Blitz dei Carabinieri, 20 arresti |Duro colpo al clan Santapaola - Live Sicilia

Blitz dei Carabinieri, 20 arresti |Duro colpo al clan Santapaola

Disarticolata la cellula mafiosa di Mascalucia.

OPERAZIONE MALUPASSU
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CATANIA – Un altro duro colpo alla famiglia catanese di Cosa nostra. Questa mattina, all’alba, è scattata l’operazione ‘Malupassu’ dei Carabinieri del Comando Provinciale di Catania. In particolare, però, è stata disarticolata la cellula di Mascalucia che vede come leader mafioso l’ergastolano Pietro Puglisi, detenuto in regime di carcere duro e genero di Giuseppe Pulvirenti, il sanguinario padrino e pentito chiamato ‘u malpassotu deceduto diversi anni fa. Tra gli arrestati Giuseppe Puglisi e Salvatore Mazzaglia (‘u calcagnu), rispettivamente figlio e cognato del boss di Mascalucia.

I carabinieri, su delega della Procura Distrettuale etnea, hanno eseguito su tutto il territorio nazionale un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Catania nei confronti di 20 persone. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, ricettazione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti ed altri reati.

Le indagini, che si sono articolate dal 2017 al 2018, hanno permesso di delineare l’organigramma della cellula mafiosa. Pietro Puglisi, nonostante la detenzione (all’epoca delle indagini non era al 41bis) avrebbe diretto il gruppo mafioso coadiuvato dai figli Giuseppe e Salvatore, dal cognato Salvatore Mazzaglia, oltre a Mirko Pompeo Casesa e Alfio Carciotto (e il figlio Antonio). Alcuni nomi sono già emersi in diverse indagini per estorsione e droga degli ultimi anni. La ‘squadra’ di Mascalucia, inoltre, avrebbe avuto l’aiuto dei fratelli Salvatore (oggi pentito) e Alessandro Bonanno. L’eredità mafiosa, anche per diritto di sangue, è andata nel 2017 a Salvatore Puglisi, figlio del capomafia. Proprio in quell’anno è stato scarcerato.

Ricostruita la carta delle estorsioni. A dare input alle indagini, la denuncia per tentata estorsione di Giovanni e Salvatore Carmeni, titolari della ditta di costruzione Carmedil srl. Gli imprenditori raccontano ai carabinieri di Gravina di aver trovato un biglietto intimidatorio in uno dei loro cantieri edili. L’inchiesta ha portato dritti al gruppo di Pietro Puglisi del clan Santapaola-Ercolano. Va evidenziato come molte vittime hanno collaborato con gli inquirenti rafforzando il quadro indiziario. Solo pochissimi non hanno ammesso i fatti e per questo sono stati indagati per favoreggiamento. Il 14 marzo 2018 sette degli indagati sono stati destinatari di altrettanti fermi. C’era il concreto rischio di un scontro interno, con possibile omicidio.

I nomi degli arrestati. Finiscono in carcere Alessandro Bonanno, Rosario Cantone, Fabio Cantone, Alfio Carciotto, Antonio Carciotto, Mirko Pompeo Casesa, Alfio Currao, Agatino Fabio Frisina, David Giarrusso, Rosario Emanuele Leone, Giuseppe Iudica, Giovanni Mazzaglia, Salvatore Mazzaglia, Pietro Puglisi, Salvatore Puglisi, Giuseppe Puglisi, Salvatore Rannesi, Salvatore Tiralongo. Ai domiciliari, invece, Michele Abate e Andrea Gulisano.

Notificato anche l’avviso di conclusione indagini a tutti gli indagati che in totale sono 36. Ecco i nomi dei 16 indagati a piede libero: Cristian Barberino, Antonino Beato, Andrea Grasso, Sebastiano Grasso, Matteo Grasso, Maria Laudani, Francesco Lazzaro, Michelangelo Lo Faro, Agata Mazzaglia, Maria Carmela Manera, Ornella Micci, Margherita Militi, Mattea Militi, Alfio Pappalardo, Lucia Pulvirenti, Calogero Sidoti.

 


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