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Protesta all’assessorato|”Ecco come ci hanno screditato”

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CATANIA – Si è svolta, stamattina in via Calatabiano, davanti all’immobile occupato da alcuni nuclei familiari senza reddito, una conferenza stampa del Comitato Casa-Reddito-Lavoro. “Hanno stato i centri sociali” questo il comic-slogan con il quale si contesta il comunicato stampa inviato dalla Questura e dalla DIGOS sui fatti avvenuti il 22 giugno scorso nella sede dell’assessorato ai servizi sociali in via Dusmet.

Benedetta Tringali, Lara Torrisi e Fabrizio Cappuccio sono alcuni dei componenti del Comitato che hanno raccontato la loro versione dei fatti. “Noi quel giorno chiedevamo una mediazione – racconta Benedetta – con l’Assessore ai Servizi Sociali e alcune famiglie senza reddito che non hanno, a tutt’oggi, ricevuto il buono-famiglia, quello comunale e quello Regionale. Ci aspettavamo un ruolo di mediazione da parte della DIGOS”.

“Una mediazione tra l’Assessore ai Servizi Sociali, alcuni rappresentanti del Comitato e i rappresentanti delle famiglie escluse dalla ricezione del buono. Nulla di tutto ciò è avvenuto. Abbiamo sbattuto contro un muro – continua Benedetta Tringali – lo stesso muro che non abbiamo trovato il 30 giugno. Giorno nel quale abbiamo incontrato l’assessore e fissato l’appuntamento per risolvere la questione buono-famiglia nella settimana tra il 22 e 26 luglio prossimi”.

Nel comunicato della Questura si fa riferimento alla denuncia in stato di libertà per 9 soggetti appartenenti al “centro sociale anarco-antagonista Liotru” e di cui 2 minorenni per manifestazione senza preavviso, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali. “Ci sembra assurdo che nel riportare i fatti avvenuti il giorno 22 giugno all’interno della sede dell’Assessorato ai Servizi Sociali – precisa Lara Torrisi – non venga menzionato il Comitato Casa-Reddito-Lavoro composto da almeno un centinaio di persone compresi i componenti di famiglie senza reddito. Viene invece menzionato il “centro sociale Liotru” dove alcuni dei 9 denunciati non hanno messo mai piede. Forse era più comodo, come nella peggiore propaganda populista, nominare il centro sociale – continua Torrisi – per screditare una protesta legittima di alcuni cittadini.”

Il comitato punta il dito contro alcune espressioni usate nel comunicato della Questura. “Non eravamo e non siamo un gruppo di giovani”. Basterebbe dire che l’età media di chi quel giorno era presente si aggirava sui 40 anni – continua Lara – isolare e denunciare i più giovani resta un tentativo vano. Gli anarco-antagonisti non sappiamo nemmeno noi chi sono e cosa sono”.

Gli appunti sul comunicato stampa della Questura non si fermano a questo. “Aggiungo come sia possibile che, nel 2020, si possano usare parole come giovani donne più esagitate all’interno di una nota pubblica e che disegna alla perfezione uno dei pensieri più maschilisti, quello, che descrive una donna incapace di essere lucida in certi momenti”. Una smentita alla parte del comunicato di Questura e DIGOS che riferisce del mancato incontro con l’assessore “lasciando le famiglie disagiate senza la possibilità di quell’agognato incontro”. “Abbiamo ottenuto l’incontro con l’assessore che si è detto disponibile ad ascoltare le istanze del comitato – precisa Fabrizio Cappuccio – incontro che si è tenuto il giorno 30 giugno e ripetuto per valutare la documentazione delle famiglie il 3 luglio successivo. Non possiamo sorvolare di certo sul ferimento di un agente, ma sono in atto delle indagini che faranno luce sull’accaduto e aspettiamo, fiduciosi, l’esito delle stesse.”

Altro punto del comunicato contestato dal comitato è la “la più afflittiva misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale di pubblica sicurezza”.

“La nostra non è una replica al lavoro d’indagine – precisa Cappuccio – la cui veridicità verrà discussa in Tribunale. Ma quando si parla di Tribunale bisogna ricordare che la richiesta di Sorveglianza Speciale”per alcuni dei denunciati è già caduta a prescindere – continua Cappuccio – già 2 anni fa la Procura della Repubblica etnea ha fatto cadere questa richiesta perché la misura di sorveglianza speciale viene ricondotta alla criminalità organizzata e alle associazioni di stampo mafioso”. Il Comitato Casa-Lavoro-Reddito incontrerà l’assessore ai servizi sociali tra il 22 e il 26 luglio prossimo con la documentazione completa dei nuclei familiari estromessi dalla erogazione del buono-famiglia.


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