Soldi sulla pelle dei migranti|"Ristoratore e trafficante" - Live Sicilia

Soldi sulla pelle dei migranti|”Ristoratore e trafficante”

Sequestrati beni per 1,5 milioni. Tremila euro a persona per arrivare in Sicilia

PALERMO – Quando lo arrestarono, nel novembre 2019, Fadhel Moncer, tunisino di 39 anni, ufficialmente gestiva il ristorante Onda Blu, sul lungomare di Mazara del Vallo. Secondo l’accusa, però, aveva trovato una nuova fonte di guadagno molto più remunerativa: organizzava i viaggi clandestini fra Tunisi e Lampedusa e gestiva la rotta del contrabbando di sigarette.

Patrimonio da 1,5 milioni

Il Tribunale per le misure di prevenzione di Trapani, su richiesta della Procura di Palermo, gli ha sequestrato beni per un milione e mezzo di euro.
Le indagini patrimoniali sono dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria, del Gico e del Comando provinciale di Palermo. Gli stessi che arrestarono Moncer insieme ad altri dodici persone.

I reati

I reati contestati agli indagati dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dai sostituti Claudia Ferrari, Federica La Chioma e Calogero Ferrara sono sfruttamento dell’immigrazione clandestina, contrabbando di tabacchi lavorati e fittizia intestazione di beni e attività economiche.
Sono le attività che oggi finiscono sotto sequestro in sede di misure di prevenzione: il ristorante a Mazara del Vallo, terreni, una casa e un’azienda agricola a Marsala, conti correnti. In più Moncer aveva avviato un oleificio in Tunisia. Le attività sono state affidate in gestione.

I viaggi della speranza

Per imbarcarsi su un gommone carenato, dotato di potenti motori fuoribordo, e coprire il tratto di mare che separa le due sponde del Mediterraneo in poche ore bisognava sborsare fino a tremila euro. Per ciascuna traversata al massimo venivano trasportati 15 migranti e un quintale di sigarette di contrabbando.

Il primo arresto

Arrestato nel 2012, condannato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, scarcerato per fine pena nel 2015 e di nuovo in carcere nel 2019: è già unga la carriera criminale di Moncer.

“Anche lui lavora in clandestini e sigarette, lui è quello che ha iniziato per primo questo tipo di traffico”, ha raccontato un tunisino che ha collaborato con i magistrati.

“Una bomba dentro la caserma”

Nella prima inchiesta furono registrate le sue farsi inquietanti: “Faccio saltare la caserma, già sto mettendo da parte, ogni volta, uno, due chili… appena cominciano ad essere cinquanta, cento chili, ti faccio sapere com’è… ti faccio spostare tutta la caserma a mare… tu dici, arrivo a scoppiare una bomba dietro la caserma dei carabinieri a Marsala, che succede? Sai, gli sbirri scappano da Marsala”.

Investimenti sproporzionati

Le indagini del Gico hanno evidenziato una significativa sproporzione tra i redditi dichiarati e gli investimenti effettuati nel tempo da Moncer. Una delle due imprese sottoposte a sequestro opera nel settore agro-alimentare, mediante la coltivazione in serra di prodotti stagionali, su terreni estesi per circa due ettari.

https://livesicilia.it/2020/06/25/soldi-sulla-pelle-dei-migranti-il-sequestro/

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI