"I morti a Bergamo e Lampedusa | Provo amarezza per la mia isola" - Live Sicilia

“I morti a Bergamo e Lampedusa | Provo amarezza per la mia isola”

Giusi Nicolini (foto di archivio)

Parla Giusi Nicolini, già sindaco dell'isola. "La crisi c'è dappertutto".

L'intervista
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2 min di lettura

Quando Giusi Nicolini era sindaco, differenti apparivano le cartoline di Lampedusa. Che piaccia o non, l’isola somigliava a uno spot dell’accoglienza. Se qualcuno bruciava i barconi dei migranti, la notizia passava in secondo piano. Nel mondo si lodavano quei valorosi residenti capaci di spezzare il pane della condivisione con i poveracci venuti dal mare. Ora, in prima pagina campeggiano i roghi delle barche e i monumenti alla solidarietà impacchettati.

Giusi Nicolini, perché?

“Perché qualcosa è cambiato, siamo tornati indietro”.

Cosa è cambiato?

“Il sindaco, per esempio”.

Totò Martello ha condannato a chiare lettere la violenza. Mica vorrà metterlo in mezzo?

“Io non lo metto in mezzo, per usare la sua espressione, con gli ultimi episodi di intolleranza alla ribalta dei giornali. Dico solo che Lampedusa ha scelto un sindaco con una agenda anti-migranti. Basta rileggere la rassegna stampa dell’epoca. Poi, certo, nella mia isola, la definisco mia per il grande amore che provo, ci sono i conati di razzismo che proliferano ovunque. Abbiamo dimenticato gli insulti a Carola Rackete?”.

Cosa non le piace?

“Tante cose non mi piacciono. Per esempio, che si faccia una campagna per il nuovo ospedale, contrapponendolo all’hotspot. Con questa idea assurda che i diritti degli uni siano contrari ai diritti degli altri. Perché dobbiamo mettere in concorrenza il dolore con il dolore, il disagio con il disagio?”.

Intanto, gli sbarchi continuano.

“Certo, ma non si tratta di una scelta o di un complotto. E’ la geografia che assegna il compito di porto a Lampedusa. E meno male, altrimenti quei pochi fortunati che riescono a sbarcare annegherebbero”.

C’è la crisi del Coronavirus, le condizioni economiche…

“La interrompo subito. I problemi si risolvono con la buona amministrazione, non con il lamento ripetuto dell’abbandono. Che poi non è vero. Le risorse ci sono e ci sono state. Noi abbiamo ottenuto i finanziamenti per la scuola, il bonus mamme… L’elenco sarebbe sterminato. Basta”.

Basta cosa?

“Basta con questa assurda retorica che contrappone i diritti all’accoglienza. Non si sopporta più e bisogna avere il coraggio di dirlo”.

C’è la crisi per il Coronavirus, dicevamo.

“Il disastro economico è dappertutto, non solo a Lampedusa. Mentre parliamo sono in aeroporto a Palermo, intorno a me vedo il deserto. Il turismo va male. Condividiamo un passaggio storico terribile con il resto del mondo”.

L’immagine che le è rimasta impressa?

“Come tutti penso alle bare di Bergamo, a quei poveri morti. Mi hanno ricordato i camion dell’esercito che, a Lampedusa, caricavano le vittime del tragico naufragio del 3 ottobre”.

Sembra amareggiata?

“Lo sono. Vedo l’odio che cresce e questo mi rende triste”.

Si ricandiderà a sindaco, quando sarà?

“Al momento le rispondo: no”.

Passato il momento?

“Uno può sempre cambiare idea, ma non credo che accadrà”.

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