Rosalia gira Palermo coi lavoratori dello spettacolo: ecco la 'Santa protesta'

Rosalia in città con gli artisti | È il giorno della “Santa protesta”

Da sinistra: Daria Castellini, Marco Macaluso, Claudia Puglisi, Vincenzo Costanzo, Rino Della Corte, Valerie Basile, Gabriele Circo
Un giro per i quartieri ed esibizioni dai balconi: l'idea per dar voce a un settore che non ne ha

PALERMO – Esibizioni dai balconi dallo Zen all’Albergheria, per dare una voce a chi attualmente non ce l’ha, a poche ore dal momento più atteso e amato dalla città intera: quest’anno la storia di Santa Rosalia si intreccia con la “Santa protesta” di lavoratori e lavoratrici dello spettacolo, organizzata dal collettivo Arte è martello. La manifestazione porterà l’aria del Festino in diversi quartieri, con un passaggio della santa su un carro, e in quattro zone rappresentative di Palermo metterà in scena alcuni ‘triunfi’ (componimenti in onore e in ringraziamento dei santi) rivisitati per l’occasione. La ‘marcia’ della Santa partirà alle 16 dai Cantieri culturali della Zisa e avverrà nell’arco di un pomeriggio; il primo spettacolo è in programma allo Zen, quindi le altre fermate a Romagnolo, a Borgo Vecchio e infine all’Albergheria (qui i dettagli). “Santa Rosalia degli invisibili” rappresenterà i disagi di un settore che dal lockdown in poi non è mai realmente ripartito, ma che ha sempre lamentato silenzi e mancate attenzioni da parte di chi prende decisioni per il Paese.

Così il mondo dello spettacolo fa a modo proprio, anche nel celebrare quello che passerà alla storia come il “Festino che non c’è”. Il ‘quartier generale’ della manifestazione palermitana sono appunto i padiglioni dei Cantieri culturali della Zisa, dove si sta ultimando il carro che trasporterà il simulacro della Santuzza per i quartieri del capoluogo. “I palermitani non possono andare dalla Santuzza? Allora la Santuzza andrà dai palermitani – esordisce Claudia Puglisi, regista e parte di Arte è martello –. Siamo creativi, quindi spetta a noi trovare soluzioni creative ai problemi: quello che abbiamo immaginato, oltre al passaggio del carro per tutta Palermo, è di far affacciare ai balconi gli artisti che reciteranno dei triunfi rivisti sotto forma di protesta. Poi all’Albergheria, in chiusura, ci saranno le ‘abbanniate’ dai balconi, il consueto ‘Abballu di li virgini’ e uno spettacolo delle ombre per i più piccoli, che racconta la vita di Rosalia”.

A far nascere nei manifestanti la vocazione e la voglia di impegnarsi nel sociale è stato proprio il coronavirus: “Arte è martello nasce nel contesto della distribuzione alimentare, messa in pratica soprattutto nel quartiere di Ballarò – racconta Puglisi – ma siamo riusciti a consegnare cibo a chi ne aveva bisogno anche alla Zisa, in via Oreto o in via Imperatore Federico. Così abbiamo cominciato a chiederci quale fosse il nostro ruolo e cosa potessimo fare, da artisti, per la gente. Durante il lockdown abbiamo capito che c’era un forte bisogno dell’arte, così abbiamo deciso di portare in giro un ‘sacchetto con l’arte’: abbiamo ideato il cosiddetto sciopero alla rovescia, con attori e musicisti che si esibivano sui ‘lapini’, che facevano contemporaneamente da simbolo delle realtà più popolari e da piccoli palcoscenici mobili con cui spostarsi per scongiurare subito gli assembramenti”.

“Al collettivo Arte è martello si è aggiunta anche la realtà di Sbaratto, composta da mercatari che stanno tentando di legalizzare il mercato storico”, dice Puglisi, svelando un punto d’incontro fra due mondi, l’arte e il commercio, apparentemente lontani: “A unirci è l’invisibilità. Nel nostro caso noi artisti siamo invisibili perché mai ascoltati, ma anche sottopagati o non pagati per niente. Alla luce della crisi portata dal Covid ci siamo già riuniti in assemblee con tavoli di discussione specifici sia per musicisti che per attori – aggiunge – per discutere proposte nazionali avanzate da alcuni collettivi, ma ancora il dibattito è in atto. Quello che resta è lo stato delle cose: la ripartenza non esiste. Le discoteche sono aperte, i supermercati pieni di gente, in pratica a farne le spese è solo il teatro e non ne vediamo un motivo vero e proprio. Economicamente poi è un disastro – denuncia la regista – perché molti lavoratori dello spettacolo non sono nemmeno arrivati a percepire i sussidi perché non arrivavano al requisito minimo di sette giornate lavorative di contributi pur avendo lavorato tutto l’anno. Ed ecco che viene fuori anche il problema della mancata messa in regola, risaputo ma mai affrontato”.

L’iniziativa è stata definita “sacrosanta” dal sindaco, Leoluca Orlando, e dal neo assessore alle Culture, Mario Zito: “Vi sono realtà – hanno detto – nelle quali lo spettacolo, l’arte e la cultura sono, o meglio dovrebbero essere, tra i motori della rinascita. Palermo e la Sicilia sono certamente fra queste realtà, ma i lavoratori di questo settore sono invece stati praticamente abbandonati, fra regole e misure di prevenzione di difficile o impossibile attuazione e assenza di reale sostegno economico. Regole che appaiono ancora più incomprensibili alla luce del drastico allentamento delle restrizioni applicato in diversi settori”. Zito, che domani terrà la prima conferenza stampa nelle nuove vesti di assessore, ha annunciato che uno dei suoi impegni prioritari sarà un incontro coi promotori della manifestazione.

Evidentemente ci sarà molto da discutere, a partire dall’idea del Comune di realizzare un film a costo zero in onore di Santa Rosalia, che non è stata accolta a braccia aperte da tutti. “Perché il prodotto è a costo zero? Perché non vengono coinvolti i professionisti del settore – sostiene Gabriele Circo, altro membro del collettivo Arte è martello –. Chiamare chi non lo è significa ridurre di moltissimo il costo del lavoro, rendendolo quasi gratuito, a fronte della solita vecchia storia della gavetta di anni e anni necessaria per ‘sperimentare’ e farsi conoscere dal pubblico e nell’ambiente. Però, dall’altra parte, se si guarda fra i professionisti ci sono realtà in grado di creare momenti belli. Capaci di creare bellezza”.

“In questa manifestazione è importante il riavvicinamento del teatro alla gente comune – ci tiene a sottolineare Circo –. Un aspetto che si sta perdendo ancor di più, a causa del fatto che le restrizioni anti-Covid in termini di pubblico l’hanno reso un mondo ancor più elitario. Il nostro spazio di azione ed espressione può essere fuori dai circuiti noti ma rimanendo comunque dentro la città, specialmente dove sappiamo che ce n’è un gran bisogno. Ecco perché lavorare coi mercatari di Ballarò è una ricchezza per entrambe le parti, e alla base di questo scambio di ricchezze c’è lo stesso principio di scambio di emozioni di cui vive l’arte”.

Il tempo stringe e la Santuzza chiama, ma i manifestanti hanno tempo per un ultimo aneddoto: “Ci piace raccontare un fatto successo il primo maggio: un fioraio di Ragusa ci ha mandato un carico di fiori, invenduti a causa del lockdown e che sarebbero andati al macero, da distribuire insieme ai pasti nei nostri giri di solidarietà. A un certo punto, vedendo un uomo dall’aria particolarmente minacciosa, abbiamo avuto timore di dare i fiori anche a lui perché ci aspettavamo qualche forma di pregiudizio o critica; alla fine è stato lui stesso a chiederci perché non gli stessimo regalando i fiori che gli spettavano. Ci teneva. Questo ci ha dato e ci rende ancora l’idea di quanto la bellezza debba essere per tutti, nei giorni di festa per Santa Rosalia e sempre”.


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