Sanità, appalti e politici top secret | “Io rappresento un gruppo” - Live Sicilia

Sanità, appalti e politici top secret | “Io rappresento un gruppo”

L'inchiesta che ha coinvolto Damiani e Candela svela una fitta rete di relazioni

 

 

Il retroscena
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PALERMO – La Procura di Palermo avrebbe voluto mandarli tutti in carcere, non solo Fabio Damiani e Salvatore Manganaro, ma anche Antonio Candela, Giuseppe Taibbi e altre quattordici persone. Secondo il procuratore aggiunto Sergio Demontis e i sostituti Giovanni Antoci e Giacomo Brandini, solo il carcere, infatti, avrebbe stoppato le presunte trame per il controllo degli appalti nella sanità siciliana.

In tutto le richieste di arresto erano quindici e tre ai domiciliari (tra cui quella del deputato regionale Carmelo Pullara). Il giudice per le indagini preliminari ha deciso che in questa fase erano sufficienti due ordinanze di custodia cautelare in carcere e otto ai domiciliari per evitare l’inquinamento probatorio, la reiterazione di reato e il pericolo di fuga. Gli altri restano indagati a piedi libero.

Le indagini avrebbero svelato comunque, ed è lo stesso gip Claudia Rosini a scriverlo, un sistema ben radicato che contava anche su una rete di relazioni.

Tanti omissis coprono i nomi di politici e alti rappresentanti istituzionali. Non ci sono al momento contestazioni di reato, ma la rete di relazioni dimostra che i contatti con la politica sono serviti ad alcuni protagonisti dell’inchiesta per accreditarsi e farsi largo. Hanno rappresentato l’humus di un terreno che si è fatto fertile per la corruzione.

E così si fa riferimento ai rapporti fra Francesco Zanzi, amministratore delegato romano della Tecnologie Sanitarie, una delle società che avrebbero fatto parte del patto corruttivo, “tra gli altri con esponenti dell’attuale maggioranza politica al governo della Sicilia”. In un altro passaggio si parla di un incontro avvenuto nel 2018 fra Damiani e Sanzi nella segreteria di un importante politico.

Il rischio di inquinamento probatorio verrebbe fuori da una serie circostanze. Innanzitutto c’è il Nas, il sistema di raccolta di dati informatici su cui, come ha scritto Livesicilia, i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria stanno lavorando per decriptare i segreti di Damiani. Erano guardinghi sia l’ex responsabile della centrale unica di committenza per gli appalti, poi transitato all’Asp di Trapani, sia Manganaro, considerato il faccendiere di riferimento del primo. Era Manganaro, parlando con l’imprenditore Roberto Satta a confermare l’utilizzo di un canale riservato per le comunicazioni (“… mi distruggi i messaggi un minuto dopo”; “… non rispondo tu non aprire solo lo puoi leggere”) che consentiva la distruzione immediata dei messaggi per evitare che venissero intercettati.

Nel febbraio 2019 sempre Manganaro raccomandava ai suoi interlocutori: “… facciamo un passo indietro… io sono stato con Galatioto a Canicattì (l’ingegnere Enrico Galatitolo, ndr) ho chiarito la figura di Galatioto, noi troveremo il modo anche nella comunicazione, questo cognome su Telegram ce lo possiamo scrivere, ma poi il resto non ne parliamo mai al telefono, né parleremo mai in ambienti degli uffici”.

Un mese prima Manganaro e Damiani confermavano la necessità di proteggere le loro conversazioni: “… ho capito faccio fare due Sim… totalmente nuove, due Sim dati ok da due soggetti totalmente nuovi, installo Telegram nei dispositivi nuovi”.

Così come andavano protetti, e finora ci sono riusciti, i titolari delle carte di credito da cui sarebbero transitate le tangenti mascherate da regolari pagamenti.

E poi c’è il rischio di reiterazione dei reati. Taibbi, ad esempio, considerato il faccendiere di riferimento di Candela, così emergerebbe dalle indagini, in realtà in alcuni passaggi risulterebbe avere uno spessore criminale superiore all’ex manager dell’Asp di Palermo e responsabile della cabina di regia anti Covid-19. “Io rappresento un gruppo di persone che ha lavorato, lavorerà che sta lavorando per questo risultato e qui entra in gioco il mio ruolo”, diceva Taibbi a Roberto Satta, responsabile operativo della Tecnologie Sanitarie.

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