Ex gruppo Aiello di Bagheria |Dossier della Fillea all'Antimafia - Live Sicilia

Ex gruppo Aiello di Bagheria |Dossier della Fillea all’Antimafia

I lavoratori vantano ancora crediti per retribuzioni e tfr pari a 1,42 milioni di euro

PALERMO – La vicenda della confisca Ati Group è stata al centro di una audizione della Commissione regionale antimafia durante la quale la Fillea Cgil Palermo ha consegnato al presidente Claudio Fava un dossier che ripercorre i 16 anni di storia delle tre società edili Ati Group, Elmar e Edil Tecnica, dell’ex gruppo Aiello di Bagheria, sequestrate per mafia e del licenziamento dei 120 dipendenti avvenuto nel 2016. I lavoratori vantano ancora crediti per retribuzioni e tfr pari a 1,42 milioni di euro.

Malgrado le attività che le aziende avevano in corso e le commesse per diversi lavori nel settore delle costruzioni, dopo innumerevoli incontri, trattative e interlocuzioni con l’Agenzia nazionale per i beni confiscati, sit-in e manifestazioni, alle tre società Ati Group, Elmar e Edil Tecnica non si è riusciti a garantire la continuità d’impresa.

“Il sistema antimafia si regge su un modello condiviso e sull’assioma che non può esserci sviluppo senza legalità. Solo che, rispetto a questa impostazione di principio, l’antimafia si è soffermata sulla attività di contrasto alla criminalità, col sequestro e la confisca dei beni, senza passare alla seconda fase e agganciare il tutto a un nuovo modello di sviluppo economico – dice il segretario generale della Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo – Un modello di sviluppo che avrebbe dovuto prevedere una prospettiva di continuità produttiva”.

La Fillea aveva proposto la costituzione di una cooperativa degli edili, per prendere in affitto il ramo d’azienda. Il 30 marzo 2016 la cooperativa viene costituita. Ma a giugno viene avviata la procedura di licenziamento e ad agosto i lavoratori vengono licenziati. “Ci siamo rivolti alla commissione antimafia per aprire una discussione sul tema dei sequestri e delle confische, sul quale la Regione siciliana non ha mai legiferato. Non esiste un albo delle aziende, la Regione su questo tema non ci risulta sia mai intervenuta. Il Comune di Palermo detiene più di 100 immobili sequestrati e confiscati alla mafia e vorremo conoscere quale sarà la loro destinazione sociale, come prevede il Codice antimafia. Anche su questo, chiederemo una verifica – aggiunge Ceraulo – Così come chiederemo un incontro con il nuovo prefetto per la costituzione di un tavolo permanente per monitorare lo stato delle aziende sequestrate e confiscate”.

In una situazione simile ad Ati Group si trovano le cave della provincia di Palermo. La quasi totalità dell’attività di escavazione è sotto sequestro o confisca. Nel giro di un anno le confische diventeranno definitive. Cosa accadrà dopo per i circa 220 lavoratori impegnati nelle aziende del settore? (ANSA).


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