"La corsa al 2022 è già iniziata|Ma diciamo basta ai gregari" - Live Sicilia

“La corsa al 2022 è già iniziata|Ma diciamo basta ai gregari”

Parla Giusto Catania: "Successori di Orlando? Non siamo in Corea"
PALERMO, L'INTERVISTA
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9 min di lettura

PALERMO – “La corsa al 2022 è già iniziata, bisogna costruire un percorso che coinvolga il governo multiforme della città e in questo Orlando può darci una mano. O ci riusciamo o possiamo anche non presentarci fra due anni. Fughe in avanti? Utilissime, anzi bisogna farne di più e giocare all’attacco facendo il salto di qualità”. Anche Sinistra Comune scalda i motori in vista delle prossime elezioni e, per bocca di Giusto Catania, assessore a Palazzo delle Aquile, prova a tracciare la rotta. Prosegue così il ciclo di interviste di Livesicilia ai partiti e ai movimenti che guardano all’elezione del prossimo sindaco di Palermo.

Chi sarà il nuovo sindaco nel 2022?
“La politica deve lavorare per costruire il futuro, non limitarsi alle previsioni. Non so chi sarà il sindaco, ma so come dobbiamo arrivare al 2022: sono al lavoro perché fra due anni il prossimo primo cittadino sia il frutto di un percorso che ci porti ad avere non un fuoriclasse e tanti gregari, ma una squadra di campioni”.

Il fuoriclasse sarebbe Leoluca Orlando?
“Oggi la città è guidata da un fuoriclasse come Leoluca Orlando, è innegabile, ma fra due anni non si potrà ricandidare. E di fuoriclasse nel mondo ne nasce uno ogni vent’anni. Per questo dobbiamo costruire un percorso politico che faccia emergere una squadra di 12 campioni che sappiano governare i difficili processi di questa città. Immagino un percorso politico, un aggiornamento programmatico e la definizione della fisionomia di una squadra di governo”.

Lei fa parte dell’attuale giunta: sta dicendo che siete solo dei gregari?
“I gregari sono importantissimi nelle squadre, senza di loro i campioni non vincerebbero. Non sto criticando nessuno anche perché io, semmai, sarei uno dei gregari. Il tema però è come i gregari che in questi anni hanno contribuito al governo della città, parlo di forze politiche, assessori, presidenti di partecipate o consiglieri, debbano iniziare ad assumersi più delle responsabilità, sviluppare iniziative coraggiose ed autonome”.

Forse siete gregari perché Orlando è un personaggio che fa ombra…
“L’ombra è stata fondamentale, faceva troppo caldo, ma adesso bisogna avere il coraggio di guardare il sole. La corsa al 2022 è già iniziata e bisogna iniziare a lavorare sul serio per il futuro. Io immagino un’operazione politica difficile ma indispensabile e per la quale serve il coinvolgimento di tante soggettività organizzate e singole persone. Anche perché alle prossime elezioni saremo giudicati per quello che riusciremo a lasciare oggi, ecco perché bisogna fare ora un salto di qualità. La mia è una metafora ciclistica: in una squadra c’è chi pedala più velocemente o più lentamente, chi aiuta e chi fa la volata. Ora è il momento che anche i gregari vincano le tappe e in questo sarà importante il ruolo che svolgerà il capitano che non si potrà ricandidare”.

E chi dovrebbe fare parte della squadra?
“Sarà da questo percorso che emergerà la squadra di governo, ma il percorso deve essere ampio e inclusivo: io sono uomo di partito, ma ci sono territori in cui non ci sono i partiti bensì le associazioni, le scuole, i dirigenti scolastici e i docenti, le organizzazioni del terzo settore che svolgono una funzione di governo del territorio. Durante la pandemia ci sono state associazioni che hanno aiutato i nostri concittadini in difficoltà, hanno svolto un ruolo di governo senza aspettare il permesso di nessuno. Per fare questo, però, bisogna fare i prossimi due anni all’attacco”.

Cioè?
“Bisogna esaltare il nostro punto di vista, dimostrare la nostra idea di città tornando allo spirito del 2012, quando abbiamo vinto con il sostegno di appena due partiti. Dobbiamo dire ai palermitani che città vogliamo continuare a costruire: una città ecologica, a misura di bambina e bambino, che mette al centro la mobilità sostenibile, che è per il consumo zero del territorio, che investe sulla cultura e il turismo, che aiuta le povertà e si fa carico di risolvere velocemente le emergenze, come quelle dei cimiteri o dell’igiene ambientale”.

Oggi non riuscite a farlo?
“Siamo in una fase di difficoltà, ma su alcune cose adesso non abbiamo più scuse: Rap ha un contratto di 15 anni, può fare investimenti di prospettiva, e bisogna pulire la città e raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata che sono stati assegnati dalla giunta. Serve coraggio, dobbiamo superare le difficoltà passando all’attacco. Non arriviamo al 2022 con accordi a tavolino fra partiti, serve un’operazione che metta ancora di più in luce il nostro punto di vista, la visione di città”.

E con quale coalizione dovreste presentarvi nel 2022?
“Non possiamo dirlo a priori, sarà questo processo politico a determinare le priorità e quindi la coalizione: io mi alleo solo con chi continua a condividere i programmi e alcune idee fondamentali”.

Ci dica le principali…
“Ne dico sei, che secondo me sono quelle prioritarie: Palermo deve mantenere il suo carattere di città dell’accoglienza; politiche di bilancio espansive, aumentando il debito e rompendo il Patto di stabilità; una città green che vuol dire energia rinnovabile, mobilità sostenibile, zero cemento, tram, transizione ecologica dell’economia, circolarità nella produzione e nei consumi; tutela dei servizi pubblici locali che devono rimanere tali, ma più efficienti; riqualificazione della macchina comunale e investimenti su cultura, turismo e università. Quest’ultimo punto è particolarmente importante: dobbiamo diventare città universitaria come Perugia o Siena, attraendo giovani anche dal Medio Oriente o dal Nord Africa”.

Secondo lei quindi Palermo dovrebbe indebitarsi?
“Gli investimenti si finanziano col debito, il pareggio di bilancio è una dottrina economica aziendalista ma che non si può fare in un Comune che deve offrire servizi. Ovviamente ti indebiti per fare investimenti ecosostenibili e assunzioni: abbiamo una macchina comunale vecchia e che va ringiovanita, ma non possiamo avere procedure eterne. Il concorso per 11 dirigenti tecnici va avanti da cinque anni e non abbiamo ancora i vincitori”.

E i servizi pubblici? Niente privatizzazioni?
“I servizi devono rimanere pubblici, devono sicuramente migliorare ma bisogna rompere il meccanismo per cui pubblico vuol dire inefficiente. Non mi stupisce peraltro che il giornale di Confindustria metta Orlando all’ultimo posto, proprio mentre si chiude la procedura di affidamento del servizio di gestione dei rifiuti”.

Parla della classifica de “Il Sole 24 Ore” secondo cui Orlando sarebbe all’ultimo posto tra i sindaci più graditi?
“L’ultimo documento di Bonomi sulla ripresa del Paese prevede una totale privatizzazione dei servizi e penso che quella classifica sia frutto di una valutazione politica per orientare il dibattito. Chi annuncia la privatizzazione del servizio rifiuti, come il sindaco di Messina, schizza in alto in classifica, mentre il comune di Palermo sui rifiuti ha operato scelte di rottura rispetto a quelle di Confindustria”.

Sarebbe solo questo il motivo di quell’ultimo posto?
“No, nessuno nega che ci siano problemi; ci sono e vanno affrontati adesso, altrimenti nel 2022 possiamo anche non presentarci. Ma non ci salveranno gli accordicchi di palazzo, mettiamo da parte tentennamenti, mediazioni al ribasso, equilibrismi e ambiguità”.

Sindaco politico o tecnico?
“Solo la politica, che è una scienza, trasforma il mondo. I dirigenti scolastici, i docenti, le associazioni e gli operatori del terzo settore che lavorano nei territori sono tecnici o politici? Hanno certamente una visione politica che contribuisce a modificare i rapporti di forza nella società. Dobbiamo uscire dal tormentone della successione a Orlando che è sterile e inutile”.

Uomo o donna?
“Sei donne e sei uomini, una scelta obbligata: è necessario rafforzare lo sguardo di genere nel governo del futuro”.

Orlando è famoso per non aver mai scelto un successore…
“E fa bene a non indicare successori, non vuole farlo ed è giusto così. Non siamo nel Medioevo, né in Corea del Nord. A chi dice che Orlando non vuole successori dico che non è colpa di Orlando, chi vuole farsi avanti si metta in gioco, faccia qualche fuga in avanti. Il sindaco deve invece aiutarci a dare un ruolo politico al governo diffuso della città, che già esiste e deve trasformarsi in una coalizione sociale e culturale che deve continuare il processo di trasformazione della città che, talvolta, appare appannato”.

Finora non lo avete fatto?
“Quella che abbiamo vissuto finora era la stagione di fuoriclasse e gregari, oggi serve altro”.

Sinistra Comune ci sarà nel 2022?
“Certamente. Nel 2012 non si chiamava così, poi nel 2017 è diventata Sinistra Comune, vedremo cosa sarà nel 2022. Sicuramente la sinistra ci sarà alle prossime elezioni e svolgerà un ruolo decisivo. In Italia a sinistra del Pd, da anni, non c’è più niente mentre a Palermo c’è un importante spazio politico organizzato che ha, più o meno, gli stessi numeri del Pd”.

Italia Viva dice che siete ‘il partito dei no’…
“All’estensione della sanatoria nelle aree con vincolo paesaggistico, contrariamente a Italia Viva, continueremo a dire sempre no. Quando si sta al governo serve chiarezza e dal 2012 la sinistra a Palermo ha dimostrato di avere una cultura di governo e di sapere governare anche processi difficili. Rivendico tutte le fughe in avanti che abbiamo fatto: sulla Ztl, sul tram, sul Cassaro, su via Maqueda, sulle pedonalizzazioni… Tutte le volte che abbiamo fatto fughe in avanti abbiamo ottenuto dei risultati, il problema è che dovremmo farne di più perché le eterne mediazioni non servono. Ci vorrebbero più fughe in avanti: sui cimiteri, sul bilancio, sulle opere pubbliche, sui concorsi, sui servizi alle imprese,sull’innovazione e sulla cultura… Dobbiamo fare come il ciclista che va in fuga: è una mossa necessaria per allungare il gruppo, per dettare i tempi in vista del traguardo, per preparare lo sprint finale”.

Se il Pd proponesse le primarie?
“Il percorso che immagino è difficile e ambizioso, coinvolgente e partecipativo, le primarie invece sono solo una prova muscolare sui nomi: la corsa al 2022 è già iniziata e prima vengono i programmi e le idee”.

Lei immagina un percorso ambizioso… e se non partisse?
“Il percorso è già partito sottotraccia, bisogna ricondurlo dentro una dinamica politica altrimenti abbiamo fallito e vedremo il film già visto nel 2001 consegnando le chiavi della città al primo che passa”.

E chi dovrebbe fare favorire la costruzione di questo percorso?
“Noi ci siamo, ma non siamo certamente sufficienti. Bisogna aggregare, catalizzare e ognuno deve fare la propria parte, non possiamo aspettarci che lo faccia solo Orlando. Anche il sindaco deve farlo, ma non è solo una sua responsabilità: spero che Luca sia parte di questo processo, ma addossargli ogni responsabilità sarebbe ingiusto per quello che ha fatto nella storia politica della città. Adesso tocca a tante persone lavorare per il futuro, non è più tempo per aspettare, dimostriamo che vogliamo diventare campioni, altrimenti rimarremo nelle cronache come eterni gregari. Un ruolo importante nelle squadre, ma pur sempre gregari”.

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