Alla sbarra i boss del clan Nicotra |Sarà sentito il pentito Cavallaro - Live Sicilia

Alla sbarra i boss del clan Nicotra |Sarà sentito il pentito Cavallaro

Affrontate le questione preliminari e ammesse le fonti di prova.

PROCESSO GISELLA
di
2 min di lettura

CATANIA – Distanziamento sociale garantito. Mascherine davanti alla bocca e toga. All’aula bunker di Bicocca si è aperto, questa mattina, il processo Gisella frutto dell’inchiesta dei carabinieri che ha bloccato le mire mafiose dei Nicotra a Misterbianco e Motta Sant’Anastasia. Alleati (grazie a un accordo in carcere con Santo Mazzei) con una delle famiglie catanesi di Cosa nostra. Il Tribunale di Catania, presieduto dal giudice Paolo Corda, ha ammesso le fonti di prova delle parti, accusa e difesa. Nella prossima udienza, fissata per il 23 giugno, sarà conferito l’incarico ai periti per le oltre 200 intercettazioni da trascrivere, anche se la lista potrebbe aumentare con qualche integrazione richiesta dagli avvocati. Ma in quella data sarà ascoltata il primo teste del pm Marco Bisogni, il pentito Luciano Cavallaro, proveniente proprio dalle file del clan misterbianchese. Anzi si è auto accusato di essere uno degli assassini del segretario Dc Arena, ucciso nel 1991 in pieno giorno vicino al municipio. Killer e mandante, Antonio Rivilli e Tano Nicotra (classe ’51), stanno affrontando il processo davanti alla Corte d’Assise.

Ma torniamo al processo. Entrano tra i fascicoli del procedimento ordinario (è in dirittura d’arrivo il troncone abbreviato, ndr) i verbali di Orazio Pino, l’ex collaboratore di giustizia (soldato di Giuseppe Pulvirenti, u Malpassotu, negli anni 80 e 90) ammazzato qualche mese fa in Liguria dove si viveva da qualche anno. Gli esponenti del clan Nicotra nella malavita sono chiamati ‘Tuppi’, dal nomignolo del loro capo bastone, Mario Nicotra ammazzato nella cruenta guerra contro Giuseppe Pulvirenti, ‘u Malpassotu. Una faida che li fece scappare da Misterbianco verso la Toscana. Ma poi sono tornati, con l’appoggio criminale dei Mazzei.

L’inchiesta non ha solo permesso di incastrare gli eredi di Mario Nicotra ma anche un carabiniere infedele, Gianfranco Carpino. Le indagini hanno cristallizzato anche il ritorno ai vertici della famiglia di Tony Nicotra, oggi rinchiuso al 41 bis, che è accolto dopo la sua scarcerazione con i fuochi d’artificio in quel di Misterbianco. Alla sbarra oltre al militare e al boss Giuseppe Avellino, Luca Destro, Vincenzo Di Pasquale, Carmelo Guglielmino, Gaetano Indelicato, Alfio La Spina, Carlo Marchese, Saverio Monteleone, Gaetano Nicotra (79), Gaetano Nicotra (51) Lucia Palmeri, Emanuele Parisi, Antonino Rivilli, Francesco Spampinato, Giuseppe Piro e Antonio Zuccarello. Riunito in questo processo anche la posizione di Carmelo Guglielmino che in un primo momento è stata stralciata.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI