"Ho perso tutto, anche il negozio: io mia figlia chiediamo aiuto" - Live Sicilia

‘Ho perso tutto, pure il negozio| Abbiamo bisogno d’aiuto’

L'alluvione nel 2018 e un dolore ancora vivo. Giordano è uno dei quattro sopravvissuti insieme alla figlia 12enne: "Siamo disperati"
LA STRAGE DI CASTELDACCIA
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PALERMO – In via Costantino Lascaris, dove si trovava il negozio ‘Cirino Moto’, le saracinesche sono abbassate. “Ho dovuto chiudere, non potevo più sostenere le spese dell’attività”, dice con estremo rammarico Giuseppe Giordano, che la notte del 3 novembre 2018 perse la sua famiglia nell’alluvione a Casteldaccia, quando l’esondazione del torrente Milicia seminò morte e distruzione anche nella loro villetta presa in affitto. “Sono un uomo distrutto – racconta – il tempo passa, ma andare avanti è sempre più complicato, sia psicologicamente che economicamente. Per questo ho deciso di chiudere il mio negozio. Lo avevo aperto cinque anni fa e permetteva a me e alla mia famiglia di vivere dignitosamente, ma dopo la tragedia che ha sconvolto la mia vita, non sono più riuscito a risalire”.

Giuseppe è rimasto da solo con la figlia Asia, che ha 12 anni. Sono gli unici sopravvissuti, insieme al cognato e alla nipote, a una vera e propria strage. Quella notte, era la Festa di Ognissanti,  la furia dell’acqua travolse tutto ciò che incontrava, senza alcuna pietà. La casa in cui si trovavano in tutto tredici persone fu investita dal fango e morirono la moglie, Stefania Catanzaro, il figlio Federico di 15 anni, la figlia Rachele di 3 anni, i genitori, la sorella, il fratello e il nipote. A perdere la vita anche Nunzia Flamia, madre di Luca Rughoo, cognato di Giordano.

La villetta travolta dal fango e dall’acqua a Casteldaccia

“E da quel giorno la mia serenità è finita – prosegue -. Tante cose non hanno più un senso per me. Ormai vivo soltanto per mia figlia, ma ho bisogno anche di un lavoro, di un’attività che mi aiuti ad occupare anche la mente ogni giorno. Nei miei pensieri ci sono sempre mia moglie, i miei figli che non ci sono più e il resto della mia famiglia, praticamente sterminata quella notte. Da quando ho chiuso il negozio la situazione è peggiorata: voglio rendermi utile, ho bisogno di svegliarmi la mattina sapendo che potrò lavorare e forse migliorare le cose”.

E poi ci sono le spese per i funerali delle nove persone:Il giorno della cerimonia, dolorosissimo e surreale per me, il sindaco Orlando mi disse che il Comune si sarebbe impegnato per sostenere i costi. Io non ero e non sono in grado di pagare quella somma, ma ancora oggi non ho ricevuto un euro. In molti però mi sono stati vicino, dagli amici, ai parenti, ai miei clienti. E sono fiducioso nei confronti dell’amministrazione comunale, perché lo scorso dicembre, dopo la mia partecipazione ad una trasmissione televisiva per chiedere ancora una volta una mano, il sindaco ha ribadito che avrebbe dato seguito alla sua promessa”.

Il giorno dei funerali delle vittime

Un impegno che in effetti il Comune di Palermo intende rispettare: “E’ in corso la fase burocratica – spiegano – ma la situazione del signor Giordano viene già da tempo gestita dai nostri servizi sociali ed è già stato avviato l’iter per l’erogazione del reddito d’emergenza. Nel frattempo partirà un percorso di accompagnamento al lavoro, mentre sul fronte delle risorse per i funerali si troverà una soluzione quando sarà terminato l’accertamento della documentazione presentata”.


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