Mafia, 46 arresti NOMI|Il padrino e il nuovo asse - Live Sicilia

Mafia, 46 arresti NOMI|Il padrino e il nuovo asse

Ramificazioni anche in Germania. Ecco i particolari.

CALTANISSETTA – Il Ros dei carabinieri ha colpito uno dei pilastri della mafia siciliana, quella di Barrafranca, con ramificazioni nazionali e internazionali. Una mafia che coniuga passato e presente, disponibilità di armi e rapporti con colletti bianchi, sangue e affari, non a caso, tra i reati contestati, c’è anche la corruzione aggravata dal metodo mafioso. Coinvolti funzionari della pubblica amministrazione.

Le accuse.

Sono 46 gli indagati, a vario titolo, con l’accusa di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsioni, corruzione aggravata dall’aver favorito l’associazione mafiosa e detenzione di armi da fuoco. Sequestrato anche un milione di euro.

Le indagini

A coordinare l’inchiesta è il procuratore capo di Caltanissetta Amedeo Bertone, che ha lavorato a stretto braccio con il magistrato Pasquale Pacifico. Arresti in corso in tutta Italia e in Germania.

Il ritorno del “padrino”

L’inchiesta nasce nel 2018, quando viene concessa la detenzione domiciliare, per ragioni di salute al super boss Raffaele Bevilacqua, già condannato per associazione mafiosa e storico politico ennese. “Già tra la fine degli anni ’80 e i primi anni del 2000 – scrivono gli inquirenti – era non solo componente del direttivo della Democrazia Cristiana ed in strettissimi rapporti con Salvo Lima, ma anche al vertice di Cosa Nostra ennese per diretta investitura di Bernardo Provenzano”.

Un padrino di spessore Bevilacqua, in grado di mantenere rapporti di altissimo profilo istituzionale e, contemporaneamente, di guidare il braccio armato del clan. Bevilacqua, infatti, è stato condannato all’ergastolo come mandante, insieme al killer Francesco La Rocca (scarcerato recentemente per l’emergenza Covid), dell’omicidio di Domenico Calcagno, avvenuto nel 2003 a Valguarnera Caropepe.

Il ritorno a casa

Il Ros ha monitorato Bevilacqua durante il ritorno a casa, rilevando come il carcere duro “non avesse minimamente fiaccato lo spirito di Bevilacqua, annotano i carabinieri – il quale, non appena ritrovata la libertà, ha ripreso immediatamente la direzione della famiglia mafiosa, con il fondamentale apporto dei suoi famigliari”.

Summit a Catania

Il padrino ha trascorso i domiciliari a Catania, il suo appartamento sarebbe stato trasformato in un luogo di ritrovo per pregiudicati anche di spessore. Il Ros ha documentato veri e propri summit, con gli uomini d’onore Alessandro Salvaggio e Salvatore Privitelli, durante i quali “sono state stabilite strategie – scrivono gli inquirenti – progettate le azioni da compiere, alcune anche molto gravi”.

Il baciamano

Un atto di rispetto, un atto dovuto al grande boss. Il Ros ha documentato che l’anziano uomo d’onore Alessandro Salvaggio, rivedendo il capo famiglia dopo 15 anni, “al momento dei saluti gli baciava le mani in segno di immutato rispetto”.

Questioni di famiglia

Per gli inquirenti nel progetto di riorganizzazione della famiglia mafiosa ordito da Raffaele Bevilacqua hanno assunto un ruolo cardine i suoi figli: Flavio, Alberto e Maria Concetta, quest’ultima avvocato del foro di Enna. Il figlio Flavio, secondo l’inchiesta, era l’interfaccia del padre con il territorio occupandosi di tenere i contatti con gli altri affiliati e di concordare le azioni da intraprendere; Maria Concetta, invece, era solita compiacersi per il “rispetto” che le veniva tributato, e approfittando della sua professione, incontrava nel suo studio legale di Barrafranca (En) gli affiliati ai quali consegnava i “pizzini” scritti dal genitore con gli ordini da eseguire. La donna al pari del fratello, per gli investigatori, partecipava alla scelte strategiche del gruppo criminale, organizzava gli incontri nell’abitazione di Catania e, sfruttando il suo ruolo di legale, attuava una serie di manovre volte ad evitare il ritorno in carcere del padre. A conferma che il tempo e la detenzione non abbiano rescisso il legame con l’organizzazione, gli investigatori hanno documentato come Filippo Milano, storico affiliato alla consorteria di Barrafranca (En), nel tempo avesse consegnato ai famigliari del suo capo cospicue somme di denaro con le quali, come la moglie del boss Giuseppa ammetteva, aveva provveduto a soddisfare i “piaceri” dei figli, tra cui la festa di laurea di Maria Concetta pagata proprio con il denaro provento di attività illecite.

I nomi, custodia cautelare in carcere

  1. Raffaele Bevilacqua; 2. Flavio Alberto Bevilacqua; 3. Giuseppe Emilio Bevilacqua; 4. Luigia Bellomo; 5. Adriano Giuseppe Bevilacqua; 6. Andrea Blasco; 7. Filippo Bonelli; 8. Davide Cardinale; 9. Cardinale Cardinale; 10. Fabio Cardinale; 11. Angelo Cutaia; 12. Andrea Ferreri; 13. Calogero Ferreri; 14. Agatino Maxmiliam Fiorenza; 15. Davide La Mattina; 16. Giuseppe La Mattina; 17. Luigi Fabio La Mattina; 18. Valentino La Mattina; 19. Dario La Rosa; 20. Filippo Milano; 21. Giovanni Monachino; 22. Vincenzo Monachino; 23. Salvatore Paternò; 24. Salvatore Privitelli 25. Massimo Riggi; 26. Vincenzo Russo; 27. Alessandro Salvaggio; 28. Salvatore Salvaggio; 29. Giovanni Strazzanti; 30. Salvatore Strazzanti; 31. Sebastiano Tasco; 32. Mirko Filippo Tomasello; 33. Giuseppe Trubia; 34. Angelo Tummino; 35. Salvatore Marco Vaccari;

Custodia agli arresti domiciliari

  1. Maria Concetta Bevilacqua; 2. Abigail Bellomo; 3. Rosetta Bellomo; 4. Salvatore Blasco; 5. Rosario Corvo; 6. Stella Crap Anzano; 7. Davide Pagliaro; 8.Cateno Sansone; 9. Giuseppina Strazzanti; 10. Giuseppe Zuccalà; n.1 ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere nei confronti della minorenne S.S.

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