Bimbo disabile fuori da Ikea |La denuncia di una mamma - Live Sicilia

Bimbo disabile fuori da Ikea |La denuncia di una mamma

L'azienda ha poi inviato una nota.

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CATANIA – Una brutta vicenda. Un bimbo disabile lasciato fuori da Ikea, lo store svedese di mobili, la denuncia di una madre e la nota dell’azienda che si dice rammaricata. È accaduto a Catania dove Manuela Cirvilleri, mamma di un bambino affetto dalla sindrome di Angelma ha postato su Facebook un video in cui spiegava che era stato negato l’ingresso al figlio perché senza mascherina. Nonostante la legge lo permetta.

Una segnalazione che, successivamente, ha provocato l’oscuramento del profilo della donna, che ha denunciato quanto accaduto, utilizzando però Instagram. L’azienda, poco dopo, ha inviato una nota nella quale si dice “rammaricata”, di aver agito per tutelare la salute pubblica e si dice pronta ad avviare un confronto su questo tema per trovare una soluzione.

Ecco il testo integrale.  “Per IKEA Italia la tutela della salute dei nostri co-worker e clienti rappresenta una priorità. Per questa ragione, alla riapertura dei nostri store dopo il lockdown e in considerazione dell’inizio di una nuova fase dell’emergenza sanitaria, abbiamo deciso di adottare delle regole di accesso particolarmente stringenti, consentendo l’ingresso solo a chi indossasse la mascherina.

Per venire incontro alle necessità di tutti quei clienti che non possono indossare la mascherina, IKEA ha messo a disposizione in negozio un supporto dedicato per consentire di effettuare i propri acquisti, proponendo di aiutarli a fare l’ordine e l’eventuale acquisto online, di preparare per loro conto il carrello e di attivare il servizio di progettazione da remoto. Nel caso specifico, anche alla signora Cirvilleri sono stati offerti questi servizi alternativi ma ha ritenuto di non utilizzarli. Questo tipo di gestione delle persone senza mascherina, con l’offerta di un servizio alternativo, è stata fatta in assoluta buona fede e con l’obiettivo di tutelare la salute di tutti all’interno dei nostri negozi, soprattutto di chi vive situazioni di particolare fragilità. Siamo profondamente rammaricati che la signora si sia sentita esclusa e per questo già nei giorni scorsi abbiamo preso contatti con lei per confrontarci, ascoltare le sue ragioni, spiegarle le nostre e capire come trovare insieme una soluzione per necessità come le sue. In linea con la nostra cultura aziendale, che si fonda sull’inclusione, sul dialogo e sulla volontà di trovare sempre delle soluzioni, abbiamo aperto un confronto con terze parti quali associazioni e aziende, ascoltato i nostri clienti e tenuto conto degli input di tutte le persone coinvolte.

Questo confronto ci ha permesso di elaborare nuove soluzioni, come la possibilità di utilizzare la visiera invece della mascherina e quella di prenotare un appuntamento online e di essere supportati da un co-worker che possa fornire un aiuto dedicato nell’esperienza d’acquisto. Rimarrà inoltre la possibilità di usufruire dei servizi già inizialmente previsti.

Qualora nessuna di queste soluzioni fosse adeguata alle esigenze specifiche, le persone che come previsto dal DPCM del 17 maggio 2020 non possono indossare la mascherina potranno entrare nei nostri store senza indossarla. I nostri store sono sempre stati luoghi aperti, sicuri e accoglienti e anche in questa fase così delicata siamo determinati a mantenere le nostre porte aperte per chiunque voglia venire a trovarci”.

 


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