Il Covid si abbatte sui comuni| A Palermo buco da 70 milioni - Live Sicilia

Il Covid si abbatte sui comuni| A Palermo buco da 70 milioni

Meno incassi da tasse e servizi, bilanci in crisi
CONTI IN ROSSO
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Un buco da oltre 70 milioni di euro in bilancio, che però potrebbe diventare ancora più grande. Il Coronavirus impatta sulle finanze degli enti locali italiani e il comune di Palermo non fa eccezione: la pandemia ha falcidiato lavoratori e imprese e gli effetti si abbattono anche sulle tasse e sui servizi a pagamento.

Si tratta di stime ovviamente, da prendere quindi con le dovute precauzioni, ma che si basano sulle proiezioni elaborate dall’Anci, l’associazione nazionale dei comuni, che da tempo chiede al governo Conte un intervento per impedire che gli enti vadano tutti in dissesto. E i numeri, a ben vederli, sono da far tremare le vene ai polsi: nella migliore delle ipotesi i comuni di tutta la Penisola nel 2020 perderanno 3,7 miliardi di euro di entrate, nella peggiore ben otto. La proiezione più prudente è di 5,6 ed è quella che la Ragioneria generale di Palazzo delle Aquile ha preso in esame per valutare l’impatto del Covid sul capoluogo siciliano.

In base a questo scenario “di mezzo”, il Paese dovrebbe uscire dall’emergenza a luglio e avere una normalizzazione in autunno, condannando però una stagione estiva già compromessa. E per riprendersi dall’ammanco di entrate da cinque miliardi e mezzo, gli enti locali italiani ci metteranno non meno di tre anni: nelle casse dei comuni infatti arriveranno il 23% in meno di entrate tributarie e il 31% in meno di extratributarie (ossia i servizi).

I numeri del 2020, paragonati con quelli del 2019, sono impietosi: -77% dall’imposta di soggiorno (400 milioni di cui appena 100 ristorati da Roma), -10% da Imu e Tasi, -14% dall’addizionale Irpef a causa dei licenziamenti, -37% da Tosap, -33% dall’imposta sulla pubblicità. Ma la parte del leone (in negativo) la fa la Tari, ossia la tassa sui rifiuti, che segna -23%, ossia due miliardi.

Non va meglio sui servizi: -39% di incassi da asili e scuola; -50% cultura, sport e turismo; -5% dal sociale; -42% per gas ed energia; -8% da concessioni e affitti; -35% da trasporti e parcheggi e ben il 49% in meno dalle multe per infrazioni al Codice della Strada.

E Palermo? I conti sono presto fatti: prendendo in considerazione solo le voci più grandi e a riferimento le entrate previste, si parla per il 2020 di 1,5 milioni di euro in meno dalla pubblicità; -1,6 milioni dall’imposta di soggiorno; -9 milioni dall’Imu; -1,3 milioni dalla Tosap; -7,2 milioni dall’Irpef; -21,3 milioni dalle multe e, dulcis in fundo, -29,5 milioni dalla Tari. Il totale fa 71,6 milioni di euro, senza tenere in considerazione tutte le altre voci minori e al lordo del Fondo crediti di dubbia esigibilità.

“È la conferma della drammaticità della situazione finanziaria di tutti i comuni italiani e del fatto che, se non interverranno correttivi straordinari, fondi e nuove regole da parte del governo nazionale, i comuni non potranno fare i propri bilanci e saranno costretti a interrompere i servizi”, attacca il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che è anche presidente dell’Anci Sicilia.

Una voragine nei conti di tutte le città italiane che rischia di essere irreversibile, specie se il governo nazionale non interverrà prontamente aumentando le risorse in campo come chiesto da Anci (300 milioni in più per gli autobus, altrettanti per Tari, 75 per Imu): il pasticcio di norme e leggi rischia infatti di aggiungere la beffa al danno, visto che le risorse potrebbero arrivare troppo tardi o dover addirittura essere restituite. Tutti i comuni, Palermo compresa, in questo momento stanno incassando meno di quanto previsto ma stanno spendendo molto di più per sanificare e rendere tutto a norma anti-Covid: un circolo vizioso che costringe alle continue (e costose) anticipazioni di tesoreria, per non parlare dei buchi che si stanno creando anche nelle partecipate e che andranno comunque colmati.

Tutto qui? No, perché c’è anche un altro problema: i bilanci di previsione infatti non possono essere approvati in deficit, come hanno sentenziato a più riprese i giudici costituzionali, ma devono essere per forza in pareggio fra entrate e uscite. Il che significa che per approvare la manovra 2020 Palermo dovrebbe trovare subito oltre 70 milioni di euro.


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