Cinque chilometri di reti irregolari |Il sequestro della Guardia costiera - Live Sicilia

Cinque chilometri di reti irregolari |Il sequestro della Guardia costiera

Ingegnoso il sistema escogitato per recuperarle.

contrasto alla pesca illegale
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CATANIA – Si è conclusa nella giornata di ieri un’importante operazione della Guardia Costiera nelle acque antistanti il porto di Sant’Agata Militello e finalizzata al contrasto e alla repressione di condotte illecite di pesca. A seguito di una lunga attività di intelligence e monitoraggio delle operazioni portuali nel corso delle ultime settimane, in particolar modo nelle ore notturne in cui si sono registrati alcuni movimenti sospetti nell’ambito del sorgitore, l’Ufficio Circondariale Marittimo di Sant’Agata Militello, sotto la supervisione della Capitaneria di Porto di Milazzo e dell’11° Centro Controllo Area Pesca (CCAP) della Direzione Marittima di Catania, ha accertato la presenza di alcuni contenitori di grosse dimensioni adagiati su fondali di circa 7-8 metri, all’esterno del molo di sopraflutto e in una zona d’ombra rispetto alla visuale della sala operativa della locale Autorità Marittima.

A seguito dell’intervento sul posto del personale sommozzatore del 3° Nucleo Sub-G.C. di Messina, supportato dalle motovedette CP 832 e CP 566 della Guardia Costiera santagatese, è stato possibile appurare la presenza di 6 grosse ceste contenenti altrettanti spezzoni di reti da posta del tipo derivante, lunghi nel complesso oltre 5.000 metri, occultati all’interno di “big bags”. Tale attrezzatura da pesca illegale, altamente non selettiva e bandita ormai da anni dalla Comunità Europea, era pronta per essere recuperata in maniera agevole e in tempi brevi da alcuni pescherecci in transito grazie a un ingegnoso metodo di recupero, costituito da un solido sistema di ritenuta che collegava le singole ceste, a loro volta circuite da grossi massi laterali per evitare che le stesse potessero capovolgersi sul lato e forate in più punti sul fianco per consentirne la fuoriuscita dell’acqua durante le operazioni di risalita e recupero a bordo.

L’attività posta in essere ha consentito di evitare un danno ambientale incalcolabile all’ecosistema marino, vittima designata di un vero e proprio muro galleggiante che avrebbe determinato la cattura di specie protette – come delfini, cetacei e tartarughe marine – che sovente vi rimangono intrappolate. L’attività di controllo e monitoraggio della filiera della pesca marittima continuerà senza sosta nei prossimi giorni, non solo per tutelare il consumatore finale ma anche a difesa delle oneste categorie di settore che esercitano nella legalità la propria impresa di pesca a garanzia della conservazione e dello sfruttamento delle risorse ittiche in condizioni di piena sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

 


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