Lo strappo, il voto, il congresso|"Perché sto con Beppe Grillo" - Live Sicilia

Lo strappo, il voto, il congresso|”Perché sto con Beppe Grillo”

Nella foto la deputata del M5s Jose Marano
La deputata regionale José Marano a tutto campo.
L'INTERVISTA
di
4 min di lettura

CATANIA – Che cosa dobbiamo aspettarci dal prossimo capitolo della saga di Guerre (penta)stellari? Gli scissionisti attratti “dal lato oscuro della forza” in Sicilia stanno preparando il terreno per un nuovo stappo? Cresce la curiosità intorno al futuro della galassia grillina sempre più al centro dei riflettori da quando Alessandro Di Battista e Beppe Grillo se le sono suonate virtualmente sui social. Insomma, qualcosa si muove e i pentastellati dovranno dirimere più di un nodo. La deputata catanese Josè Marano rimane fedele alla linea del Movimento e indica la strada da imboccare alle prossime amministrative: collaborare con esperienze civiche, escludendo gli ex compagni di strada. Sul futuro di Angela Foti e compagni, la deputata dice e non dice. “Capiremo meglio il loro progetto politico con il passare del tempo”, commenta.

Partiamo dalla scissione che ha riguardato un quarto della vostra deputazione regionale. Che cosa è accaduto esattamente? Le versioni sono contrastanti, lei che idea si è fatta?

Credo che all’interno di un gruppo, di qualunque tipo, ci possano essere diversità di visioni perché ciascuno ha la propria sensibilità, ma una cosa è dibattere sui temi e trovare una soluzione, un’altra è andare via senza confrontarsi più con il gruppo nel quale si è stati eletti.

Angela Foti ha confermato che resteranno all’opposizione del governo Musumeci. Lei ci crede?

Saranno i fatti e il tempo a dircelo. Lo vedremo quando si voterà in aula, lì capiremo che tipo di progetto politico stanno portando avanti.

C’è un collegamento tra lo strappo siciliano e le frizioni che si registrano a livello nazionale tra due pesi massimi del Movimento come Beppe Grillo e Alessandro Di Battista?

Ho pensato a questo, ma tra Di Battista e Grillo la vedo diversamente anche se, ad oggi, non posso sapere se esiste una linea comune. Il dibattito nazionale tra Grillo e Di Battista riguarda la gestione del Movimento. Un dibattito interno al Movimento quindi.

Ma lo strappo non consentirebbe una exit strategy a chi vive in modo insofferente l’alleanza con il Pd?

Ripeto. Capiremo meglio il loro progetto politico con il passare del tempo.

Va bene. Torniamo a vicende romane. Lei si è apertamente schierata con Beppe Grillo, no?

Sì. Mi schiero con il Movimento Cinquestelle e chiaramente per me Beppe Grillo rappresenta la persona, insieme a Casaleggio, che dal primo giorno ha creato questo progetto.

Insomma, fedele alla linea. Non crede che un congresso possa essere utile per indicare una direzione più definita dopo le esperienza di governo con partiti di segno opposto?

Il congresso serve sicuramente per parlare di organizzazione e di coordinamento considerando che nasciamo come movimento di opposizione e man mano diventiamo forza di governo. Diversa è la questione dei governi. Noi non abbiamo scelto di stare con la Lega o con il Pd perché non abbiamo una nostra linea. C’è una legge elettorale che non consente di governare a una sola forza politica quindi bisogna portare avanti dei progetti insieme a qualcun altro. Questo non significa che non abbiamo un’identità ma collaboriamo per portare avanti dei progetti.

Sì. Ma ci può essere maggiore o minore affinità tra alcuni partiti piuttosto che tra altri a prescindere dalle esigenze pratiche dettate dalle leggi elettorali e si deve rispondere a un elettorato di riferimento che potrebbe preferire la linea adottata con Salvini piuttosto che quella adottata in coalizione con il Partito Democratico, no?

Io non userei la parola affinità, ma parlerei di condivisione rispetto ai temi in comune con altre forze politiche. Se il Pd crede nella mobilità sostenibile va bene che la pensi come me.

Sta dicendo che comunque siete voi a dare le carte e gli altri a seguirvi?

Sì certo. Ma possiamo riconoscere l’importanza di un tema anche se lo propone il Pd. Ma questo non significa essere affini.

Il 4 ottobre si voterà per le amministrative. In provincia di Catania il Movimento, che ha già indicato alcuni candidati, vuole correre da solo?

Stiamo strutturando la campagna elettorale. Probabilmente in alcuni comuni ci saranno anche delle liste civiche a sostegno.

Anche le liste di Attiva Sicilia?

No. Attiva Sicilia non fa parte delle ipotetiche liste con le quali potremmo dialogare.

L’onorevole Foti non ha escluso la possibilità di alleanze.

Non credo con il Movimento, visto che sono andati via qualche settimana fa.

E il Pd? Ogni tanto qualche dirigente dem propone di allearsi con voi alle amministrative.

Ad oggi non stiamo parlando di fare alleanze con il Pd. Stiamo strutturando la campagna elettorale ma con liste civiche.

E nessun partito?

Ad oggi è così. Tutto è in corso d’opera.

A Palermo e Catania siete all’opposizione di Musumeci e Pogliese. Che bilancio traccia delle due esperienze di governo?

In questi due anni e mezzo non ho visto grandi passi in avanti e non ho visto gettare le basi per fare risollevare la Sicilia. Si lavora sempre in emergenza a prescindere dal settore di riferimento risolvendo problemi ereditati dal passato, ma Musumeci ad oggi non pare avere gettato le basi per attuare importanti riforme.

Lo stesso vale per Pogliese a Catania?

Sì. Non trovo incisivo il suo operato.


Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI