Gli incontri con i padrini| I nomi nuovi che contano - Live Sicilia

Gli incontri con i padrini| I nomi nuovi che contano

Settimo Mineo e Salvatore Alfano

Baci in bocca e appuntamenti: così si traccia la nuova mappa della mafia

PALERMO – Di baci in bocca ce ne sono stati due. Non solo quello fra Settimo Mineo, capomafia di Pagliarelli e Salvatore Alfano, boss della Noce, arrestato ieri, ma pure quello fra Alfano e Salvatore Machì di Brancaccio.

Il bacio in bocca ha sempre avuto una connotazione altamente simbolica in Cosa Nostra. È per questo che i protagonisti di simili gesti vanno monitorati. È già successo nel caso di Mineo e Alfano che si diedero appuntamento, come scoprirono i carabinieri, pochi giorni prima della convocazione della nuova cupola di Cosa Nostra in una palazzina a Baida. Era il maggio 2018.

LE FOTO DEGLI ARRESTATI

L’anziano Mineo, con anni di esperienza mafiosa alle spalle, se ne andava in giro a baciare sulla bocca uno come Alfano che gli occhi degli investigatori ce li ha addosso da decenni. E neppure sceglievano un luogo appartato. Si baciavano davanti al negozio di moto che la famiglia Alfano gestisce in piazza principe di Camporeale.

Era un luogo abituale di incontri. I poliziotti della squadra mobile hanno monitorato l’arrivo di persone già condannate per mafia fra cui Gugliemo Ficarra, o altre, dicono gli inquirenti, “assai vicine” alla famiglia della Noce come Pietro Di Maio, Girolamo Albamonte, Filippo Di Francesco e Angelo De Luca (questi ultimi tre arrestati ieri dalla squadra mobile), Carmelo Cancemi, “uomo di alto profilo” di Pagliarelli e oggi libero, Salvatore Sorrentino, sempre di Pagliarelli, (arrestato insieme a Settimo Mineo), Paolo Castelluccio, “uomo di vertice della famiglia di Altarello”.

Mineo si dava un gran da fare prima del suo nuovo arresto del dicembre di due anni fa. È stato visto discutere con Salvatore Nangano (fratello di Francesco, il boss assassinato in via Messina Marine), con Francesco Inzerillo, soprannominato “Franco ‘u truttaturi” e Tommaso Inzerillo, rispettivamente fratello e cugino di Totuccio Inzerillo, boss di Passo di Rigano assassinato nel 1981 dai corleonesi (oggi entrambi arrestati). Ed ancora con Ignazio Traina, di Santa Maria di Gesù. Volti più o meno noti, gente detenuta e altra libera. Seguendo i padrini si traccia  la nuova mappa del potere.


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