"Sembra un angelo, è il diavolo|Così diamo battaglia agli usurai" - Live Sicilia

“Sembra un angelo, è il diavolo|Così diamo battaglia agli usurai”

Ecco chi lotta contro l'usura al tempo del Coronavirus. Anche con la prevenzione.

PALERMO- Chi ha imparato tanto, osservando la disperazione profonda in certi sguardi, sa che il paradiso bugiardo è un inferno in terra. “Chi è l’usuraio? Uno che si presenta come un angelo, disposto ad accorrere in aiuto. Ma poi si rivela pericoloso, come il peggiore dei diavoli”.

Il Coronavirus, con la crisi economica, conseguenza dell’emergenza sanitaria, ha seminato povertà ovunque. Padri di famiglia, dall’oggi al domani, si sono ritrovati con pochi spiccioli nel conto corrente e in tasca. Qualcuno si è guardato intorno: che fare? E c’è chi si è rivolto all”amico’ del quartiere, cadendo per sempre in trappola. Il fenomeno è in crescita. Le forze dell’ordine sono sul pezzo e compiono il loro lavoro puntualmente. L’ultimo evento, secondo la cronaca fin qui disponibile, riguarda un giovane laureando, vittima dell’adescamento di un usuraio. Ma è appena la cima di un corposo sommerso.

Le squadre del bene contro l’usura

Non ci sono soltanto gli uomini in uniforme, come i finanzieri di Palermo, che si sono occupati dell’ultima operazione. La partita la giocano anche altre ‘squadre del bene’ che agiscono per prevenire, prima che sia troppo tardi. La Fondazione ‘Ss. Mamiliano e Rosalia’, situata in pieno centro storico, espressione della Diocesi, fa parte della Consulta Nazionale Antiusura. La sua missione è esposta chiaramente nel sito istituzionale. Parole che rappresentano un balsamo per le anime che non vogliono essere depredate dai signori dei soldi sporchi. Dettaglio essenziale. Loro entrano in campo prima che un’anima dolente e confusa scelga di consegnarsi agli usurai. Per questo svolgono una funzione essenziale nel contrasto.

Ecco la presentazione: “La Fondazione assiste persone fisiche o imprese individuali, non società, che si trovano in situazioni finanziarie compromesse dovute a eccessive esposizioni debitorie con banche e finanziarie alle quali non possono più richiedere personalmente prestiti, con conseguente rischio di cadere nell’usura. Ascolta persone e famiglie in condizioni di grave indebitamento e che sono a rischio usura e, se del caso richiede la documentazione dello stato debitorio e della situazione reddituale. Può rilasciare le garanzie necessarie per accedere ai crediti bancari, utilizzando i fondi del Ministero dell’Economia e delle Finanze, secondo quanto disposto dalla Legge 108/96. Può trattare direttamente con i creditori al fine di chiudere, ove possibile, i rapporti a saldo e stralcio”.

Oltrepassando la porticina della sede, si entra in contatto con un mondo, di carte, computer e passi svelti, alacremente impegnato per scongiurare il peggio.

“Si presentano come angeli, ma…”

In una stanza spoglia, con un pc, e una foto di Papa Francesco, ci sono Vittorio Alfisi, il presidente, e Giovanni Cascino (nella foto), il vicepresidente. “Noi – spiega il presidente Alfisi – cerchiamo di dare sollievo alle persone per evitare che precipitino nell’abisso”. Il vicepresidente Cascino sorride: “Alle volte le afferriamo per i capelli, appena in tempo”.

“In molti casi – continua Vittorio Alfisi – non dobbiamo pensare a chissà quali somme, ma alla banconota da cento e da cinquanta euro che è una boccata d’aria per chi non sa dove sbattere la testa. Registriamo, per esempio, che gli episodi di usura sono in crescita tra i migranti. Le storie sono tante, troppe. Per ora ci stiamo occupando di un imprenditore che aveva investito i suoi soldi per il 2020 ed è stato preso in pieno dal lockdown. L’usuraio si presenta come un amico, come quello che vuole risolverti i problemi, come un angelo, ma è il peggiore dei diavoli”.

“Si crea una sorta di sindrome di Stoccolma tra la vittima e il carnefice – aggiunge Giovanni Cascino – con la vittima che può sentirsi psicologicamente distrutta perché non riesce a onorare il debito. E, se uno non paga, si mostra il vero volto della ferocia, con le minacce e con le vie di fatto”. La soluzione? “Rivolgersi alle istituzioni e alle reti di salvataggio che esistono, mai cedere alla tentazione degli amici degli amici”. E la mafia? Un altro sorriso piegato dall’amarezza. “Di solito, in vicende del genere, c’è”.

Le famiglie in difficoltà

Il colonnello Gianluca Angelini è il comandante del nucleo di polizia economico-finanziaria. Sono spesso gli uomini delle Fiamme gialle, che lui coordina, a smagliare la trama criminale di malviventi travestiti da benefattori. “Ovviamente – spiega l’ufficiale – il periodo d’emergenza ha determinato un aggravio della situazione economica delle famiglie. Il rischio concreto è che si rivolgano a canali sbagliati perfino soggetti che in passato mai l’avrebbero fatto. Se c’è la mafia in mezzo? Diciamo che l’usura è il classico reato spia. Chi lo commette non necessariamente è un mafioso, ma, sovente, i capitali di cui si serve sono collegabili a contesti di criminalità organizzata”. Il volto feroce di cui si narrava prima.

“Sì – conclude il colonnello – il cittadino in difficoltà si confronta, ben presto, con dinamiche bruttissime, perché ha creduto a qualcuno che si accreditava come il salvatore in un frangente terribile. Anche io insisto sul punto: non c’è che la strada della denuncia. Bisogna rivolgersi alle istituzioni o alla rete delle associazioni e una via d’uscita si rende sempre disponibile”.

Chi lotta a Catania

Nicola Grassi è il presidente dell’Asaec, un’altra squadra del bene che combatte le sue battaglie coraggiose a Catania. “Adesso – racconta – non c’è la drammatica percezione del problema”. Perché, presidente? “Perché l’usura sta accadendo proprio ora, mentre noi chiacchieriamo, con la richiesta di aiuto. Tra qualche mese, quando si tratterà di pagare, chi c’è incappato si renderà conto della violenza dietro le apparenze. Noi sensibilizziamo alla denuncia, accompagniamo, sosteniamo e tentiamo di portare a galla il sommerso. Non è semplice. Chi viene imprigionato nelle grinfie dell’usuraio sperimenta una condizione di estrema fragilità che supera solo con la consapevolezza”.

L’usura (purtroppo) sta bene

Le trappole sono disseminate tra le spine della crisi economica che ha favorito i ladri d’anime. Non a caso l’usura è stato l’unico reato a prosperare nei mesi dell’emergenza Covid-19. Il fresco rapporto del Viminale riferisce di un aumento del 9,6% nei primi tre mesi dell’anno.

Perché la pandemia ha seminato povertà ovunque. Ci sono diavoli che si appiccicano le ali posticce degli angeli per fingersi ciò che non sono. Promettono il paradiso, scatenano l’inferno. Ecco che cosa racconta lo smarrimento di certi sguardi.


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