Frode al fisco, due arresti |Sequestrati supermercati e caseifici - Live Sicilia

Frode al fisco, due arresti |Sequestrati supermercati e caseifici

I particolari dell'operazione eseguita dalle fiamme gialle.

MANIACE – Sono considerati tra i maggiori produttori di latticini del catanese ma, per la Procura di Catania, hanno pilotato un fallimento e creato una bad company per frodare il fisco. La guardia di finanza ha arrestato Antonio e Sebastiano Tilenni, attualmente ai domiciliari e indagato Maria Pia Tilenni per la gestione della Tilenni Srl poi diventata Latticini Srl. Sullo sfondo, hanno documentato le fiamme gialle, un sistema accurato per frodare l’agenzia delle entrate.

LE ACCUSE – I Tilenni sono accusati della “perpetrazione sistematica di bancarotte fraudolente (patrimoniali e documentali) e reati tributari (sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte) connessi alla gestione di società operanti nella produzione e commercializzazione di prodotti lattiero/caseari sull’intero territorio nazionale, anche per la grande distribuzione, nonché della gestione diretta di supermercati a marchio proprio”.

IL SEQUESTRO – Il Gip ha disposto il sequestro preventivo del caseificio di Maniace e di 7 supermercati che si trovano a Bronte, Randazzo, Adrano, Paternò, Maletto e Misterbianco, nonché delle quote sociali e dell’intero patrimonio aziendale di 2 società (comprendenti beni immobili, mobili, disponibilità finanziarie, avviamento, crediti, articoli risultanti dall’inventario, beni strumentali, nonché tutte le eventuali autorizzazioni all’esercizio delle attività commerciali nonché ogni altro bene), per un complessivo valore stimabile in 1 milione di euro.

LE INDAGINI – A indagare sul sistema Tilenni sono stati i magistrati specializzati nel contrasto dei reati economici, coordinati dal magistrato Agata Santonocito. Le indagini sono state delegate alla sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza, complessivamente sono state evase imposte per 3milioni di euro. “Mediante la stipula di appositi atti di “Locazione e sub-locazione di rami d’azienda”, la fallita “LATTICINI S.r.l.” – ha ricostruito la Procura – ha provveduto a cedere in affitto tutti i beni di sua proprietà privandosi della propria capacità di produrre e divenendo, nel concreto, una scatola vuota ovvero un contenitore di soli debiti tanto da divenire inattiva ed essere posta in liquidazione”.

“Di contro – continuano gli inquirenti – le nuove entità giuridiche, tutte riconducibili al medesimo contesto imprenditoriale, in pratica hanno ottenuto dalla “LATTICINI S.r.l.” ormai prossima al fallimento – che ha tentato invano di scongiurare trasferendo la propria sede a Ragusa al pari di altre società facenti capo sempre alla famiglia TILENNI – gli elementi patrimoniali positivi, acquisendoli a condizioni economiche di assoluto vantaggio, a danno dell’Erario, degli enti previdenziali e delle banche che sono rimasti, nei fatti, gli unici creditori non soddisfatti”.

La Procura ipotizza l’esistenza “di un sistema imprenditoriale posto in essere con sistematica violazione delle leggi tributarie, evidenziando un’artificiosità di meccanismi illeciti e la loro riproposizione costante nel tempo mediante la costituzione e l’utilizzo di nuove società e il contestuale abbandono delle vecchie “bad company” allorquando queste ultime erano eccessivamente gravate da debiti”.


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