"Covid e ammortizzatori sociali| Lavoratori a rischio" - Live Sicilia

“Covid e ammortizzatori sociali| Lavoratori a rischio”

Barone (Asia): "Mondo delle cooperative in difficoltà"

Il Covid-19 mette a rischio anche i lavoratori delle cooperative. A lanciare l’allarme è il segretario del sindacato Asia, Salvo Barone, che in una nota chiede soluzioni e aiuti per i dipendenti delle mense ospedaliere, gli addetti alle pulizie degli ospedali o al trasporto, i custodi.

“Molte volte i servizi collaterali sono assegnati a società, per lo più cooperative, ai quali è affidato il servizio di mensa e pulizia – dice Barone – Lavoratori che si sono trovati obbligatoriamente posti in Fis, il Fondo di settore equivalente alla cassa integrazione, che a differenza proprio della cassa non prevede allo stato attuale il riconoscimento degli assegni familiari e, per uno strano calcolo, neanche una percentuale retributiva paragonabile con altri ammortizzatori sociali. In sintesi un lavoratore posto in Fis per due settimane su quattro, che prima percepiva 1200 euro al mese più 200 di assegni familiari, ha percepito a marzo e aprile neanche l’equivalente del reddito di cittadinanza, nonostante fortemente esposto a contaminazione del virus. La situazione diventa ancor più paradossale se si pensa alla mancata concessione degli aiuti alle aziende del settore, a causa di un mero errore di calcolo della forza lavoro. In sostanza, ci troviamo innanzi ad un paradosso. In particolare, sino a 250 dipendenti il calcolo verrebbe effettuato in Ula (equivalente di un tempo pieno), da 251 a 499 si farebbe riferimento esclusivamente al numero di dipendenti senza effettuare alcun ricalcolo. La stortura è evidente: le aziende penalizzate dalla disposizione sarebbero proprio quelle che si occupano, per esempio, dei servizi di refezione scolastica (tra le più danneggiate da questa pandemia). Per un servizio di refezione scolastica spesso viene assunto personale a poche ore che si occupa, come è noto, delle attività che si svolgono presso i refettori (scodellamento, pulizie etc.). In sostanza, la norma tende a danneggiare le aziende sol perché, per la gestione dei servizi, devono assumere più dipendenti a poche ore. La mancata riparametrazione danneggia quelle aziende che si trovano in un limbo e conseguentemente mette a serio rischio il mantenimento dei posti di lavoro. Non v’è chi non veda come sia indispensabile uniformare l’applicazione dell’art. 13 del DL liquidità, facendo riferimento sempre e comunque al numero delle unità di lavoro equivalenti a tempo pieno. Motivo per il quale, questa settimana ci faremo fautori di una serie di incontri, anche con i rappresentanti datoriali e le forze politiche nazionali, per chiedere una modifica, se non direttamente con un emendamento di merito, ma anche con una specifica tecnica, affinchè si possano autorizzare “aiuti” alle aziende in difficoltà, secondo i criteri comunemente in uso nella normativa comunitaria per determinare le dimensioni di impresa. Il problema è reale e ha già generato difficoltà ai lavoratori e messo a rischio la tenuta dei bilanci delle aziende”.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI