"Covid, è solo libertà vigilata|Sono deluso da Nello Musumeci" - Live Sicilia

“Covid, è solo libertà vigilata|Sono deluso da Nello Musumeci”

Secondo nella classifica del 'Sole 24 Ore', il sindaco di Messina va al contrattacco.
INTERVISTA A CATENO DE LUCA
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4 min di lettura

“Ma noooo, non mi importa dei numeri!”

Sindaco, come? E’ arrivato secondo, in zona Champions e non le importa?

“Non mi importa dei numeri, quando si danno i numeri. Mi importa molto di quello che rappresentano e di quello che dicono”.

E che dicono?

“Che abbiamo fatto un buon lavoro. Ma non abbiamo terminato”.

Nel frattempo, Cateno De Luca, primo cittadino sullo Stretto, anche se non lo ammette del tutto, si gode il momento del trionfo. L’austero ‘Sole 24 Ore’, in un sondaggio sul gradimento dei sindaci, l’ha piazzato al secondo posto nella classifica generale. Sì, Cateno, quello che entrò seminudo all’Ars, quello del conflitto con la ministra Lamorgese e di altre peripezie a vario titolo, fra inchieste, palco e realtà. Lo chiamano ‘sceriffo’. Lo sfottevano perché a qualcuno sembrava eccessiva la spettacolarizzazione di certe pose, di alcuni eccessi. Però i numeri sono numeri.

Allora sindaco. Secondo. L’anno prossimo punta allo scudetto?

“Guardi, non mi sono posto mai il problema di seguire gli umori della gente, anche se, ripeto, è una notizia che ci conforta nella nostra azione. Ma chi segue gli umori e basta va a sbattere prima o poi ed è questo il vero populismo. Io sto nel palazzo”.

E il palazzo com’è?

“Diverso. Devi fare ciò che è necessario e non puoi sottrarti. Ci vuole coraggio. Ci vuole stomaco”.

Il ruggito nella voce suggerisce che qualcosa le abbia dato fastidio nei commenti.

“Non sopporto che si affermi che io sono secondo per grazia ricevuta del Coronavirus, un modo di pensare orribile, oltretutto. Per la cronaca: dove ho amministrato sono stato sempre confermato con percentuali altissime. I primi due anni, in genere, sono i più difficili. O cambi il palazzo, o il palazzo cambia te. E allora non riesci a cambiare più niente”.

Soddisfatto della sua azione amministrativa?

“Qualche anno fa eravamo ultimi in tutto, adesso non più. Oggi abbiamo superato Palermo e Catania, lo sostengono gli indicatori, non io. Siamo avanti in tutto, dalla finanza ai rifiuti. Porto un esempio fra tanti: sono stato il primo in Italia a ridimensionare, secondo esigenze di organizzazione, la burocrazia comunale, evitando gli sprechi, riducendo le indennità e mettendo il cittadino al centro dell’azione amministrativa. Certo, bisogna sempre puntare al miglioramento”.

Come siamo cambiati con il Coronavirus?

“Io sono tornato alle origini, al gusto dell’essenziale. Sono stato lontano un paio di mesi, in famiglia. Ho recuperato il mio ruolo di figlio per assistere mio papà”.

Si sono tratteggiati pensieri diversi e un po’ nascosti sul punto, per la verità.

“Sì, lo so, c’è chi ha pensato che io sia stato via per disintossicarmi… Cose assurde. In realtà mi sono disintossicato dalla comunicazione, dalla fregola di apparire e dalle sigarette. Ne fumavo trenta al giorno, ora sono a cinque. Sono felice. Se potessi eliminerai i telefonini quando siamo a tavola. Non le sopporto le immense tavolate e ognuno con gli occhi sullo smartphone”.

Lei è stato al centro di parecchie polemiche, durante il periodo acerrimo del Covid. Si pente di qualcosa?

“Ho difeso la mia gente, i messinesi. Poi, come dicevo, su può sempre migliorare”.

Siamo fuori dal momento peggiore?

“Sul Coronavirus penso questo: siamo in una situazione transitoria, in libertà vigilata. Saremo tranquilli veramente con un rimedio scientifico, vaccino o terapia che sia. Dobbiamo comportarci bene per non tornare indietro”.

Una volta raccontò di una conversazione con Raffaele Lombardo. Riporto la citazione corretta: “Gli ho detto chiaro e tondo: ‘Raffaele, la politica è cambiata. Si basa sulla iperbole’. E lui mi ha chiesto: ‘Su che cosa?’. E io: sulle minchiate, Raffaè‘”. Ne è ancora convinto?

“Dobbiamo distinguere la campagna elettorale dal governo. Nella fase della campagna, avendo davanti un elettorato uterino che cambia spesso orientamento, devi saperti adeguare. Poi amministri ed è una cosa diversa. Le azioni che compi ti tornano in faccia”.

Il suo giudizio sul Presidente Musumeci?

“Mi confronto con i dati. Risanamento economico e finanziario? Zero. Taglio dei costi inutili? Zero. Coinvolgimento dei Comuni? Zero. Rifiuti? Zero. Tra poco dovremo portarli all’estero. Che cosa ha combinato Musumeci? Zero. Sono molto deluso da lui”.

Le prossime sfide in casa?

“Abbiamo in banca dati centosettanta cantieri da aprire. Una spesa di cinquecento milioni di euro per diciotto mesi, fino al dicembre 2021. E poi c’è la questione della baracche che abbiamo posto all’attenzione nazionale. Siamo fiduciosi”.

Le ultime due domande, mi risponda con un sì o con un no.

“D’accordo”.

Si offende se la chiamano ‘sceriffo’?

“No”.

Sempre convinto che un giorno lei sarà Presidente della Regione?

“Sì”.


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