La guerra del 5G a Palermo |In 70 valutano l'azione legale - Live Sicilia

La guerra del 5G a Palermo |In 70 valutano l’azione legale

Le autorizzazioni a 35 impianti. Botta e risposta Gelarda-Orlando

Il caso
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PALERMO – Sulle autorizzazioni a installare 35 antenne radio in 5g l’avvocato Giuseppe Cannizzo, che aveva presentato a nome di un gruppo di cittadini una richiesta di accesso agli atti, annuncia battaglia legale. “Sul 5G il Comune manca di trasparenza nei confronti dei palermitani per questo stiamo valutando azioni legali – dice -. Dalle dichiarazioni dell’assessore Piampiano in Consiglio comunale si evince che il Suap ha consentito l’installazione di 35 antenne del 5G sulla base di una semplice Scia”. Tutto ciò – aggiunge – è scandaloso. Non si tratta di una modifica o revisione di un preesistente impianto ma di introdurre una nuova tecnologia di radiofrequenza, che ha destato e desta non poche preoccupazioni in migliaia scienziati e biologi di tutto il mondo per le conseguenze che potrebbe avere sugli esseri viventi. Nessuno hadetto che la tecnologia del 5g, oltre a sovrapporsi alle altre radiofrequenze già in atto (2g, 3G, 4G), prevede l’utilizzo di ulteriori frequenze del tutto nuove (oltre 24 GHz) le cosiddette onde millimetriche che mai, prima d’ora, sono state utilizzate in ambito commerciale ma, soltanto, per operazioni militari”.

Per il legale “non si comprende per quale pubblico interesse o utilità sociale, il Comune abbia consentito l’installazione di tutte queste antenne del 5G, pur non rientrando Palermo tra le città designate per la sperimentazione. In ogni caso ritengo che le installazioni siano state effettuate, in assenza di un regolamento o piano antenne, in violazione della normativa che impone all’ente locale, che riceve la richiesta di autorizzazione, particolari valutazioni anche in riferimento alla potenza, alla presenza di infrastrutture preesistenti, dimensioni degli impianti radianti”. Sull’accesso agli atti presentato lo scorso 7 maggio per conto di circa 70 cittadini, Cannizzo spiega di “non aver ricevuto ancora dal Comune alcuna documentazione. Non pervenendo quanto richiesto, sarà intrapresa ogni opportuna azione legale a tutela dei diritti e interessi dei cittadini”, conclude.

Polemiche politiche, inoltre, sull’autorizzazione ‘Scia’. L’amministrazione comunale ha rassicurato che ad oggi nessuna antenna è in funzione. “Se il comune di Palermo non rientra tra le città dove verrà fatta la sperimentazione del 5g, così come dall’elenco previsto dal Ministero dello sviluppo economico, allora per quale ragione il comune autorizza antenne, ancorché non in funzione, dato che lo stesso sindaco aveva dichiarato che sul 5g avrebbe applicato il principio di precauzione?”, chiede Igor Gelarda, cap gruppo delle Lega a palazzo delle Aquile. “Gelarda ha la memoria corta, anzi cortissima, oppure fa finta di non sapere che è stato sotto il governo a trazione leghista che, a ottobre del 2018, si è svolta la gara per l’assegnazione delle frequenze del 5G nel nostro paese – replica il sindaco Leoluca Orlando -. A Palermo nessun impianto 5G sarà attivato fin quando chi ha la competenza e l’autorità per farlo non dirà che non ci sono rischi per la salute. Nel frattempo il Comune agisce con rispetto della legge e delle procedure. Se una o più aziende che hanno vinto la gara bandita dal governo leghista chiedono di installare antenne pur sapendo che al momento non possono accenderle, è loro diritto farlo ed è un dovere del Comune, sentita l’Agenzia regionale per l’ambiente, valutare quelle richieste. Se non lo facessimo esporremmo l’amministrazione e i cittadini ai costi di contenziosi giudiziari che non c’è motivo di instaurare”. Gelarda ribatte: “A Orlando, che ha la memoria corta, ricordo che la delibera AgCom per la procedura e l’assegnazione e regole delle frequenze 5g in Italia è dell’8 maggio 2018 e il primo ministro era Paolo Gentiloni, che apparteneva all’area politica di Orlando. Il primo governo Conte ebbe inizio l’1 giugno 2018. Abbiamo chiesto di bloccare altre autorizzazioni e in attesa che la comunità scientifica chiarirà eventuali dubbi sui pericoli, il comune si doti di una pianificazione urbanistica per gli impianti”.

(ANSA).

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