Movida al porto, è scontro. Scardilli: "Non si può giocare a guardia e ladri"

Movida al porto, è scontro. Scardilli:| “Non si può giocare a guardia e ladri”

Sabato la polizia locale ha disposto la chiusura di due locali dell'imprenditore.

CATANIA – È scontro. I provvedimenti di chiusura presi nei confronti di alcuni locali del porto di Catania, hanno scatenato un’accesa presa di posizione. Dopo la chiusura per 5 giorni del Filenz e della Ecs Dogana, entrambi situati all’interno del sedime portuale, a poca distanza l’uono dall’altro, è il titolare dei due locali a intervenire, evidenziando le difficoltà nel garantire il rispetto di alcune misure, l’impossibilità di vigilare e la necessità di poter lavorare per recuperare i danni che l’emergenza coronavirus ha fatto alle imprese.

“Non possiamo più stare zitti – tuona Alessandro Scardilli. Anche l’opinione pubblica è dalla nostra parte. Non si può pretendere che mi assuma la responsabilità delle persone che passeggiano al porto, così come i miei colleghi che gestiscono altri locali in centro”.

Scardilli se la prende con chi agisce per garantire il rispetto delle normative. “Il modo di agire di chi effettua i controlli sembra più una mossa strumentale – dice – dovrebbero contribuire a non creare assembramenti e permetterci di lavorare con i giusti mezzi”.

E via con la “sua” versione di quanto accaduto sabato sera. “Sono venuti sabato sera nei miei locali, Filenz ed Ecs Dogana, per farci staccare la musica a mezzanotte e mezza – afferma – in una discoteca che ha il permesso di chiudere alle 3, e in più al chiuso. Non era neanche l’1 quando hanno sgombrato il locale, facendo alzare la gente che mangiava la pizza e che stava bevendo in tranquillità. Facendo riversare tutti in mezzo alla strada e creando, così, assembramento. A parte che non mi sembra il caso di parlare di assembramento per un centinaio di persone in giro per il porto” – sottolinea.

Scardilli lancia una proposta: trovare una soluzione comune che permetta agli imprenditori di lavorare nel pieno rispetto della legge. “A parte le opinioni personali – continua – quello che desidero è sollecitare l’opinione pubblica e le autorità a convocarci per capire insieme come risolvere questo problema. Non possiamo giocare a guardia e ladri, dobbiamo essere tutti nelle condizioni di lavorare alla luce del sole. E allora chiedo: Il Filenz può lavorare? O il mio slogan deve essere “Non venite al porto perché mi chiudono il locale?”. 

L’imprenditore ci tiene a ribadire, ancora una volta, quanto accaduto sabato sera. “Quando scrivono (la polizia n.d.r.) “oltre l’orario”, riferendosi al Filenz, non specificano che era 00.50 e le persone erano semplicemente sedute a tavola con la musica era in filo diffusione – asserisce. Per quanto riguarda la discoteca, che può chiudere alle 3, è normale che la musica era ad un altro volume. E qui sta il paradosso. La discoteca può mettere musica fino alle 3, mentre al ristorante, che è a 15 metri di distanza, bisogna staccarla a mezzanotte. Tra l’altro è un’ordinanza che riguarda il centro storico ambientale, e noi non rientriamo in questa area. Per non parlare del fatto che l’autorità portuale emette delle ordinanze a parte, e sono quelle che noi dobbiamo rispettare”.

Ci tiene a parlare “a nome di tutti i ristoratori”, Scardilli.”Non possiamo essere considerati colpevoli se si crea assembramento attorno ai nostri locali – incalza. Non possiamo diventare guardiani anche degli spazi pubblici, è la polizia che deve intervenire in questi casi. Il ruolo delle autorità è non creare assembramenti negli spazi comuni, nelle piazze e nelle isole pedonali, per permettere alle attività di lavorare in regola”. 

Le attività hanno già subìto tanto – ammette. Abbiamo urgente bisogno di rimetterci in moto. Per questo chiediamo alla politica e alle forze dell’ordine di darci una direzione per lavorare. Queste regole sono inapplicabili, soprattutto visto il basso numero di nuovi casi Covid a Catania. Lavorando facciamo girare l’economia, stiamo sviluppando nuovi progetti di investimento all’interno del porto e chiediamo solo di sederci e parlare delle regole più adatte da seguire – conclude – per salvaguardare la salute e lavorare bene”.


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