I centristi e la Lega, scintille tra alleati in Sicilia - Live Sicilia

Gli sLegati

L'avvicinamento di Musumeci alla Lega, l'insofferenza crescente tra i centristi. Cosa accade nel centrodestra siciliano.

C’è un processo in atto nel centrodestra siciliano. È ancora agli inizi ma rischia di diventare uno dei temi principali di questo secondo atto della legislatura. È il tentativo dei sopravvissuti centristi di non finire definitivamente stritolati nell’abbraccio sovranista-populista della Lega nel nuovo centrodestra a guida Matteo Salvini.

Le anime del centrodestra siciliano

Si tratta di un tema che per la verità era già affiorato nel primo tempo nella legislatura, trovando in Gianfranco Micciché il principale interprete, ai tempi dei suoi attacchi a testa bassa al Capitano. Ora però lo scenario è cambiato. Nello Musumeci sta preparando il fidanzamento in casa del suo movimento Diventerà Bellissima con il Carroccio, si comincia a guardare ai prossimi, seppur non vicinissimi, appuntamenti elettorali, e chi non vuole morire salviniano cerca come può di farsi sentire.

Preferenze, giù le mani

L’ultimo atto dello “sLegamento” è stata l’uscita dal gruppo del Carroccio di Marianna Caronia. La deputata palermitana (che con la Lega ha quasi completato la collezione di partiti di centrodestra in cui ha militato) aveva già dato segni di insofferenza e il suo addio era nell’aria. In poche settimane il neonato gruppo leghista così si è dimezzato, perdendo due deputati su quattro. L’altro era stato Giovanni Bulla, centrista tornato ai lidi di partenza, l’Udc. Anche Caronia, che ha considerato la goccia che ha fatto traboccare il vaso la proposta del colonnello leghista Stefano Candiani di abolire le preferenze, verosimilmente riapproderà dalle parti dei centristi, da definire in quale gruppo. Proprio l’Udc oggi si è fatta sentire contro l’idea dell’abolizione delle preferenze: E’ vero che negli ultimi anni si stia cercando di distruggere ogni forma di rappresentatività dei territori, facendo votare i cittadini più “a sensazione” che per reali Progetti Politici – ha detto il coordinatore del partito Decio Terrana. Ma questo sistema di influenze incentrato sulla comunicazione ossessiva, iniziato dal M5S e poi brillantemente ereditato dalla Lega, adesso deve finire”. Rimostranze contro l’uscita leghista erano arrivate anche da Carmelo Pullara, capogruppo dei Popolari e Autonomisti, e da Totò Lentini, transitato di fresco a Ora Sicilia. Tutti segnali di insofferenza di quel che resta del centro verso l’idea di politica leghista, col timore dei moderati di avere lasciato solo briciole. E l’impressione è che si sia solo all’inizio.

Palazzo d’Orleans e il leghismo

Il percorso di avvicinamento dei musumeciani ai leghisti probabilmente acuirà questa tendenza. Diventerà Bellissima si prepara a stringere un patto con la Lega entro settembre. Il movimento di Musumeci guarda al modello Sardegna, dove Salvini ha sostanzialmente affidato le chiavi di casa al Partito Sardo d’Azione. Un’idea che certo non entusiasmerà i salviniani siculi della prima ora, che vedrebbero ridimensionato il loro peso. Intanto, però, l’ideale marcia politica verso Pontida del governatore è in atto. La comunicazione di Musumeci ha svoltato decisamente verso spartiti salviniani, dalle uscite martellanti sui migranti (con tanto di ordinanza da Covid che prevede per gli immigrati misure stringenti nei giorni in cui i turisti entrano ormai senza controllo o quasi) all’uscita choc sui regionali fannulloni.

Il dilemma di Forza Italia

I possibili cambi di scenario nazionale potrebbero ulteriormente mescolare le carte. I retroscenisti romani raccontano da un pezzo del dilemma di Forza Italia, il cui europeismo liberale è sempre meno compatibile in questa delicata fase con la retorica da capopopolo della destra di Salvini e Meloni. Una riforma elettorale proporzionale potrebbe liberare quel che resta dei forzisti dall’abbraccio degli alleati e spingerli verso l’alba di un’area di centro liberaldemocratico a cui potrebbero guardare anche renziani, Calenda e Bonino. Solo suggestioni per il momento, ma se i prossimi mesi dovessero orientarsi verso scenari di questo tipo anche il centrodestra siciliano ne risentirebbe inevitabilmente. E le uscite pubbliche degli aspiranti sLegati potrebbero aumentare.

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