"Non ero bene accetto a Catania| Allora parlavo con Cuffaro" - Live Sicilia

“Non ero bene accetto a Catania| Allora parlavo con Cuffaro”

Musumeci non nominò Candela manager. Cuffaro: "Ci siamo visti prima che diventasse commissario Covid"

PALERMO – La mancata nomina fra i direttori generali della sanità siciliana non era andata giù ad Antonio Candela. L’ex manager dell’Asp 6 di Palermo, agli arresti domiciliari per corruzione, era certo di finire all’azienda sanitaria di Catania. Si sfogava con Giuseppe Taibbi, considerato il suo faccendiere, colui che lo avrebbe messo in contatto con gli imprenditori disposti, secondo l’accusa, a pagare le tangenti in cambio dell’aggiudicazione di importanti appalti.

Subito dopo la mancata nomina parlavano di “promessa non rispettata dal presidente Musumeci”, il quale avrebbe detto a Candela che “non era bene accetto a Catania”.

E così l’ex manager, che poche settimane fa è stato scelto dal presidente della Regione per guidare la cabina di regia contro il Coronavirus, si rammaricava della fiducia accordata a Musumeci. Ed invece, diceva, “andavo a parlare con Cuffaro come hanno fatto tutti e scusami… e non ho capito se gli altri ci possono parlare…”. Come se l’ex presidente Totò Cuffaro, tagliato fuori dalla politica attiva per via della condanna, avesse ancora voce in capitolo.  

Taibbi non tollerava la nomina di Fabio Damiani che, perduto l’incarico alla Centrale unica di committenza, aveva ottenuto quello di direttore generale dell’Asp di Trapani. “Lo sanno tutti non lo sanno solo alla Procura – diceva Taibbi  che Damiani è un ladro patentato, ha duemila sgami con due milioni di aziende vuoi che non lo sanno cioè Antonio Candela che non accetta colloqui con i fornitori Damiani che va a New York, Stati Uniti, Chicago”.

No, Candela proprio non se l’aspettava:Mi hanno trattato come una m… non ci sono più scuse quello che è successo è successo e basta, cioè secondo me bisogna andarci in testa Giuseppe, senza se e senza ma a cu pigghiu pigghiu, all’arrembaggio cioè, non perché all’arrembaggio a tipo pazzia ma all’arrembaggio nel senso che ormai è guerra e quando è guerra uno deve andare in guerra… probabilmente può essere che si perde lo stesso però almeno uno muore con tutti i sentimenti…”.

Ed ecco la nota che ci ha inviato Totò Cuffaro: “Si è vero ha chiesto di incontrarmi ed io come è mio carattere ho dato un appuntamento ed è venuto a trovarmi una sola volta poco prima che lo nominassero Commissario per il Covid 19. Non lo vedevo da i tempi in cui ero presidente della Regione. Mi ha chiesto cosa io pensassi della nomina che gli avevano proposto ed ho detto che era una nomina importante e che in un periodo così difficile e drammatico quale quello che stavamo vivendo la sua esperienza sarebbe stata utile e significativa. Ho detto che ognuno di noi doveva fare tutto il possibile per portare il proprio contributo a superare la pandemia. Dopo la nomina l’ho sentito per telefono per augurargli buon lavoro”.


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