i colloqui| "A un pm non sarebbe successo" - Live Sicilia

Avvocati in fila per i colloqui| “A un pm non sarebbe successo”

Lunghe attese sotto il sole

PALERMO – Avvocati penalisti in fila per i colloqui. È accaduto stamani al carcere Pagliarelli di Palermo. Da stamani sono ripresi i colloqui dei legali con i detenuti dopo lo stop forzato per il lockdown.

La direzione del carcere si è adeguata ai protocolli. Si entra solo indossando guanti, mascherine e visiere, ma non essendoci barriere divisorie è previsto l’ingresso di due avvocati per volta. Risultato: lunghe attese sotto il sole.

“Chi come me è arrivato alle 9 è entrato nel penitenziario alle 14 – spiega l’avvocato Alessandro Martorana. Credo che in questa maniera venga pregiudicato il diritto di difesa. Siamo costretti a muoverci in condizioni anti democratiche. Ci risulta inoltre che i familiari, come noi, non abbiano neppure potuto fare i colloqui telefonici a distanza di due settimane dall’ultima operazione”. Il riferimento è al blitz che ha colpito la famiglia mafiosa dell’Acquasanta.

“I tempi sono biblici. I colleghi usciti dal colloquio hanno parlato soltanto dieci minuti per non togliere tempo agli altri colleghi che aspettano fuori. Ma anche con questa accortezza tra noi avvocati è servita a poco. Si tratta di una situazione vergognosa”, dice l’avvocato marco Traina.

“Si tratta di un episodio che contribuisce a mortificare la figura e la funzione degli avvocati penalisti – spiega Stefano Santoro – i quali non soltanto sono stati esclusi da ogni intervento economico a sostegno dell’attività da parte del governo nazionale, a fronte della sospensione dell’attività giudiziaria e del rinvio delle udienze, ma oggi sono stati costretti a subire questa ulteriore umiliazione. Se questa mattina un magistrato avesse voluto accedere, per motivi di giustizia, alla struttura carceraria, di certo non avrebbe atteso per strada sotto il sole”.

Durissime le parole di Francesco Greco, consigliere nazionale forense che, dice, “attiverò il ministro della giustizia e il Dap perché così si stra calpestando l’attività degli avvocati e il diritto di difesa. La disorganizzazione è diventata la regola. la nostra Costituzione non tollera alcuna attenuazione dei diritti fondamentali, come lo è il diritto di difesa. Chiederà al coniglio dell’ordine di Palermo e l’Unione degli ordini forensi della Sicilia una posizione durissima su quanto accaduto oggi.”

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