CALTANISSETTA – L’inchiesta arriva fin dentro il palazzo di giustizia di Caltanissetta. I pubblici ministeri nisseni indagano sull’impresa che aveva vinto l’appalto per l’ampliamento degli uffici giudiziari. Gli agenti agli ordini del capo centro, il colonnello Emanuele Licari, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure interdittive e di arresti domiciliari emessa dal giudice per le indagini preliminari nei confronti di nove persone. I reati contestati sono bancarotta fraudolenta e concorso nel reimpiego di beni di provenienza illecita.
I COINVOLTI
Il divieto di esercitare imprese colpisce Gianpiero Falco, 55 anni, noto imprenditore di Napoli, rappresentante di società private e pubbliche, impegnato nell’associazionismo industriale e nell’antiracket; Michele Iraci Cappuccinello, 46 anni, e il fratello Giacomo, di 45, entrambi imprenditori originari della provincia di Messina ma da tempo residenti a Caltanissetta; Aldo Domenico La Marca, 47 anni, di San Cataldo; il catanese Angelo Romano, 53 anni, e il messinese Carlo Giunta, 51 anni. Agli arresti domiciliari finisce Francesco Scirocco, 54 anni, di Gioiosa Marea, nel Messinese, imprenditore già condannato per reati di mafia.
IL SEQUESTRO
Il provvedimento del gip ha dato il via libera al sequestro, per un valore complessivo stimato in oltre un milione e mezzo di euro, delle quote sociali e dell’intero patrimonio del “Consorzio stabile Virgilio”, con sede legale a Napoli, della “Cantieri Generali srl”, con sede a Caltanissetta, e della messinese “Polime srl.”. Sarebbero le imprese attraverso cui sono stati ripuliti i soldi di provenienza illecita.
LA STORIA DI UN APPALTO TORMENTATO
Appalto tormentato quello per i nuovi uffici giudiziari, bandito nel 2010. All’inizio era stato assegnato al Consorzio Co.Ro.Im di Angelo Romano, che aveva già eseguito la manutenzione del Policlinico universitario di Messina e l’ampliamento dell’area di servizio autostradale milanese di Zenone est. Poi, una catena di fallimenti delle imprese che facevano parte del consorzio. A cominciare da “Impreter srl.” e “G.M.I. srl”, riconducibili ai fratelli Iraci Cappuccinello. Emersero azioni distrattive in favore della “Cantieri Generali srl.”, altra società degli Iraci. Una volta fallito il Co.Ro.Im si registrò l’affitto del ramo di azienda al “Consorzio stabile Virgilio”, già con sede a Catania, all’epoca presieduto dall’imprenditore campano Gianpiero Falco, che subentrò nei lavori al palazzo di giustizia. Nel corso delle indagini è emersa la figura di Francesco Scirocco, imprenditore messinese condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, vicino sia alla famiglia mafiose di Barcellona Pozzo di Gotto che ai Bontempo Scavo di Tortorici. Per il reato di reimpiego di beni di provenienza illecita nel consorzio stabile “Virgilio”, sotto inchiesta ci sono Francesco Scirocco, Carlo Giunta (dal febbraio 2015 consigliere del consorzio, nonché amministratore unico della società cooperativa “Eco Ambiente”, socio di maggioranza del “Virgilio”), Aldo Domenico La Marca (dal settembre 2012 direttore tecnico del consorzio e dal febbraio 2015 al marzo 2016 consigliere).
IL RAPPORTO DIA DEL 2016
Nel 2016 la Dia ha girato un rapporto sull’appalto all’Anac che ha determinato l’emissione di un provvedimento interdittivo di sospensione all’esercizio dell’attività di attestazione nei confronti dell’ente “Pegaso Organismo di attestazione S.p.a.” con sede a Napoli.
Purtroppo, un minimo la pensiero, secondo me i veri omprenditori antiraket sono semplicemente quellichenon pagano il pizzo e lavorano in silenzio ed onestamente ( è ce ne sono tanti per fortuna) ….chi fa rumore e si mette in mano alla politica ,spesso e volentieri vende solo fumo