Cgil, pronta la mozione di sfiducia|"Nessuna prassi pericolosa" - Live Sicilia

Cgil, pronta la mozione di sfiducia|”Nessuna prassi pericolosa”

La mossa della minoranza e la replica della segreteria.

CATANIA – Sarà presentato il 30 giugno prossimo il documento di sfiducia per i vertici della Cgil etnea. Durante l’assemblea generale che si terrà on-line il gruppo di Democrazia e Lavoro ha già stilato un documento dove si chiede un passo indietro dell’attuale dirigenza. “Noi siamo un pezzo della Cgil e rappresentiamo lavoratori e lavoratrici – commenta Vittorio Turco componente regionale della Flc-Cgil – abbiamo bisogno che si faccia un passo indietro. I ruoli apicali della nostra Camera del Lavoro Metropolitana, grazie alla lettura dell’ordinanza e le applicazioni di misure cautelari dell’operazione Malupassu, ha messo in luce prassi e profili che mettono in pericolo la nostra credibilità nel capoluogo etneo e nella sua provincia”.

Il documento sarà presentato alla prossima assemblea sindacale. “Chiediamo un rinnovamento radicale, che non può essere gestito e governato dall’attuale gruppo dirigente – si legge nel documento – della Camera del lavoro. Invitiamo l’intero gruppo, componente la Segreteria camerale, a rassegnare le dimissioni con un atto di responsabilità. I fatti che oggi vengono svelati sono di una gravità tale che tentare di procrastinare l’esistenza dell’attuale segreteria ci indurrebbe ad invocare l’applicazione del nostro Statuto”. E ancora. “Ci attiveremo, senza indugio, per chiedere al Direttivo Nazionale che si avvii con urgenza il percorso stabilito dell’articolo 16 nei commi 7 e 8. Al fine di ridare fiducia ai nostri rappresentati e credibilità alla nostra organizzazione”, scrivono.

La dirigenza di Democrazia e Lavoro della Cgil etnea individua una serie di azioni indispensabili. “La necessità che la Cgil ha bisogno di costruire i suoi gruppi dirigenti a specchio della rappresentanza degli iscritti e non in relazione all’apparato – ribadiscono Tiziana Scandura coordinatrice provinciale di Democrazia e Lavoro della Cgil e Vittorio Turco –  il bisogno di costruire momenti di approfondimento sulle condizioni di dissesto di tanti comuni siciliani a salvaguardia dell’erogazione dei servizi sociali essenziali ai lavoratori e alle loro famiglie. La necessità di riprendere sul territorio la battaglia per la democrazia nelle istituzioni scolastiche e universitarie. L’impegno puntuale contro le commistioni tra mafia, politica e imprenditoria e la necessità di una complessiva gestione economica trasparente della Camera del Lavoro etnea”. Questi solo alcuni dei punti tracciati dai rappresentanti sindacali sul documento di sfiducia verso i vertici di dirigenza della Cgil. “Restiamo in attesa di una decisione della Segreteria Nazionale – puntualizza Turco – perché potrebbe prospettarsi l’azzeramento e il conseguente commissariamento del sindacato etneo. Ci siamo sempre battuti per il pieno rispetto dell’autonomia del nostro sindacato libera da ogni condizionamento”.

LA REPLICA

La segreteria della Cgil ha inviato una nota sulla vicenda. “La Cgil è la casa di tutti, anche delle minoranze interne come lo è “Democrazia e lavoro”, ma le chiavi di lettura strumentali non solo amareggiano, ma rischiano di gettare fango sull’intera organizzazione.  Da quest’area sindacale, in questi anni non è mai arrivata alcuna proposta concreta, mentre ad ogni fase di cambio congressuale non sono mancate le verifiche di una qualche partecipazione più diretta al gruppo dirigente. Quel gruppo dirigente a cui oggi viene chiesto di  farsi da parte”, si legge.
“Dalle intercettazioni telefoniche relative all’inchiesta Malupassu non emergono affatto “profili di vicinanza di ruoli apicali “ a prassi pericolose. Nelle nostre sedi non si tengono campagne elettorali, e come ripetiamo da anni, ciascun militante a titolo personale è libero di sostenere qualunque partito politico; è una realtà così assodata e trasparente quest’ultima, che molti dirigenti sindacali si sono diversificati nelle loro personali scelte di preferenze verso realtà diverse dal PD e non ne hanno fatto mistero. 
Abbiamo massimo rispetto per la figura di Gabriele Centineo, giustamente ricordato con orgoglio per la sua trasparenza intellettuale e c’è un filo che ci unisce a lui tanto da averlo sempre considerato “patrimonio comune”  dell’intera Cgil di Catania, di cui, lo ricordiamo, è stato anche segretario confederale”, si legge.
 “La Cgil compie i suoi grandi passi democratici interni attraverso i congressi che sono costituiti da delegati eletti da tutti i lavoratori e i pensionati iscritti alla Cgil,  lavoratori in produzione,  e sono lo specchio dei lavoratori iscritti alla Cgil come prevede lo Statuto. – si legge –  La segreteria della Cgil di Catania ha approvato tutti i suoi bilanci all’unanimità, senza alcuna spaccatura all’interno del gruppo dirigente e coinvolgendo anche le categorie, e quando il documento è passato in direttivo – con il coinvolgimento delle categorie poiché osserviamo un Piano di rientro, curandone al massimo la trasparenza- abbiamo registrato solo un astenuto. 
Ci chiediamo, inoltre, quale sia la vera ragione che induce un gruppo di compagni ad anticipare e diffondere un documento così specifico, rispetto alla discussione in assemblea generale che si terrà giorno 30″. “Non meritava forse di essere discusso insieme? No, non pensiamo che i panni si lavino in famiglia, ma che si debbano rispettare i luoghi deputati per il confronto e le persone, mentre ora siamo indotti a pensare che anziché fare gli interessi dell’Organizzazione vengano curati interessi particolari. Ce ne doliamo”, scrivono. 
“Per tutto il resto, crediamo che anni e anni di sforzo quotidiano, sempre accanto alle grandi vertenze della Cgil nazionale, in una città devastata dalla disoccupazione e dal dissesto (ricordiamo che ci siamo schierati contro le responsabilità delle varie giunte che si sono succedute, dalla giunta Scapagnini a quella di Stancanelli, sino all’amministrazione Bianco, contro la quale, in caso di processo, chiederemo di costituirci parte civile), abbiamo fatto tanto”, si legge nella nota.
!Abbiamo lottato contro il lavoro nero nel nostro territorio, contro il caporalato, a fianco dei lavoratori in difficoltà nelle aziende confiscate alla mafia o borderline, senza paura di ritorsioni. Lavoriamo da sempre insieme ai comitati civici contro il malaffare delle discariche, compresa quella finita su tutti i giornali con tanto di operazione della GDF proprio qualche giorno fa;  non ci facciamo mancare le denunce penali contro gli sfruttamenti, i continui tentativi di lavorare insieme alle Forze dell’Ordine ed alla Prefettura, le piazze occupate a fianco delle lavoratrici di asili nido abbandonate al loro destino, le sfiancanti contrattazioni nei vari comuni,  le continue  aperture delle nostre sedi agli ultimi, ai migranti e a chi viene mal giudicato perché “diverso”: sono queste le nostra modalità di fare la guerra agli interessi illegali e criminali”, si legge. “Il welfare e la scuola sono stati sempre al centro dei nostri sforzi, e ci fa piacere ricordare, a proposito di sindacato dei pensionati, che è uno dei più numerosi delle nostre province. Abbiamo tenuto duro, anche nei mesi della fase 1 Covid, continuando a stare accanto ai lavoratori, denunciando le aziende che non rispettavano la sicurezza, sempre e comunque, nella maggior parte dei casi con grandi sacrifici personali e di squadra, comprese le categorie, e senza darlo mai a vedere. Perché è la nostra missione.   Ci sarebbe da dire altro, ma lo faremo insieme, come si usa nella grande Confederazione  generale dei lavoratori che è la Cgil di Catania di cui questo gruppo dirigente rivendica continuità dalla segreteria di Francesco Battiato ai giorni nostri”, concludono.


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