Paternò, criminalità minorile|Accardo: "Fatti isolati" - Live Sicilia

Paternò, criminalità minorile|Accardo: “Fatti isolati”

Angelo Accardo, Comandante della Compagnia di Paternò
Ecco la foto scattata dal Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Paternò.
L'INTERVISTA
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3 min di lettura

PATERNO’ – È stata set di molti successi cinematografici. Paternò con i suoi scorci meravigliosi e suggestivi è una delle tante perle della provincia etnea. Purtroppo all’ombra del Castello Normanno il virus della mafia ha creato storiche radici. Difficili da sradicare. Ma le istituzioni rispondono colpo su colpo. E la criminalità ha subito ferite gravi. Negli ultimi tempi, però, si è registrato un sensibile aumento di reati contro il patrimonio. Rapine, per intenderci. E in molte azioni criminali c’è la mano di un minorenne. I carabinieri della Compagnia di Paterno, guidati dal capitano Angelo Accardo, lavorano assiduamente per arginare i fenomeni di delinquenza minorile. Sia sotto il profilo della prevenzione, che della repressione. Ma Accardo assicura: “Si tratta di fatti isolati”. 

Capitano Accardo, a Paternò c’è un’emergenza criminalità minorile?

Dalle analisi provenienti dalle nostre indagini non parlerei di un fenomeno criminale diffuso, ma di fatti isolati che si sono ripetuti nel tempo. Non c’è una vera e propria organizzazione in ambito minorile e nemmeno fenomeni collegati a baby gang. 

Sono state registrate molte rapine con il coinvolgimento di minori. E alcune anche con l’uso di armi. Questo non vi preoccupa?

Si è vero, però ribadisco che si tratta di episodi isolati. E non dobbiamo dimenticare che siamo appena usciti da un’emergenza sanitaria che con il lockdown ha provocato anche un’emergenza economiche. Con molte famiglie a corto di risorse economiche e incapaci di garantire guadagni leciti. 

Non c’è quindi al momento a Paternò il pericolo che la criminalità organizzata possa reclutare manovalanza tra i giovanissimi?

In questo ultimo periodo no. In passato invece c’era stata questa connessione tra criminalità organizzata e delinquenza giovanile. Un collegamento che non emerge dalle attuali indagini. Ma voglio evidenziare che l’attività dell’Arma nel contrasto alla delinquenza minorile è stata sempre marcata. Ricordo, a titolo d’esempio, che qualche tempo fa a Paternò un minorenne e un appena maggiorenne si erano resi responsabili di diversi incendi d’auto. Anche in questo caso i carabinieri sono prontamente intervenuti. 

Anche a Paternò il fenomeno della canzone neomelodica è molto diffuso. Senza generalizzare, perché non è corretto, ma ci sono stati brani e video portatori di messaggi non certamente “sani”. Non vi preoccupa l’emulazione che ne può derivare?

Con la prevenzione e repressione possiamo arginare questo fenomeno. I carabinieri sono molto attenti. 

Il lockdown ha bloccato molte attività di confronto e incontro nelle scuole. Parlare ai giovani è la prima forma di prevenzione, non crede?

È importante che superata questa fase di emergenza questo confronto con i giovani riprenda, perché effettivamente la collaborazione dell’Arma dei Carabinieri e le scuole del territorio è stata veramente proficua. 

Può scattare una fotografia degli assetti attuali della criminalità organizzata a Paternò?

Il fenomeno criminale è sempre monitorato, le indagini vanno sempre avanti. Ma oltre questo non posso dire. 

Capisco. Un quadro storico-criminale, invece?

A Paternò la criminalità organizzata è divisa in due gruppi criminali: uno che fa capo al clan Assinnata, uno che fa capo al clan Rapisarda. Gli Assinnata sono l’articolazione locale della famiglia mafiosa dei Santapaola, invece i Morabito-Rapisarda del clan Laudani. 

C’è una geografia ben definita a livello criminale? 

Hanno una divisione territoriale però non è così marcata come in altre città. 

In alcuni quartieri avete notato un cambio di rotta. Una voglia di riscatto, di denuncia, di collaborazione?

Le posso dire che per alcuni reati, come rapine e furti, abbiamo avuto una forte collaborazione dei cittadini. Tempestivamente i commercianti ci informano delle rapine subite e questo per noi è fondamentale per poter avviare le nostre attività investigative. 

Questo cambiamento culturale lo state notando anche nelle denunce per estorsione?

Sì, negli ultimi anni c’è stato un cambiamento culturale. 

Una città che sta cambiando quindi rispetto al passato?

Una domanda a cui non posso rispondere. Le posso dire che i carabinieri vigilano e monitorano. E come dimostrano le inchieste degli ultimi tempi l’azione investigativa della Compagnia di Paternò e del Comando Provinciale dell’Arma di Catania è stata sempre incisiva. 

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