Coronavirus, l'esperto che analizza i tamponi: "Ecco cosa può accadere"

L’esperto analizza i tamponi:|”Covid, cosa può accadere”

Guido Scalia ha analizzato migliaia di tamponi di tutta la Sicilia orientale. Adesso, quei segnali di allarme, li sta toccando con mano.

CATANIA – Per mesi il suo laboratorio nell’ospedale San Marco, Guido Scalia ha analizzato migliaia di tamponi di tutta la Sicilia orientale. Adesso, quei segnali di allarme, dovuti all’incremento dei casi, li sta toccando con mano.

“Rischio ripresa”

L’emergenza, migliaia di tamponi ogni settimana, il rischio che, ad un ritardo nella lettura dei dati potesse conseguire un aggravamento dei malati. Scalia ripercorre quegli attimi: “La situazione che abbiamo dovuto affrontare con fucili di latta contro i carri armati ci ha portato in modo insospettabile a vincere, almeno fino a qualche giorno addietro”.

“La folle incoscienza di molti – sottolinea il virologo del San Marco – che non assolvono alle indicazioni, peraltro semplici e poco onerose, da applicare secondo i dettami dei governi nazionale e regionale, ci sta per portare a una ripresa dell’epidemia”.

Strategia regionale

Scalia rivendica il lavoro svolto dall’assessorato regionale alla Sanità guidato da Ruggero Razza. “La politica, vincente – afferma – messa in campo dalla nostra Regione ha portato a un ottimo controllo della situazione”. Il virologo del San Marco sottolinea di non avere “alcun legame con la politica”, subito dopo punta il dito contro il cortocircuito informativo fatto da “virologi, infettivologi e epidemiologi improvvisati”.

La situazione attuale

“È vero che la patologia retta attualmente dal virus è apparentemente meno grave – insiste Guido Scalia – ma non dobbiamo sfidare la fortuna e il fatto che situazioni contingenti dei ricoverati non portano a drammi. Noi qui in laboratorio sappiamo che le cariche virali rilevate non sono basse”.

Anche se le cariche virali rilevate non sono basse, all’aperto “il rischio di contagio non è elevato, questo dovrebbero però dirlo gli infettivologi, che ne hanno certamente più titolo di me, ma l’uso delle mascherine è di capitale importanza: non indossarle non ci rende più “machi” e la spavalderia va a nocumento della comunità”. “Quanti di noi – esclama il virologo – si sono trovati ad essere considerati idioti quando hanno fatto notare la scorrettezza dei comportamenti in comunità?”.

I negazionisti

Il direttore del laboratorio di analisi del San Marco si rivolge anche ai “negazionisti” del coronavirus. “A loro direi – incalza Scalia – che aver passato con alcuni dei miei più stretti collaboratori o, meglio, amici e colleghi, cinque mesi, mediamente 11 ore al giorno compresi sabati, domeniche, Pasqua e Pasquetta e tutte le altre festività a lavorare sui tamponi per ridurre la diffusione del virus non è stato un gioco per giustificare alcunché e il mio stipendio è lo stesso di otto mesi fa”!.

La strategia

“È bene che si sappia – conclude il virologo catanese – che con l’intelligenza vinceremo, ma l’incoscienza di alcuni mette in crisi tutti. Proteggiamoci usando le mascherine, soprattutto al chiuso, imponendolo ad altri che ci stanno vicino per necessità, smettiamo di nutrirci di idiozie da rete”.

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