Dal sacco di Palermo agli alberghi |Sequestro al costruttore Pilo VD - Live Sicilia

Dal sacco di Palermo agli alberghi |Sequestro al costruttore Pilo VD

Il valore dei beni viene stimato in 30 milioni di euro

PALERMO – Il suo nome riporta indietro nel tempo, fino all’epoca del maxi processo, nel quale Giovanni Pilo fu condannato per mafia. Oggi, all’età di 83 anni, la sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo gli sequestra un patrimonio milionario.

Il collegio presieduto da Raffaele Malizia ha accolto la proposta del direttore della Direzione investigativa antimafia, il generale Giuseppe Governale, d’intesa con il procuratore aggiunto Marzia Sabella e con sostituto Dario Scaletta.

Rapporti illeciti

Di Pilo, costruttore edile, un tempo uomo d’onore di Resuttana che si è trasferito a vivere in provincia di Roma, si iniziò a parlare nel 1976, anno in cui fu sottoposto alla sorveglianza speciale. Gli investigatori elencano i suoi collegamenti con Calogero D’Anna, esponente mafioso della famiglia di Terrasini; i rapporti intrattenuti con la famiglia Gambino(Pilo ha sposato negli anni Settanta la sorella di Giacomo Giuseppe, detto ‘u tignusu, capo del mandamento di San Lorenzo e componente della commissione provinciale di Palermo; il legame con Francesco Cinà, altro boss di San Lorenzo, a cui aveva dato disponibilità di una villa dove visse l’allora latitante Leoluca Bagarella.

La guerra di mafia

Non è un caso che nel corso della seconda guerra di mafia degli anni ’80 Pilo si sia schierato dalla dalla parte dei corleonesi, i quali scelsero alcuni costruttori edili per il controllo dell’urbanizzazione selvaggia. Erano gli anni del sacco di Palermo.

Del suo ruolo mafioso a Resuttana hanno parlato una sfilza di pentiti: Francesco Onorato, Giovanni Brusca, Angelo Siino, Antonino Avitabile, Giuseppe Marchese, Salvatore Cancemi, Calogero Ganci, Giovan Battista Ferrante, Francesco Paolo Anzelmo

Alberghi di lusso

Le indagini patrimoniali hanno fatto emergere sperequazione fra i redditi dichiarati da Pilo rispetto agli acquisti effettuati e agli investimenti sostenuti. Il valore dei beni sequestrati, compresi quelli della moglie e del figlio, vengono stimati in 30 milioni di euro. Si tratta di sette società a Roma, operanti nel settore immobiliare e delle costruzioni edili, due strutture alberghiere (una pronta a Ladispoli e una in costruzione a Guidonia Montecelio), 38 immobili, alcuni locali commerciali e 4 terreni a Palermo, Terrasini (Pa), San Vito lo Capo (Tp), Roma e Dello (Bs), una villa ubicata a Mondello.

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