Esodi, addii e nuovi gruppi | Come cambia la geografia dell'Ars - Live Sicilia

Esodi, addii e nuovi gruppi | Come cambia la geografia dell’Ars

Non è detto che le ultime manovre bastino al centrodestra per uscire dalle secche.

Con il battesimo ufficiale del nuovo gruppo dei fuoriusciti dei 5 Stelle l’Ars muta nuovamente la sua geografia. Che è notevolmente diversa rispetto a quella di inizio legislatura. Il nuovo gruppo “Attiva Sicilia” formalmente dovrebbe computarsi all’opposizione, ma è noto che negli ultimi tempi i grillini “ribelli” hanno più volte offerto sponde alla maggioranza valutando il merito dei provvedimenti. E la costituzione del nuovo gruppo, quindi, in linea teorica è una buona notizia per i risicati numeri del centrodestra all’Ars. Un centrodestra ben diverso rispetto ai rapporti di forza usciti dalle urne. Da allora, tra le principali novità, c’è la nascita del gruppo della Lega, che al momento conta su tre deputati, visto che uno è durato poco più di un battito di ciglia, del gruppo Ora Sicilia, operazione di Palazzo che ancora non è ben chiaro verso quali lidi di approdo si muova, il sensibile ridimensionamento del gruppo di Forza Italia, che ha perso pezzi a Palermo come a Roma, e qualche altro transito interno in un gioco dell’oca di cambi di casacca tra alleati. Tra i banchi dell’opposizione, la novità è stata la nascita del gruppo di Italia viva, con due fuoriusciti dal Pd che si sono aggiunti ai due deputati eletti con Sicilia Futura, e il notevole ridimensionamento del gruppo dei 5 Stelle.

Resta da capire se i nuovi assetti porteranno una maggiore stabilità e magari una più incisiva produttività dell’Assemblea, dove la famose riforme innalzate come bandiera dal governatore Nello Musumeci ancora attendono tutte o quasi di vedere la luce. Qualche perplessità sul fatto che i nuovi assetti possano portare a percorsi d’Aula più agevoli è d’obbligo. Perché sì, probabilmente la coalizione di Musumeci con un parziale gioco di sponda dei grillini esodati potrà contare su qualche puntello in più. Ma al suo interno il centrodestra conserva spaccature e vecchie ruggini che sembrano tutt’altro che risolte. In questa seconda fase di legislatura saranno da chiarire i rapporti tra il movimento del governatore e la Lega, il cui percorso di avvicinamento fin qui è stato alquanto tormentato. Sarà da comprendere cosa vogliono fare da grandi centristi, privi di un riferimento forte a livello nazionale, e tentati da nuovi rimescolamenti in salsa scilianista che potrebbero ulteriormente cambiare la geografia dei gruppi. Bisognerà anche tenere d’occhio cosa accadrà dentro Forza Italia, una pentola in costante ebollizione.

Sullo sfondo c’è il risiko imminente sulle composizioni delle commissioni dell’Ars, che a metà legislatura vengono rimescolate, e magari un ulteriore ritocco alla giunta di governo, visto che il famoso rimpasto al momento si è limitato all’ingresso in giunta di un assessore leghista. E ovviamente, un occhio andrà sempre tenuto su Roma, dove nei prossimi mesi si capirà il destino del governo Conte. Un cambio a Palazzo Chigi rimescolerebbe le carte con ovvie conseguenze anche in Sicilia. Non solo nel centrodestra ma anche nell’opposizione, dove convivono sensibilità e anche progettualità diverse. Basti vedere come esempio il copione andato in scena all’Ars questa settimana fa, con Pd, 5 Stelle e Claudio Fava compatti nel proporre e votare la censura all’assessore Scavone, e Italia viva che invece si è sfilata. C’è una terra di mezzo nella politica italiana, infatti, che mal digerisce da una parte l’abbraccio del Pd al populismo pentastellato e dall’altro il consolidamento di un centrodestra sovranista e populista in cui i moderati si riducono quasi a un orpello. E anche questo è un elemento che va tenuto in considerazione in vista dei due ani e mezzo di legislatura dell’Ars che rimangono.

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