Riesame scarcera Pavone |Cade il reato associativo - Live Sicilia

Riesame scarcera Pavone |Cade il reato associativo

Arrestato nel blitz Consegna a domicilio.

CATANIA – Torna in libertà Emanuele Pavone, arrestato nel blitz ‘Consegna a domicilio’ su un fiorente traffico di sostanze stupefacenti che aveva come crocevia la villetta a Misterbianco di Carmelo Russo, detto Turazzo. Il Tribunale del Riesame ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip ritenendo non vi fosse alcuna esigenza cautelare. Inoltre il collegio, nelle motivazioni, ha in parte accolto le doglianze formulate dagli avvocati Giorgio Antoci e Stefano Aliotta in merito all’inserimento di Pavone nell’organizzazione criminale.

Ma facciamo un passo indietro e torniamo alle accuse formulate nell’ordinanza del gip: Pavone avrebbe avuto il ruolo nel gruppo criminale del narcotraffico “di approvvigianatore dello stupefacente e di curatore dello smercio nell’area provinciale di Messina”. Inoltre all’indagato è contestato il reato di detenzione ai fini di spaccio di cocaina e marijuana. Per il Riesame le intercettazioni e la semplice frequentazione della casa di Russo non sono sufficienti come “gravame” per l’imputazione del reato associativo. Anzi in merito ad alcune conversazioni captate per il Tribunale “permettono quanto meno di dubitare che tra Russo e Pavone corressero vincoli di natura gerarchica”. Il Riesame mette in discussione l’interpretazione del gip. Infatti i giudici ritengono che Pavone intrattenesse dei rapporti di cointeressenza illecita – scrivono nelle motivazioni – con il solo Carmelo Carmelo, unitamente al quale gestiva dei traffici di stupefacente acquistato o rivenduto nell’area del messinese, ma ciò, solo sulla base di un vincolo personale con quest’ultimo, e, comunque, al di fuori di una vera e propria ottica associativa”. Partendo da queste valutazioni il Tribunale reputa che “i dati indiziari circa la militanza del Pavone nel contesto criminale delineato nell’ordinanza non appaiono né univoci, né gravi, dovendosi convenire con le deduzioni difensive in punto di annullamento dell’ordinanza ”.

Il collegio invece ritiene “il coinvolgimento di Pavone nelle compravendite di sostanza stupefacente nell’area messinese appare innegabile e tale da attingere la richiesta soglia indiziaria”. Sulla interpretazione dei dialoghi, il Tribunale conclude, in forza di logica, trattarsi di discussioni “di crediti vantati per precedenti forniture di droga” Gli indizi di colpevolezza, dunque, secondo il Tribunale sussistono ma “ritiene di condividere le obiezioni difensive in punto di esigenze cautelari”. Anche perché i fatti contestati risalgono a maggio 2016. Su questi presupposti e, mettendo in evidenza che “la contestazione di tipo associativa è anche venuta meno”, il Riesame ha annullato l’ordinanza impugnata dai due legali ed ha disposto la scarcerazione di Emanuele Pavone.


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