Il caso Corso Sicilia arriva in Senato - Live Sicilia

Il caso Corso Sicilia arriva in Senato

ROMA – La senatrice Urania Giulia Rosina Papatheu accende i riflettori sul “degrado di Corso Sicilia” interpellando il Ministro dell’Interno. Le denunce dell’avvocato Pietro Ivan Maravigna, citato nell’atto, approdano così in Senato. La senatrice chiede al Ministro un maggiore e più significativo dispiegamento di forze dell’ordine nella zona, teatro illegalità diffusa e potenziale “cuore pulsante” dell’economia della città.

“La città di Catania è una delle realtà di maggiore rilievo della Sicilia e del Mezzogiorno, fulcro economico ed infrastrutturale del distretto del sud-est Sicilia, istituito il 26 febbraio 2014, alla presenza dell’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che rappresenta il principale polo industriale, logistico e commerciale della Sicilia ed è sede dell’aeroporto “Vincenzo Bellini”, si legge.

“Da anni i cittadini di corso Sicilia hanno espresso, con varie comunicazioni formali alle autorità preposte, il proprio stato di profondo disagio per la situazione di gravissimo degrado in cui versa tale quartiere, dove i residenti lamentano di essere stati abbandonati dalle Istituzioni pubbliche di ogni ordine e grado”, continua il testo. “Il comitato dei residenti, rappresentato da Ivan Maravigna, ha informato di tali criticità il Prefetto di Catania. È lungo l’elenco di criticità segnalate dai catanesi che denunciano, in particolare, fenomeni quali lo spaccio di sostanze stupefacenti e la prostituzione, in particolare nella parte di via Sturzo e alle spalle di San Berillo Vecchio, sporcizia e degrado. L’adescamento dei clienti da parte delle prostitute, e la consumazione di rapporti sessuali a pagamento avviene in strada, all’aperto, dinanzi ai portoni delle abitazioni e ciò, tra l’altro, non si è nemmeno fermato durante l’emergenza Coronavirus, rappresentando un ulteriore pericolo sanitario per la comunità”. Poi il quadro della situazione.

“Nella zona, si verificano risse tra le varie bande di diversa etnia, tra protettori e prostitute, tra spacciatori e tossicodipendenti, tra spacciatori e protettori, tra prostitute e clienti; è un quadro allarmante che è diventato un’inaccettabile normalità in Corso Sicilia; le forze dell’ordine sono intervenute in diverse occasioni, anche a seguito delle segnalazioni dei residenti, ma i numerosi problemi di quest’area non hanno mai trovato una soluzione risolutiva”. Papatheu passa in rassegna numerose criticità: “le bancarelle dei venditori extracomunitari abusivi occupano illegalmente, per centinaia di metri, i portici di corso Sicilia, rendendo difficoltoso alla cittadinanza il passeggio sui marciapiedi ed impossibile la visione delle vetrine degli esistenti esercizi commerciali a causa di una perenne occupazione abusiva, molti esercenti hanno preferito abbandonare una zona in cui sono impossibilitati ad operare in condizioni di legalità e sicurezza; l’indisturbata attività dell’ambulantato selvaggio e di commercializzazione abusiva di articoli contraffatti rappresenta un danno per gli operatori economici locali, che devono far fronte a oneri di concessione di autorizzazioni e licenze, gli oneri tributari e fiscali, ma si trovano a dover competere con la concorrenza sleale di chi vende prodotti senza avere licenza alcuna ed esenti da imposte e tributi”.


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